Lunedì 7 ottobre alle 21.10 va in onda su Sky Cinema e Sky 3D l'ultimo classico targato Disney, dove il cattivo di un videogioco tenta di dimostrare che così malvagio non è: tra citazioni e colpi di scena, Ralph Spaccatutto è un imperdibile capolavoro.
di
Matteo Mazzuca
“Io non sono cattiva, è che mi disegnano così” diceva Jessica Rabbit con tono ambiguo, sensuale e, diciamolo, anche un po’ compiaciuto. Certo, la fidanzata di Roger Rabbit poteva consolarsi con un vitino da vespa fulcro di un corpo tutto curve, ma ai cattivi, quelli veri, spesso va molto, molto peggio.
A Ralph Spaccatutto, ad esempio, è toccato un fisico ricalcato sul gorilla Donkey Kong, una zazzera ribelle in testa e due manone sproporzionate grazie a cui riesce, appunto, a spaccare tutto. Il physique du role, insomma. Ma Ralph è cattivo per contratto; sotto sotto ha un cuore d’oro. E vuole dimostrarlo, a tutti i costi.
Così, si avventura al di fuori del suo videogioco di origine ( Felix Aggiustatutto) per vincere una di quelle medaglie che spettano solo ai buoni, agli eroi. I suoi passi lo condurranno dentro lo zuccheroso mondo automobilistico di Sugar Rush, dove si imbatterà nella pestifera Vanellope Von Schweetz, un glitch, cioè un errore di programmazione che desidera poter gareggiare insieme alle protagoniste ufficiali.
I due outsider, nel tentativo di liberarsi da ruoli così ingombranti, stringono un patto che, per farla breve, dà vita a uno dei migliori film di animazione degli ultimi anni.
Vero e proprio bouquet di citazioni videoludiche per gli appassionati, Ralph Spaccatutto si distingue soprattutto per una sceneggiatura dall’impianto classico ma raramente così appassionante e sorprendente. Ogni elemento narrativo viene disposto con cura in occasione dell’atto conclusivo, ed è davvero difficile non lasciarsi sorprendere dai colpi di scena sapientemente orchestrati.
Non solo. Le gag sono sempre divertenti, integrate nel tessuto narrativo e mai fini a se stesse, così come gli omaggi non si limitano ai soli videogame ma anche ad altri fenomeni della cultura popolare, dalla frizzante accoppiata Mentos-Coca cola ai facehugger di Alien.
La sensazione è che, dopo l’inevitabile calo seguito al Rinascimento Disneyano degli Anni 90, la concorrenza portata nel campo dell’animazione da rivali come la Dreamworks e, soprattutto, la Pixar, abbia dato i suoi frutti anche nel team capitanato da Mickey Mouse. E il premio Oscar, in questo caso, sarebbe stato più che meritato.
Ma a differenza dei rivali che hanno riscosso l’approvazione dell’Academy, Ralph Spaccatutto può fregiarsi di un riconoscimento ancora più importante: quello che viene dal cuore degli spettatori. E questa, per il protagonista, è la medaglia più preziosa.
“Io non sono cattiva, è che mi disegnano così” diceva Jessica Rabbit con tono ambiguo, sensuale e, diciamolo, anche un po’ compiaciuto. Certo, la fidanzata di Roger Rabbit poteva consolarsi con un vitino da vespa fulcro di un corpo tutto curve, ma ai cattivi, quelli veri, spesso va molto, molto peggio.
A Ralph Spaccatutto, ad esempio, è toccato un fisico ricalcato sul gorilla Donkey Kong, una zazzera ribelle in testa e due manone sproporzionate grazie a cui riesce, appunto, a spaccare tutto. Il physique du role, insomma. Ma Ralph è cattivo per contratto; sotto sotto ha un cuore d’oro. E vuole dimostrarlo, a tutti i costi.
Così, si avventura al di fuori del suo videogioco di origine ( Felix Aggiustatutto) per vincere una di quelle medaglie che spettano solo ai buoni, agli eroi. I suoi passi lo condurranno dentro lo zuccheroso mondo automobilistico di Sugar Rush, dove si imbatterà nella pestifera Vanellope Von Schweetz, un glitch, cioè un errore di programmazione che desidera poter gareggiare insieme alle protagoniste ufficiali.
I due outsider, nel tentativo di liberarsi da ruoli così ingombranti, stringono un patto che, per farla breve, dà vita a uno dei migliori film di animazione degli ultimi anni.
Vero e proprio bouquet di citazioni videoludiche per gli appassionati, Ralph Spaccatutto si distingue soprattutto per una sceneggiatura dall’impianto classico ma raramente così appassionante e sorprendente. Ogni elemento narrativo viene disposto con cura in occasione dell’atto conclusivo, ed è davvero difficile non lasciarsi sorprendere dai colpi di scena sapientemente orchestrati.
Non solo. Le gag sono sempre divertenti, integrate nel tessuto narrativo e mai fini a se stesse, così come gli omaggi non si limitano ai soli videogame ma anche ad altri fenomeni della cultura popolare, dalla frizzante accoppiata Mentos-Coca cola ai facehugger di Alien.
La sensazione è che, dopo l’inevitabile calo seguito al Rinascimento Disneyano degli Anni 90, la concorrenza portata nel campo dell’animazione da rivali come la Dreamworks e, soprattutto, la Pixar, abbia dato i suoi frutti anche nel team capitanato da Mickey Mouse. E il premio Oscar, in questo caso, sarebbe stato più che meritato.
Ma a differenza dei rivali che hanno riscosso l’approvazione dell’Academy, Ralph Spaccatutto può fregiarsi di un riconoscimento ancora più importante: quello che viene dal cuore degli spettatori. E questa, per il protagonista, è la medaglia più preziosa.