Seguendo Jep Gambardella, interpretato da un immenso Toni Servillo, un intellettuale dandy napoletano di 65 anni autore di un solo romanzo scritto 40 anni fa e grande viveur, Sorrentino racconta in maniera grottesca e a volte dissacrante una Roma degradata, con i suoi ricchi vuoti e annoiati, le feste scatenate a base di musica dance, balli di gruppo, drink e coca: "Grazie alle mie fonti di ispirazione Federico Fellini, Martin Scorsese, Diego Armando Maradona, i Talking Heads, a Roma, a Napoli e alla mia più grande bellezza personale, Daniela, Anna e Carlo". Queste le prime parole di Paolo Sorrentino sul palco del Dolby Teathre dopo aver ricevuto l'Oscar per La Grande Bellezza.
Nella successiva conferenza stampa Sorrentino ha poi dichiarato:
"Sono molto molto emozionato felice e sollevato perche' (vincere) non era affatto scontato", perche' i "concorrenti erano molto temibili e stavano facendo un grande lavoro".
Rispondendo alle domande dei molti giornalisti presenti il regista de "La grande bellezza" Sorrentino ha auspicato, "che l'industria cinematografica italiana faccia di più", per il mercato internazionale, perché, ha detto, è, "da lungo tempo (troppo) che facciamo film solo per il mercato locale. Spero che questo premio funga da stimolo al cinema italiano".
Il regista ha poi chiarito che durante la cerimonia i personaggi citati, "Fellini, Talking Heads, Scorsese e Maradona", piu' che una dedica sono stati, "per me una fonte di ispirazione. Quattro campioni nella loro arte che mi hanno molto insegnato tutti cosa vuol dire fare un grande spettacolo (cosa) che penso sia inanzitutto alla base dello spettacolo cinematografico".