Indimenticabili – Don Camillo

Cinema
Fernandel nei panni di Don Camillo
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Su Sky Cinema Classics ritorna il parroco più famoso della storia del cinema, nato dalla penna di Guareschi. con una maratona dei cinque film interpretati da Fernandel e Gino Cervi Venerdì 1 maggio a partire dalle 11.40


Il faccione lungo, l'aria bonaria e il gusto della battuta popolare, sanguigna: scomparso il 26 febbraio del 1971, il grande Fernandel è soprattutto per noi italiani è Don Camillo, il battagliero e sornione parroco di un paesino emiliano in perenne polemica con il sindaco comunista Peppone, interpretato da Gino Cervi.

L'inseparabile coppia di amici-nemici, uscita dalla fantasia di Giovanni Guareschi, ha accompagnato il pubblico italiano dal 1952 al 1965. Ad oltre sessant'anni dal loro debutto al cinema, godono ancora di un successo straordinario: i romanzi continuano a essere pubblicati in Italia come all'estero e la loro versione cinematografica raccoglie centinaia di migliaia di telespettatori nonostante i ciclici passaggi in tv.

Sky Cinema Classics dedica al parroco più famoso della storia del cinema una lunga maratona con tutti e cinque i film interpretati da Fernandel e Gino Cervi. S’incomincia alle 11.40 con DON CAMILLO, il primo episodio della serie; seguono IL RITORNO DI DON CAMILLO alle 13.30, DON CAMILLO E L’ONOREVOLE PEPPONE alle 15.20 e DON CAMILLO MONSIGNORE… MA NON TROPPO alle 17.05. Chiude l’appuntamento alle 19.05 IL COMPAGNO DON CAMILLO.

Fernandel e l'Italia è stata una storia di amore e di affinità: marsigliese (il suo vero nome era Fernand Joseph Desire' Contandin), aveva nella spontaneità mediterranea la sua arma migliore per conquistare il pubblico italiano. Tanto che recitò in innumerevoli film fra il Cinquanta e il Sessanta, al fianco di Totò ( La legge è legge), di Alberto Sordi e Gassman (per la regia di Vittorio de Sica ne Il giudizio universale), di Ugo Tognazzi ( Psicanalista per signora). In Francia, però, Fernandel - a parte la saga di Don Camillo - è legato soprattutto al ricordo di un film diventato oggetto di culto, La vacca e il prigioniero di Henri Verneuil, con il protagonista nei panni di un prigioniero di guerra che evade fingendo di pascolare una mucca.

Fernandel era un vero animale di scena, come si conveniva ai grandi talenti di un tempo. A 7 anni seguiva già le orme del padre, che a Marsiglia faceva l'impiegato di giorno e lo chansonnier di notte e si esibiva al teatro Chave. Da giovanissimo conquistò Parigi esibendosi proprio come chansonnier, intervallando le canzoni con sketch e battute da avanspettacolo. I critici gli rimproveravano di essere un clown, uno che aveva fatto fortuna con le smorfie: ''forse - diceva, sono soltanto uno che fa le smorfie. Ma se il buon Dio mi ha fatto come sono, è forse perché' contava un po' su di me per aiutare i miei simili a sopportare le loro pene''.

E in questo sentimento c’è tutta la grandezza di un attore davvero indimenticabile

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