Da quella biblica a quella velenosa di Biancaneve (in onda su Sky Cinema Principesse), dalla Apple dei Beatles a quella di Steve Jobs, ecco il frutto più succulento che ci sia
Tutti ne vogliono un morso.
Dai musicisti ai cineasti, dai geek ai design addict, non c’è esteta che non la veneri come un amuleto.
Stiamo parlando del frutto più famoso del red carpet, anch’esso red e glorioso proprio come il tappeto su cui da sempre sfila a testa alta: la mela.
Da Walt Disney a Isaac Newton passando per John Lennon e Steve Jobs, non c’è cervellone che non si sia lasciato ispirare proprio da questa appetitosa musa.
Se proprio la mela è l’accessorio più gettonato nei kit di Carnevale di Biancaneve, un motivo ci sarà: attorno al frutto avvelenato che addenterà la bella principessa Disney, protagonista assieme alle altrettanto deliziose colleghe di Sky Cinema Principesse (da venerdì 3 a domenica 12 aprile sul canale 304), ruota infatti tutta la trama sia della fiaba dei fratelli Grimm Biancaneve e i sette nani sia del celeberrimo film d’animazione a essa ispirato.
Ma non solo nella storia firmata Grimm e Disney la mela mette tutti nei guai: anche nell’ Iliade la mela d’oro che Paride diede ad Afrodite per premiarne la bellezza creò non poco scompiglio, per non parlare di quella biblica che Adamo staccò dall’albero proibito dell’Eden dietro consiglio di Eva…
Leggenda vuole che un boccone del frutto maledetto rimase incastrato in gola ad Adamo, esattamente all’altezza di quello che oggi viene definito, appunto, pomo d’Adamo. Ma la cacciata dal paradiso terrestre è una conseguenza ben più catastrofica di quel fatidico morso.
Fatale fu anche la mela di Alan Turing, il matematico che si suicidò all’età di 41 anni traendo spunto proprio dalla fiaba di Biancaneve: mangiò un letale pomo nel quale aveva iniettato cianuro di potassio.
Eppure la mela non è soltanto caratterizzata negativamente nella storia: da quella posta sulla testa del figlio di Guglielmo Tell e colpita dalla sua freccia fino a quella che cadde sul capo di Isaac Newton, provocandogli un bernoccolo ma anche l’intuizione del secolo (quella a cui seguì la legge di gravitazione universale), la apple ne ha ispirate di grandi idee!
Parola di Steve Jobs, che nel 1976 scelse proprio lei come simbolo della sua Apple Inc.
La sua mela mordicchiata si contende la fama con un’altra apple celeberrima: la Big in cui abitano Carrie Bradshow e, neanche a farlo apposta, Mr. Big.
New York viene definita Big Apple per svariati motivi. Nel 1909 lo scrittore Edward S. Martin paragona lo Stato di New York a un melo, con le radici nella valle del fiume Mississippi e il frutto a New York (il libro è The Wayfarer in New York).
Negli anni Venti il termine fu riproposto dal cronista sportivo John Fitzgerald, che aveva sentito definire così l'ippodromo di New York.
Si narra perfino che durante il Proibizionismo i musicisti jazz ricevessero una grossa mela rossa in cambio delle loro jam session nei locali di Manhattan.
Per evitare che la mela del vicino sia sempre più rossa, i Beatles andarono controcorrente scegliendo per la loro mitica casa discografica fondata nel 1968 a Londra una verdissima Granny Smith.
Sarà in omaggio a quell’Apple che Capitan Hector Barbossa mangia solo mele verdi nella trilogia cinematografica dei Pirati dei Caraibi?
Una cosa è certa: una mela al giorno toglie la noia di torno.
Dai musicisti ai cineasti, dai geek ai design addict, non c’è esteta che non la veneri come un amuleto.
Stiamo parlando del frutto più famoso del red carpet, anch’esso red e glorioso proprio come il tappeto su cui da sempre sfila a testa alta: la mela.
Da Walt Disney a Isaac Newton passando per John Lennon e Steve Jobs, non c’è cervellone che non si sia lasciato ispirare proprio da questa appetitosa musa.
Se proprio la mela è l’accessorio più gettonato nei kit di Carnevale di Biancaneve, un motivo ci sarà: attorno al frutto avvelenato che addenterà la bella principessa Disney, protagonista assieme alle altrettanto deliziose colleghe di Sky Cinema Principesse (da venerdì 3 a domenica 12 aprile sul canale 304), ruota infatti tutta la trama sia della fiaba dei fratelli Grimm Biancaneve e i sette nani sia del celeberrimo film d’animazione a essa ispirato.
Ma non solo nella storia firmata Grimm e Disney la mela mette tutti nei guai: anche nell’ Iliade la mela d’oro che Paride diede ad Afrodite per premiarne la bellezza creò non poco scompiglio, per non parlare di quella biblica che Adamo staccò dall’albero proibito dell’Eden dietro consiglio di Eva…
Leggenda vuole che un boccone del frutto maledetto rimase incastrato in gola ad Adamo, esattamente all’altezza di quello che oggi viene definito, appunto, pomo d’Adamo. Ma la cacciata dal paradiso terrestre è una conseguenza ben più catastrofica di quel fatidico morso.
Fatale fu anche la mela di Alan Turing, il matematico che si suicidò all’età di 41 anni traendo spunto proprio dalla fiaba di Biancaneve: mangiò un letale pomo nel quale aveva iniettato cianuro di potassio.
Eppure la mela non è soltanto caratterizzata negativamente nella storia: da quella posta sulla testa del figlio di Guglielmo Tell e colpita dalla sua freccia fino a quella che cadde sul capo di Isaac Newton, provocandogli un bernoccolo ma anche l’intuizione del secolo (quella a cui seguì la legge di gravitazione universale), la apple ne ha ispirate di grandi idee!
Parola di Steve Jobs, che nel 1976 scelse proprio lei come simbolo della sua Apple Inc.
La sua mela mordicchiata si contende la fama con un’altra apple celeberrima: la Big in cui abitano Carrie Bradshow e, neanche a farlo apposta, Mr. Big.
New York viene definita Big Apple per svariati motivi. Nel 1909 lo scrittore Edward S. Martin paragona lo Stato di New York a un melo, con le radici nella valle del fiume Mississippi e il frutto a New York (il libro è The Wayfarer in New York).
Negli anni Venti il termine fu riproposto dal cronista sportivo John Fitzgerald, che aveva sentito definire così l'ippodromo di New York.
Si narra perfino che durante il Proibizionismo i musicisti jazz ricevessero una grossa mela rossa in cambio delle loro jam session nei locali di Manhattan.
Per evitare che la mela del vicino sia sempre più rossa, i Beatles andarono controcorrente scegliendo per la loro mitica casa discografica fondata nel 1968 a Londra una verdissima Granny Smith.
Sarà in omaggio a quell’Apple che Capitan Hector Barbossa mangia solo mele verdi nella trilogia cinematografica dei Pirati dei Caraibi?
Una cosa è certa: una mela al giorno toglie la noia di torno.