Gomorra - La Serie: un viaggio nel crimine organizzato

Cinema
Stefano Sollima sul set con Salvatore Esposito (Genny Savastano) e Marco D'Amore (Ciro Di Marzio) - Foto di Emanuela Scarpa
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Il regista Stefano Sollima spiega cosa c'è dietro alla serie che approderà su Sky nel 2014. Roberto Saviano è il direttore artistico. Dodici episodi che raccontano di due famiglie e una certezza: non emergeranno eroi negativi

Bisognerà attendere il 2014 per vedere Gomorra - La Serie su Sky. Trenta settimane di riprese, ambientate principalmente a Napoli e dintorni, comprese Scampia e Secondigliano, con alcune giornate di set anche a Barcellona, Milano e Ferrara. Gomorra - La Serie porta le firme di Stefano Sollima, che ha anche il ruolo di supervisore artistico, Francesca Comencini e Claudio Cupellini, che firmano parte dei 12 episodi.

"Una produzione imponente", spiega Andrea Scrosati, Vice President Cinema, Intrattenimento e canali partner Sky, "realizzata in collaborazione con partner internazionali e con potenzialità per varcare i confini del mercato italiano". Riccardo Tozzi, presidente di Cattleya, aggiunge: "Questa è una serie ad altissimo livello cinematografico, che sono convinto non piacerà agli esponenti di camorra". Domenico Procacci di Fandango, che aveva prodotto il film di Matteo Garrone, aggiunge: "Siamo stati molto attenti a non creare eroi negativi. I personaggi sono di fantasia, ma più che verosimili".

La sceneggiatura è affidata a Stefano Bises, Leonardo Fasoli, Ludovica Rampoldi e allo stesso Stefano Sollima, con la direzione artistica di Roberto Saviano. Ma con il romanzo di Saviano ha poco a che fare, come spiega lo stesso Bises: "I tempi sono cambiati, è stata attualizzata, i personaggi sono di fantasia anche se reali. La realtà, non dimentichiamolo, supera sempre la fantasia. Roberto ci ha aiutato, ha vigilato affinché il prodotto fosse credibile e soprattutto non si creasse il rischio di avere degli eroi negativi". Una serie, aggiunge Stefano Sollima, che nulla ha a che vedere con il film di Matteo Garrone: "L'ho amato molto, ma qui non ci sarà neanche un frammento che lo ricordi. Il romanzo di Saviano è talmente complesso che sarebbe stato possibile tirarne fuori altre 10 serie. Abbiamo cercato un formula narrativa che ci consentisse di raccontare le organizzazioni criminali, in questo caso attraverso una famiglia: 12 episodi in compagnia di un clan, una formula abbastanza classica e orizzontale, ma in ogni puntata verrà raccontato uno degli aspetti dei clan e uno dei protagonisti. Questo consentirà una continua variazione del fuoco del racconto".

Alla radice della scrittura c'é la accurata ricerca che Saviano porta avanti da anni, indagando le dinamiche criminali di un territorio complesso e stratificato. Un'analisi incessante delle ragioni storiche, delle ricadute sociali, economiche e politiche delle mafie, delle forze che quel male lo combattono rischiando la propria vita, di come si è evoluto lo scenario criminale in questi ultimi anni. Sollima infine precisa che "il progetto televisivo parte da una storia del tutto originale, un monumentale arco narrativo che racconta in maniera avvincente il destino di due grandi famiglie. L'affresco di una realtà nella quale è difficile distinguere il bene dal male e i valori seguono spesso logiche perverse, dettate dall'istinto di sopravvivenza. Non solo logiche criminali ma anche le dinamiche e i legami familiari tipici della grande saga televisiva".

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