Messico e Oscar

Cinema
Alejandro González Iñárritu mostra con orgoglio il suo Oscar al fianco di Michael Keaton, protagonista di Birdman (foto: Getty Images)
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Grazie a Birdman, film in prima tv lunedì 22 febbraio alle 21.10 su Sky Cinema 1 HD, Alejandro Gonzalez Iñárritu si è aggiudicato nel 2015 l'Oscar per il Miglior film e la Miglior regia. E assieme ad Alfonso Cuarón e Guillermo Del Toro guida la carica dei registi messicani, da anni tra i più apprezzati a Hollywood.

Con gli Oscar 2016 alle porte, non guasta tornare a dare un'occhiata ai risultati degli Academy Awards del 2015, che hanno visto trionfare Alejandro González Iñárritu con il suo Birdman, in prima visione tv lunedì 22 febbraio alle 21.10 su Sky Cinema 1 HD. Il film si è portato a casa ben quattro statuette: per il Miglior film, per la Miglior regia, per la Miglior sceneggiatura originale e per la Miglior fotografia. Una gran bella soddisfazione per il suo paese, il Messico, che negli ultimi anni grazie a un pugno di coraggiosi registi è sulla cresta dell’onda a Hollywood, cuore simbolico degli Stati Uniti, che di solito nei confronti dei propri vicini del sud non è così accomodante. Ecco chi sono i paladini della rivalsa messicana.


Partiamo proprio da Alejandro González Iñárritu, che già prima di Birdman non era certo uno sconosciuto. Il regista nativo di Città del Messico si era imposto all’attenzione internazionale con il suo Amores Perros, che tra l’altro ha contribuito a consacrare un grande attore messicano, ovvero Gael Garcia Bernal. Dopo questo esordio che gli è valso la nomination agli Academy per il Miglior film straniero, Alejandro ha diretto un episodio di 11 settembre 2011, 21 grammi con Sean Penn, Babel con Brad Pitt e Cate Blanchett (due nomination: Miglior regista e Miglior film) e Biutiful, pellicola con Javier Bardem nominata come Miglior film straniero. Alla fine la statuetta… anzi, le statuette sono arrivate con Birdman, film per cui è stato tra l’altro premiato un suo esimio connazionale, il direttore della fotografia Emmanuel Lubezki.

L’anno scorso invece, agli Oscar era stato Alfonso Cuarón a dominare la serata con Gravity: su nove nomination, il film con Sandra Bullock astronauta alla deriva si è portato a casa addirittura sette premi, tra cui quello per la Miglior regia e quello per la Miglior fotografia (ancora una volta con Lubezki). Ma la storia di questo immaginifico regista comincia molto tempo prima: Alfonso aveva esordito alla regia nel lontano 1991 e negli anni ha diretto film diversi tra loro come Y tu Mamá También (di nuovo con Bernal), per cui ha ottenuto assieme al fratello Carlos una nomination agli Oscar per la Miglior sceneggiatura, Harry Potter e il prigioniero di Azkaban e I figli degli uomini, nominato per  Miglior fotografia e montaggio.

Il terzo alfiere del cinema messicano è Guillermo Del Toro, un vero e proprio beniamino degli amanti del cinema  horror e di fantascienza. Tra cult come La spina del diavolo e Il labirinto del fauno e blockbuster come i due Hellboy e  Pacific Rim, Guillermo si è imposto come uno dei punti di riferimento a livello mondiale nei film di genere. Lui di persona un Oscar non lo ha mai vinto, ma il suo Il labirinto del fauno di statuette se ne è aggiudicate ben tre: per la Miglior fotografia, Miglior scenografia e Miglior trucco.

Dietro Iñárritu, Cuarón e Del Toro (noti anche come i Three Amigos per via del rapporto che li lega), c’è tutto un mondo di professionisti di ogni tipo – altri registi, sceneggiatori, attori, direttori della fotografia e quant’altro – che stanno contribuendo in questi ultimi anni a rendere grande il cinema messicano. L'anno scorso l’onore è toccato a Alejandro González Iñárritu, che tra l'altro potrebbe bissare con il suo nuovo Revenant - Redivivo assieme al protagonista Leonardo DiCaprio in cerca del primo Oscar. Comunque vadano le cose, siamo sicuri che a breve ci sarà un altro regista a rappresentare il Messico sul palco degli Academy Awards.

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