Sotto il cielo delle Hawaii: La Recensione
CinemaAmore e Guerre in un commedia non solo romantica, che segna il ritorno alla regia di Cameron Crowe. Nel cast Emma Stone, Bradley Cooper, Rachel Adams e un travolgente Bill Murray
di Barbara Tarricone
Un uomo si trova sempre al momento in cui si chiede se abbia fatto un madornale sbaglio a lasciare andare quella ex fidanzata. Questa la premessa di Sotto il cielo delle Hawaii, diretto da Cameron Crowe dove l'uomo è Bradley Cooper nei panni di Brian Gilcrest, acciaccato, ma sempre hot contractor dell’esercito di ritorno alle Hawaii. Di ritorno perché, come capiamo poco dopo l'atterraggio sull'isola, qui Brian ci viveva quando era la sua base militare e quando frequentava l'ex ragazza di cui sopra: Tracy (Rachel McAdams), che nel frattempo si è rifatta una vita e ha due figli con un altro collega militare Woody (John Krasinski).
Nella sua poco eroica missione al soldo di un privato miliardario (un sempre eccezionale Bill Murray) viene affiancato dal Capitano Ng (Emma Stone) che senza peli sulla lingua, rivela presto un interesse per il bel, ma chiaramente emotivamente non disponibile Brian.
Mentre aspettiamo di capire che cosa sceglierà Brian ci troviamo in una terra di mezzo. Tra fidanzata vecchia e possibile fidanzata nuova, tra militari e privati (“Questo è il nuovo esercito!” ripetono come un mantra i graduati nello spiegare il loro coinvolgimento -a pagamento- con missioni private) e tra le Hawaii come territorio occupato (come sono viste dagli indigeni) o come stato americano. Nel ruolo del capo del movimento indigeno, carica spirituale più che politica non c’è un attore ma il vero leader del movimento Dennis “Bumpy” Kanahele che per tutto il film indossa una canotta con la scritta "Hawaiiano per nascita, Americano per forza..."
C’e' anche una questione morale, e una ripetuta e divertente teoria (sostenibile) sulla diversità di comunicazione tra uomo e donna, con i primi che si affidano prevalentemente al non detto e alla gestualità ed un conseguente ed esilarante dialogo muto (ma sottotitolato per noi spettatori) tra Kraskinski e Cooper.
Se non sull'amore impariamo qualcosa sul microcosmo americano delle basi militari con le famiglie formate da componenti dell’esercito (per i personaggi di Tracy e Woody il regista e sceneggiatore ha studiato da vicino una vera military family) e come già , ma in modo diverso era successo per Paradiso Perduto di Alexander Payne, comprendiamo un po’ di più il mondo delle Hawaii e il rapporto in bilico e delicato tra esercito e indigeni, tra occupazione e libertà, tra chi ci è nato e chi ci si trapianta.