Nessun Disaster, il vulcano è un amico grazie al vulcanologo

Cinema
Un particolare della locandina di "Volcano"
volcano

Il cinema li racconta malvagi e crudeli, per la mitologia sono la porta dell'inferno ma per Salvatore Caffo, vulcanologo del Parco dell'Etna, i vulcani sono amici che aiutano la vita a rinascere. Il ciclo Disaster è su Sky Cimena Hits dal 7 al 23 novembre

La letteratura li racconta come esseri mostruosi, affamati di vite umane, il cinema ne ha fatto voraci bocche che sputano fuoco, la mitologia sostiene che sono le porte dell'infermo. Vade retro vulcano! Ma non è così, il vulcano è respiro lungo della terra, è un calore che ricrea. Mentre Sky Cinema Hits ci racconta come il cinema ha affrontato i disastri, naturali e non, nel ciclo Disaster in programmazione dal 7 al 23 novembre, il vulcanologo del Parco dell'Etna Salvatore Caffo ci racconta perché il vulcano va visto non con indulgenza ma con affetto. La sua voce va all'unisono col respiro del cratere, col sommovimento del magma, con gli sbuffi caldi, con i lapilli che arrossano il cielo, con la cenere che si deposita nelle vicinanze. E anche nelle lontananze se il vulcano è particolarmente irato.

Salvatore Caffo come si diventa vulcanologi?

C'è un aspetto personale, che è la passione per la montana, l'amore per la natura, e un aspetto scientifico che nasce all'improvviso.
Lei quando lo ha percepito?
Nel 1971 sono andato in autobus da Catania a Milo per assietere a una eruzione dell'Etna: frequentavo la prima media, ho deciso che sarei diventato un vulcanologo.
E così è stato.
Sì. Ma il mio lavoro è molto più ampio di quanto dice la parola.
Si spieghi.
Oltre a monitorare il vulcano ci sono i corsi didattici all'università, le escursione didattiche sulle pendici dell'Etna. Siamo simili ai parchi americani. Certo si misurano le emissioni, le fratture, il magma, il suolo ma la vulcnalogia deve anche parlare ai non addetti ai lavori.
E' una scienza esatta?
Ci prova. In passato la visione era più romantica.
Ci dice qualche parametro di valutazione?
Temperature del gas, tipologie di gas, deformazioni del suolo, clinometri legati ai satelliti, le tipologie delle fratture eruttive, la storia geofisica del versante...
Rischi per la popolazione.
Entriamo in un ambito sterminato. La più evidente è la cenere che piove sulle città a contatto con l'acqua diventa fango e può creare problemi per il peso se le grondaie non sono pulite. Si chiama, in gergo, sovraccarico statico.
Perché il vulcano è cattivo?
Scontiamo un meccanismo umano, ricordiamo solo l'aspetto disastro. E invece segue leggi naturali, emette calore, c'è uno scambio energetico.
Cosa è un vulcano?
Una valvola tra l'interno e l'sterno del mondo.
Quali sono i più arrabbiati?
Direi il Pinatubo nelle Filippine e il Sant'Helens nello stato di Washington.
I più quieti?
Forse quelli delle Hawaii.
Lei elenca mille benefici ma si parla solo di disastri.
L'impatto negativo arriva dalla descrizione dell'eruzione del Vesuvio di Plinio il Giovane. Poi ci fu l'altra eruzione nel 1631, sempre del vesuvio. Esistono le immagini dei soldati americani che riprendono una eruzione durante la seconda guerra mondiale. Per queste e mille altre situaioni il cratere è la porta degli inferi ma non è così: i terreni sono fertili, i paesaggi, modellati nei millenni, unici. Le eruzioni cambiano la geografia.
Un esempio?
Nel 1669 l'Etna modofico la morfologia di Catania e di molti paesi. Il castello voluto da Federico II era sul mare e ora è nel centro storico.
Ha visto film sui vulcani?
Parecchi. Quello che più amo è Volcano.
Insomma sono buoni.
Perché accusiamo solo i vulcani e assolviamo solo gli uomini. Spesso siamo noi il problema: distruggiamo le piante, non curiamo il territorio. I vulcani sono integrati al disegno della natura, noi siamo sganciati.
Se dovesse tradire il suo Etna?
Me ne andrei in Nuova Zelanda a flirtare col Ruapehu.






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