Le vie di Troisi sono su Sky Cinema Cult

Cinema

Per ricordare il grande Massimo Troisi, Sky Cinema Cult lo ricorderà a partire dall'11 giugno, ogni giovedì con una maratona dei suoi film

Il 4 giugno del 1994, appena 12 ore dopo la fine del suo film più ambizioso e impegnativo, Il Postino, Massimo scivolava dal sonno alla morte in casa della sorella, a Ostia: il cuore da tempo malato non resse le tante, troppe fatiche di un set che non avrebbe dovuto affrontare. <br><br>

Per ricordare il grande attore napoletano, Sky Cinema Cult lo ricorderà a partire dall'11 giugno , ogni giovedì con una lunga maratona dei suoi film <br><br>

Si parte giovedì 11 giugno alle 19.05 con SCUSATE IL RITARDO, la storia di un giovane disoccupato che si innamora della ragazza di un suo amico e in prima serata con LE VIE DEL SIGNORE SONO FINITE, dove troviamo l’attore nei panni di un barbiere paralizzato a causa di una malattia psicosomatica dovuta a delusione amorosa; chiude in seconda serata NO, GRAZIE, IL CAFFÈ MI RENDE NERVOSO, dove si assiste a una serie di misteriosi omicidi durante il Festival Nuova Napoli.<br<<br>

 

Giovedì 18 giugno in preserale lo ritroviamo alla ricerca di un fratello creduto morto in HOTEL COLONIAL, mentre in prima serata l’appuntamento prosegue con il tira e molla sentimentale fra la libraria Cecilia e il ristoratore Tommaso in PENSAVO FOSSE AMORE INVECE ERA UN CALESSE; in seconda serata IL POSTINO, l’ultimo film interpretato dall’attore prima della sua morte, vincitore del premio Oscar nel 1995 per la colonna sonora, che racconta la commovente storia di amicizia tra un postino e il poeta Pablo Neruda.<br><br>

Ultimo appuntamento giovedì 25 giugno con CHE ORA È di Ettore Scola, cronaca di una giornata nella vita di un avvocato romano sessantenne (Marcello Mastroianni) in compagnia del figlio che fa il servizio militare a Civitavecchia (Massimo Troisi), mentre chiude il ciclo NON CI RESTA CHE PIANGERE, con l’irresistibile coppia comica composta da Roberto Benigni e Massimo Troisi, nei panni di un maestro elementare e di un bidello coinvolti in un incredibile viaggio nel tempo. <br><br>

Massimo Troisi era nato il 19 febbraio del 1953 da un macchinista ferroviere e da una casalinga, Il pubblico, prima quello partenopeo poi quello dell'intera Italia lo avrebbe amato fin dall'esordio con Ricomincio da tre (1981), riconoscendolo fin da subito come l'erede di Eduardo e di una napoletanità irridente e dolente che avrebbe traghettato in un diverso sentire, quella della "nuova Napoli" di Pino Daniele e di Roberto De Simone.  Col gruppo "I Saraceni" e poi con gli inossidabili amici de "La Smorfia" (Lello Arena ed Enzo Decaro) uscì presto dai confini della sua regione per portare la sua lingua sulle reti televisive nazionali e poi al cinema. Com'era accaduto a Eduardo e a Totò, quella parlata divenne comprensibile a tutti oltre le parole, sinonimo di un sentire universale in cui la maschera diventava volto e il personaggio un paradigma universale. <br><br>

Il successo fu inatteso, clamoroso, immediato. Erano gli albori di quegli anni '80 che portavano alla ribalta insieme a lui la generazione dei Moretti e dei Benigni, ma fu proprio col Roberto che Troisi trovò un'empatia istintiva, festeggiata dal pubblico col clamoroso successo di Non ci resta  che piangere (1984). Successo che comunque già arrivato con il suo secondo film da regista Scusate il ritardo dell'anno precedente. <br><br>

Ma di Troisi vanno anche ricordati film come Le vie del Signore sono finite (1987) a Pensavo fosse amore... e invece era un calesse (1991) e soprattutto la collaborazione con grande maestro Ettore Scola che ne intuì le potenzialità di un attore assolutamente unico fino a farne l'anima del suo appassionato Il viaggio di Capitan Fracassa (1990) in cui vestiva la maschera di Pulcinella e a dargli l’opportunità di dialogare sul set con un maestro come Marcello Mastroianni. Ne uscì una coppia di film assolutamente unici come Che ora è? e Splendor (nel 1989) e per il primo Massimo ebbe la Coppa Volpi alla mostra di Venezia. <br><br>

Nella bacheca di Troisi i premi (dai David ai Nastri d'argento) non mancavano ma proprio il successo planetario de Il Postino dice quanta strada avesse ancora davanti il ragazzo di San Giorgio a Cremano. A 21 anni dalla sua scomparsa resta il sentimento di un talento irripetibile e luminoso che avrebbe regalato a noi pubblico, alla sua terra e al cinema di ogni latitudine quella malinconica e intelligente comicità che. oggi, ci manca tanto, troppo. <br><br>

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