Bling Ring: "Let’s go shopping"
CinemaIspirato a fatti reali, il film di Sophia Coppola mette in scena la vita di un gruppo di adolescenti annoiati che mettono in atto una serie di furti nelle case dei vip di Hollywood. Su Sky Cinema 1, in prima visione, mercoledì 8 ottobre alle 21.10
Al cinema è uscito nel 2013 e Sky Cinema 1 lo trasmetterà, in prima visione,
mercoledì 8 ottobre alle 21.10: è
Bling Ring, l'ultimo film di Sofia Coppola con Emma Watson tra i protagonisti.
La pellicola racconta una storia vera: nel 2009 un gruppo di adolescenti californiani venne arrestato e condannato per aver svaligiato diverse case di celebrità quali Lindsay Lohan, Megan Fox, Orlando Bloom e Paris Hilton. La giovane gang venne presto ribattezzata come il "Bling Ring" (la banda dei gingilli) e divenne oggetto di interesse di tutti i media, tabloid e riviste di moda e gossip in primis. Fu però un articolo scritto da Nancy Jo Sales per Vanity Fair dall'evocativo titolo The Suspects Wore Louboutins a catturare l'attenzione della regista Sofia Coppola che, fresca del Leone d'oro ottenuto a Venezia, seppur tra le polemiche, per Somewhere, era alla ricerca di un soggetto che le permettesse di distanziarsi dalla sua ultima regia.
E' stata la stessa Coppola, che del film è anche autrice del soggetto, sceneggiatrice e co-produttrice, ad aver raccontato come è nata l'idea della pellicola. "Mi ricordo di quando se n'è cominciato a parlare nelle news, ma all'epoca non ci avevo prestato molta attenzione. Poi ho letto un articolo su Vanity Fair e ho pensato che sembrava proprio la trama di un film. "Era incredibile: ragazzi giovani e carini che facevano quelle brutte cose nel mondo agiato e scintillante delle star. Le loro dichiarazioni mi hanno molto colpita. Sembrava che non si rendessero conto di aver fatto qualcosa di veramente sbagliato e che fossero interessati soprattutto alla celebrità ottenuta grazie alle rapine".
Una storia vera che la Coppola sa raccontare splendidamente mettendo in evidenza soprattutto non il lato più evidente di cronaca, come i furti nelle ville ma il desiderio dei ragazzi di assomigliare ai propri idoli derubati. Fanno da sfondo gli spazi idealmente vuoti delle enormi case dei vip hollywoodiane, luoghi quasi sempre disabitati e l’enorme quantità di capi di vestiario, scarpe e accessori tipiche da star di cui sono riempite.
Con Bling Ring, Sofia Coppola dirige un film capace di indagare in maniera originale le generazioni digitali, utilizzando sapientemente il mezzo dei Social in modo quanto mai distante dal lavoro svolto da David Fincher con The Social Network e in modo opposto ma altrettanto riuscito dello Spring Breakers di Harmony Korine.
La pellicola racconta una storia vera: nel 2009 un gruppo di adolescenti californiani venne arrestato e condannato per aver svaligiato diverse case di celebrità quali Lindsay Lohan, Megan Fox, Orlando Bloom e Paris Hilton. La giovane gang venne presto ribattezzata come il "Bling Ring" (la banda dei gingilli) e divenne oggetto di interesse di tutti i media, tabloid e riviste di moda e gossip in primis. Fu però un articolo scritto da Nancy Jo Sales per Vanity Fair dall'evocativo titolo The Suspects Wore Louboutins a catturare l'attenzione della regista Sofia Coppola che, fresca del Leone d'oro ottenuto a Venezia, seppur tra le polemiche, per Somewhere, era alla ricerca di un soggetto che le permettesse di distanziarsi dalla sua ultima regia.
E' stata la stessa Coppola, che del film è anche autrice del soggetto, sceneggiatrice e co-produttrice, ad aver raccontato come è nata l'idea della pellicola. "Mi ricordo di quando se n'è cominciato a parlare nelle news, ma all'epoca non ci avevo prestato molta attenzione. Poi ho letto un articolo su Vanity Fair e ho pensato che sembrava proprio la trama di un film. "Era incredibile: ragazzi giovani e carini che facevano quelle brutte cose nel mondo agiato e scintillante delle star. Le loro dichiarazioni mi hanno molto colpita. Sembrava che non si rendessero conto di aver fatto qualcosa di veramente sbagliato e che fossero interessati soprattutto alla celebrità ottenuta grazie alle rapine".
Una storia vera che la Coppola sa raccontare splendidamente mettendo in evidenza soprattutto non il lato più evidente di cronaca, come i furti nelle ville ma il desiderio dei ragazzi di assomigliare ai propri idoli derubati. Fanno da sfondo gli spazi idealmente vuoti delle enormi case dei vip hollywoodiane, luoghi quasi sempre disabitati e l’enorme quantità di capi di vestiario, scarpe e accessori tipiche da star di cui sono riempite.
Con Bling Ring, Sofia Coppola dirige un film capace di indagare in maniera originale le generazioni digitali, utilizzando sapientemente il mezzo dei Social in modo quanto mai distante dal lavoro svolto da David Fincher con The Social Network e in modo opposto ma altrettanto riuscito dello Spring Breakers di Harmony Korine.