Addio a Carlo Monni

Cinema
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Fu la grande spalla di Roberto Benigni da "Telavacca" a “Berlinguer ti voglio bene” di Giuseppe Bertolucci. Aveva appena finito di girare la mini serie “I delitti del BarLume” in onda su Sky Cinema 1, lunedì 11 e 18 novembre alle 21.10

E' morto a Firenze l'attore sessantanovenne Carlo Monni. Nato a Campi Bisenzio il 23 ottobre 1943, Monni è stato a lungo sodale di Roberto Benigni con il quale, nel 1976, aveva dato vita per la Rai alla trasmissione "Onda Libera" pseudo tv-pirata trasmessa da una stalla. Seguirà nel 1978 "Vita da Cioni" e quindi la partecipazione a numerosi film con il comico toscano, a partire da "Berlinguer ti voglio bene" di Giuseppe Bertolucci. Fu attore anche nei film di Marco Ferreri "Chiedo asilo", sempre con Benigni, e "Storie di ordinaria follia", Recitò anche nel film in "Speriamo che sia femmina" di Mario Monicelli e fu l'impareggiabile "Vitellozzo" in "Non ci resta che piangere" con Roberto Benigni e Massimo Troisi.

Uno delle sue apparizioni cinematografiche è stata in "Manuale d'amore 3" di Giovanni Veronesi. Uscirà, invece, postuma la sua interpretazione in “I delitti del Barlume” la mini-serie Sky Cinema realizzata da Carlo Degli Esposti e diretta da Eugenio Capuccio, ispirata all’omonima serie di libri dello scrittore pisano Marco Malvaldi.

Appena si è diffusa la notizia della morte sui social network sono stati postati spezzoni storici delle sue interpretazioni così come sono state tante le voci di cordoglio venute soprattutto dei suoi tanti amici attori e registi.

"Ho conosciuto Carlo", ha ricordato l'attore Alessandro Benvenuti, "a metà degli anni '70 quando sperimentava teatro con Donato Sannini, ma è solo con il film “Benvenuti in casa Gori” che diventa uno di famiglia interpretando magistralmente mio padre Gino nei due episodi cinematografici e poi nel Gori teatrale corale del 2010". "Di 'Ritorno a casa Gori" - ha spiegato sempre Benvenuti - Carlo affermava fosse il film più importante della sua carriera d'attore". Dietro le quinte - ricorda Benvenuti - era uno che giocava spesso a carte. Con tanti bischeri che calcano i palcoscenici e girano per le strade ma proprio lui se ne doveva andare?

Il regista Paolo Virzì ha commentato la morte di Monni affermando che l'attore fiorentino era una "bestiaccia meravigliosa, piena di ilarità e di dolore. Attore sublime per la sua sfrontata autenticità maestro d'ottavine cantate all'improvviso, pensate come un cinghiale ferito, delicato come un passerotto”. "Mi dispiace tanto - ha aggiunto il regista livornese -, in un film che facemmo insieme (“Io e Napoleone” del 2006) vestì in modo esilarante e filologico i panni ottocenteschi di un notaio elbano. Sull'isola di Pianosa, dove dovevamo girare una scena del film, una sera il Monni si perse nella boscaglia. Poi ci spiegò, per farci ridere, che aveva smarrito la strada andando dietro ad una fagiana dicendoci 'era parecchio bellina, mi sarebbe garbato di farci all'amore".

Anche Leonardo Pieraccioni ha ricordato l'attore scomparso: "Monni era quello che si vedeva, una montagna di energia. La sua risata spezzava in due la tristezza".

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