In questo servizio di Sky da Venezia, Francesco Castelnuovo e Denise Negri ci raccontano del documentario sul movimento delle attiviste in topless Ukraine is not a brothel, L'intrepido di Gianni Amelio e The Unknown Known di Errol Morris: guarda il video
Divide la stampa la proiezione del secondo film in concorso alla Mostra di Gianni Amelio, inizialmente fischi e applausi, poi solo applausi. L'intrepido, in sala dal 5 settembre sarà presente anche al festival di Toronto da dove due anni fa il regista era tornato vincente con Il primo uomo.
Il personaggio di Antonio Pane (Antonio Albanese), di “professione” uomo di rimpiazzo di altri, in lavori ogni giorno diversi, racconta come fare a superare il momentaccio e avere uno scopo per alzarsi la mattina. Nel film c'è un inno alla dignità, “a quel valore che ci fa reagire ad una realtà in un modo diverso dal compromesso, dal diventare mascalzoni anche noi, dall'usare le stesse armi con cui tutti ci feriscono”.
Davanti ai microfoni di Sky Cinema Albanese dichiara: ” Nella sua dolcezza, è un film trasgressivo, il tema è il lavoro ma sono importanti soprattutto i rapporti generazionali che affrontiamo con leggerezza ma anche con speranza”.
E dall’Italia all’America con il documentario-intervista Known and unknown di Errol Morris che racconta le confessioni di un ex segretario di Stato. Il regista e documentarista, nonché premio Oscar per The fog of war, affronta delicatissimi temi di politica estera, a partire dalle scelte sulla guerra in Iraq.
E a proposito di guerra, per meglio di protesta pacifica, sbarcano al Lido le attiviste del movimento Femen accompagnate dalla regista del film fuori concorso, Kitty Green (che è rimasta vestita). L'occasione è stata la presentazione de Ukraine ne bordel, un documentario sul movimento nato in Ucraina, che potrà finalmente fare luce sulla vita “vera” di queste donne, al di là delle apparenze.
Il meglio e il peggio del Festival? Scoprilo nel servizio di Sky da Venezia.
Il personaggio di Antonio Pane (Antonio Albanese), di “professione” uomo di rimpiazzo di altri, in lavori ogni giorno diversi, racconta come fare a superare il momentaccio e avere uno scopo per alzarsi la mattina. Nel film c'è un inno alla dignità, “a quel valore che ci fa reagire ad una realtà in un modo diverso dal compromesso, dal diventare mascalzoni anche noi, dall'usare le stesse armi con cui tutti ci feriscono”.
Davanti ai microfoni di Sky Cinema Albanese dichiara: ” Nella sua dolcezza, è un film trasgressivo, il tema è il lavoro ma sono importanti soprattutto i rapporti generazionali che affrontiamo con leggerezza ma anche con speranza”.
E dall’Italia all’America con il documentario-intervista Known and unknown di Errol Morris che racconta le confessioni di un ex segretario di Stato. Il regista e documentarista, nonché premio Oscar per The fog of war, affronta delicatissimi temi di politica estera, a partire dalle scelte sulla guerra in Iraq.
E a proposito di guerra, per meglio di protesta pacifica, sbarcano al Lido le attiviste del movimento Femen accompagnate dalla regista del film fuori concorso, Kitty Green (che è rimasta vestita). L'occasione è stata la presentazione de Ukraine ne bordel, un documentario sul movimento nato in Ucraina, che potrà finalmente fare luce sulla vita “vera” di queste donne, al di là delle apparenze.
Il meglio e il peggio del Festival? Scoprilo nel servizio di Sky da Venezia.