Google arriva al cinema: quanto c'è di vero?

Cinema
Vince Vaughan e Owen Wilson in una scensa di The Internship - Credits: FOX 2013
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The Internship, il film ambientato nel campus del motore di ricerca, è appena uscito negli Stati Uniti. E in tanti si chiedono quanto sia realistica la rappresentazione cinematografica del colosso del web

di Raffaele Mastrolonardo

Due quarantenni poco tecnologici entrano a Google per uno stage. La trama di The Internship, film uscito negli Stati Uniti lo scorso weekend, può essere sintetizzata in una riga. Il resto lo lascia immaginare l'identità dei due attori principali: Owen Wilson e Vince Vaughn. Vale a dire: gag, ironia ed equivoci. Il tutto ambientato nel campus del motore di ricerca più popolare del web che diventa il terzo protagonista della storia. Tanto centrale nella sceneggiatura da spingere molti a chiedersi quanto realistica sia la rappresentazione cinematografica dell'atmosfera che si respira nei palazzi dell'azienda di Mountain View. Il verdetto, emesso da ex impiegati, esperti del settore tech e veri stagisti, è abbastanza positivo: il mondo di Google descritto nel film non è poi così lontano dalla realtà anche se non mancano svarioni clamorosi.

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L'ambiente – A stupire piacevolmente chi nella situazione di Wilson e Vaughan si è trovato veramente sono, per esempio, i dettagli dell'ambiente. “Hanno fatto davvero un buon lavoro nel fare sì che tutto il film sembri girato veramente a Google”, ha raccontato al magazine online Mashable un attuale impiegato dell'azienda che è passato attraverso uno stage. “Ho apprezzato le piccole cose, da quello che si vede sullo sfondo dei monitor agli adesivi sui laptop”. In realtà, solo poche riprese di The Internship sono state effettuate nel campus di Google, la maggior parte hanno avuto luogo presso il Georgia Institute of Technology. Eppure la rappresentazione del contesto, a detta di chi lo frequenta, è piuttosto accurata, a cominciare dai celebri svaghi e servizi che il colosso del web offre ai dipendenti: pranzi gratis, parrucchiere, palestra, calcio balilla, ping pong, massaggi e pure lavanderia. “Ci sono reti da pallavolo e, dove lavoro io, anche una piscina all'aperto”, conferma un attuale stagista.

Le persone – Meno fedele, e forse non poteva essere diversamente, il ritratto dei dipendenti. Secondo Harry McKracken, giornalista tecnologico di Time, nel film “la maggior parte dei 'googlers' sono ridotti a vaghi stereotipi”. Questo non vuol dire però che alcuni personaggi non siano riusciti. Un ex stagista afferma di essere rimasto colpito da uno in particolare: “Rappresentano una donna ingegnere così bene che alla fine della fiera volevo davvero diventare suo amico”. Secondo la CNN, qualche centinaio di veri dipendenti appaiono come comparse mentre Sergey Brin, uno dei due co-fondatori di Google, fa due velocissimi cameo all'inizio e alla fine del film.

Competizione? - Dove The Internship si distacca radicalmente dalla realtà è nella descrizione delle relazioni tra stagisti. Proprio la competizione tra i nuovi arrivati è il motore che ispira molte situazioni del film. Questa, secondo Kyle Ewing, che cura il programma di stage per il colosso del web, “è la più grande differenza. Anche se è chiaro, dalla visione, che si tratta di una trovata hollywoodiana”. Gli stagisti (veri) confermano: “E’ proprio l'opposto. Chi ci ha selezionato ha messo subito in chiaro che non eravamo in competizione”.

La cultura aziendale – Nel complesso, comunque, il film – che è stato scritto sotto la supervisione dei rappresentanti della società - riesce a rendere piuttosto bene la cultura aziendale di Google. Almeno secondo una ex dipendente che ha accettato di recensire la pellicola per il magazine digitale TechCrunch. In particolare emerge bene “lo strano equilibrio che i dipendenti devono cercare in un ambiente molto stressante mentre si trovano in una specie di paradiso assolato, fatto di ampi prati, biciclette colorate come caramelle, campi da beach-volley in mezzo ai palazzi degli uffici”. Insomma, quel mix di informalità e competizione all'ennesima potenza che caratterizza Google. E che The Internship (forse “per caso”, aggiunge l'autrice della recensione) ha colto piuttosto bene.

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