Costumi da Oscar
CinemaDai meravigliosi vestiti indossati dagli attori del film Il grande Gatsby agli abiti sfarzosi e chic di Marie Antoinette, ecco le pellicole che hanno assicurato la statuetta ai costumisti
L’abito non fa il monaco.
Ma se assicura l’ Oscar, poco importa che sia solo apparenza, parola delle varie Catherine Martin, Jacqueline Durran e Milena Canonero.
Si tratta di tre famosissime costumiste che i registi corteggiano di continuo, forse perché questo magico trio di fashion designer ha sul comodino, accanto all’abat-jour e alla crema per le mani, qualcosa che tanti agognano: la statuetta d’oro per i migliori costumi in un film.
La prima, Catherine Martin, l’ha vinta nel 2014 grazie alle sue creazioni da sogno de Il grande Gatsby, film di cui è anche coproduttrice essendo la moglie del regista Baz Luhrmann.
Gli abiti indossati da Leonardo DiCaprio e Carey Mulligan, rispettivamente Jay Gatsby e Daisy Buchanan, non potevano certo passare inosservati, ma addirittura quelli delle comparse di scene spettacolari quali il mega party nel villone di Gatsby sono capolavori di haute couture e altissima sartoria.
L’anno precedente, nel 2013, l’Oscar è andato alla sua esimia collega Jacqueline Durran, costumista britannica premiata per la terza volta (le prime due risalgono alle edizioni degli Academy Awards del 2006 e al 2008, quando vinse per il suo lavoro in Orgoglio e pregiudizio ed Espiazione) per il film Anna Karenina diretto da Joe Wright.
Ma il guardaroba che manda più in sollucchero ogni fashion addict che si rispetti è senza dubbio quello con cui Kirsten Dunst si è rifatta gli occhi (e l’immagine) durante le riprese di Marie Antoinette, il capolavoro firmato Sofia Coppola
Per interpretare Maria Antonia Giuseppa Giovanna d'Asburgo-Lorena, meglio conosciuta come Maria Antonietta moglie di Luigi XVI Re di Francia, la Dunst si è calata nei panni sfarzosi creati dalla costumista italiana Milena Canonero, quelli con i quali si è assicurata il terzo Oscar nel 2007 (i primi due risalgono al 1976 e al 1982, vinti grazie ai costumi di Barry Lyndon e Momenti di gloria).
Per disegnare gli abiti dell’intera corte, la Canonero ha utilizzato molti schizzi dell’epoca e ha scelto capolavori tra cui spicca il liserè in seta dal nome Fragole (disegnato dall’azienda veneziana Rubelli e già vincitore di un altro premio Oscar nel 1988 con il film Le Relazioni Pericolose) che trae ispirazione da un ricamo del Settecento che decorava un gilet oggi conservato presso i Musei Civici Veneziani.
Anche i pomposi abiti regali ideati da Alexandra Byrne per il film Elizabeth: The Golden Age e quelli confezionati da Michael O'Connor per La duchessa sono degni di nota (e sono stati degni dell’Oscar, rispettivamente nel 2008 e nel 2009).
Entrati nel mito (e gettonatissimi ad Halloween) sono gli abiti che la costumista giapponese Eiko Ishioka ha creato per il capolavoro horror girato dal paparino di Sofia: Dracula di Bram Stoker, uno dei grandi capolavori di casa Coppola.
Mentre non c’è nerd che si rispetti che a Carnevale non opti per gli abiti disegnati da John Mollo, il costumista inglese al quale si devono i vestiti della saga di Guerre Stellari (Oscar nel 1978).
Ma se assicura l’ Oscar, poco importa che sia solo apparenza, parola delle varie Catherine Martin, Jacqueline Durran e Milena Canonero.
Si tratta di tre famosissime costumiste che i registi corteggiano di continuo, forse perché questo magico trio di fashion designer ha sul comodino, accanto all’abat-jour e alla crema per le mani, qualcosa che tanti agognano: la statuetta d’oro per i migliori costumi in un film.
La prima, Catherine Martin, l’ha vinta nel 2014 grazie alle sue creazioni da sogno de Il grande Gatsby, film di cui è anche coproduttrice essendo la moglie del regista Baz Luhrmann.
Gli abiti indossati da Leonardo DiCaprio e Carey Mulligan, rispettivamente Jay Gatsby e Daisy Buchanan, non potevano certo passare inosservati, ma addirittura quelli delle comparse di scene spettacolari quali il mega party nel villone di Gatsby sono capolavori di haute couture e altissima sartoria.
L’anno precedente, nel 2013, l’Oscar è andato alla sua esimia collega Jacqueline Durran, costumista britannica premiata per la terza volta (le prime due risalgono alle edizioni degli Academy Awards del 2006 e al 2008, quando vinse per il suo lavoro in Orgoglio e pregiudizio ed Espiazione) per il film Anna Karenina diretto da Joe Wright.
Ma il guardaroba che manda più in sollucchero ogni fashion addict che si rispetti è senza dubbio quello con cui Kirsten Dunst si è rifatta gli occhi (e l’immagine) durante le riprese di Marie Antoinette, il capolavoro firmato Sofia Coppola
Per interpretare Maria Antonia Giuseppa Giovanna d'Asburgo-Lorena, meglio conosciuta come Maria Antonietta moglie di Luigi XVI Re di Francia, la Dunst si è calata nei panni sfarzosi creati dalla costumista italiana Milena Canonero, quelli con i quali si è assicurata il terzo Oscar nel 2007 (i primi due risalgono al 1976 e al 1982, vinti grazie ai costumi di Barry Lyndon e Momenti di gloria).
Per disegnare gli abiti dell’intera corte, la Canonero ha utilizzato molti schizzi dell’epoca e ha scelto capolavori tra cui spicca il liserè in seta dal nome Fragole (disegnato dall’azienda veneziana Rubelli e già vincitore di un altro premio Oscar nel 1988 con il film Le Relazioni Pericolose) che trae ispirazione da un ricamo del Settecento che decorava un gilet oggi conservato presso i Musei Civici Veneziani.
Anche i pomposi abiti regali ideati da Alexandra Byrne per il film Elizabeth: The Golden Age e quelli confezionati da Michael O'Connor per La duchessa sono degni di nota (e sono stati degni dell’Oscar, rispettivamente nel 2008 e nel 2009).
Entrati nel mito (e gettonatissimi ad Halloween) sono gli abiti che la costumista giapponese Eiko Ishioka ha creato per il capolavoro horror girato dal paparino di Sofia: Dracula di Bram Stoker, uno dei grandi capolavori di casa Coppola.
Mentre non c’è nerd che si rispetti che a Carnevale non opti per gli abiti disegnati da John Mollo, il costumista inglese al quale si devono i vestiti della saga di Guerre Stellari (Oscar nel 1978).