Come Peter Jackson ha cambiato il cinema negli ultimi 15 anni

Cinema
Peter Jackson in una foto del 2004, anno in cui ha terminato la trilogia del Signore degli Anelli - Getty Images
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Dalla lunghezza dei film all’utilizzo sperimentale della motion capture, passando per le edizioni DVD davvero speciali e il modello della trilogia, ecco come il regista del Signore degli Anelli e de Lo Hobbit ha trasformato le regole del gioco sul grande schermo

Film sempre più lunghi dei classici 120 minuti. Extra e sorprese a non finire per l’edizione in DVD e Blue Ray. Cast che privilegiano il gruppo sul singolo attore. Uso efficace delle tecnologie e, in particolare, della motion capture. Imposizione del format “trilogia”. Sono queste le cinque caratteristiche che, secondo la webzine geek The Mary Sue, hanno influenzato non poco le produzioni cinematografiche degli ultimi 15 anni.

 

 

1. Oltre i 180 minuti - Contro la tendenza di Hollywood ad accorciare sempre di più le pellicole per risparmiare sui costi di produzione e massimizzare i profitti, Peter Jackson non si è fatto troppi problemi a superare le tre ore per ciascuna pellicola. E si è dovuto anche trattenere, considerato che le versioni “extended” del Signore degli Anelli si avvicinano addirittura alle quattro ore.

 

 

2. Special edition - Non solo un’abbuffata di grande cinema. I fan della serie sono stati ricompensati con versioni Dvd dove parlare di semplici “extra” è riduttivo. Basti pensare che per ciascun capitolo della trilogia sono stati realizzati ben 4 dischi, con il packaging curato e decorato da grandi illustratori. All’interno si trovano più di 100 ore di girato, con i classici backstage, ma anche commenti approfonditi su come è stata scritta la sceneggiatura e sono state girate le scene più importanti. Insomma edizioni in grado di allargare a dismisura gli orizzonti delle pellicole, in cui una volta tanto l’extended non è solo un’operazione di marketing.

 

 

3. Il cast è un ensemble - I classici film di Hollywood continuano a essere focalizzati sulla singola star di grido che trascina nelle sale milioni di fan. Jackson si è allontano da questa tradizione, preferendo cast di grandissime dimensioni, in cui ci sono alcuni attori di punta, ma la maggior parte sono mediamente e poco noti.

 

 

4. I pregi della motion-picture - Grazie alla sua WETA (casa di produzione di effetti speciali), Peter Jackson è riuscito a dare vita a personaggi esemplari, mai visti prima sul grande schermo. Il regista neozelandese, in particolare, ha saputo ben esplorare i confini della motion-capture, tecnologia che unisce effetti speciali e riprese dal vivo. In questo modo, scrive The Mary Sue, “Gollum può essere considerato una creazione sia della memorabile interpretazione di Andy Serkis che delle immagini generate al computer. Nessuno prima di Jackson aveva tentato la costruzione di un personaggio con un utilizzo così esteso e interattivo della motion capture. Soprattutto nel caso di un personaggio principale”.

 

 

5. Tutto è una trilogia - Il Signore degli Anelli, ma anche lo Hobbit del decennio successivo, hanno imposto il modello della trilogia, con l’uscita di ciascun episodio a distanza di un anno. Un’operazione rischiosa che, però, al pari di altre innovazioni introdotte da Jackson, ha dato i suoi frutti al botteghino.

 

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