Il regista Almodóvar torna nelle sale italiane con "Gli amanti passeggeri” diciannovesimo lavoro della sua lunga e brillante carriera e lo fa con un commedia che rimanda alle atmosfere divertenti e surreali dei sui primi film
Pedro Almodóvar fa decisamente un salto nel passato con questo suo diciannovesimo lungometraggio "Gli amanti passeggeri” avvicinandosi nuovamente alla commedia stile anni ottanta come gli indimenticabili "Donne sull'orlo di una crisi di nervi" e "Labirinto di passioni".
L’aereo 2549 della compagnia Peninsula, a causa di un guasto al carrello, non può proseguire il suo volo verso il Messico. I piloti Alex (Antonio de la Torre) e Benito (Hugo Silva) decidono di girare sopra il cielo di Toledo in attesa di una pista di atterraggio libera. Nell’aereo i viaggiatori della classe turistica sono stati narcotizzati e con loro tutte le hostess. Gli unici a sospettare della possibile caduta del velivolo sono i bizzarri viaggiatori della classe business e gli stravaganti stewards.
Per mantenere la calma vengono serviti Agua de Valencia, bevanda tipicamente anni ottanta e drink di droga e alcool che mandano su di giri i viaggiatori che si daranno alla pazza gioia con performance sessuali, promiscuità, racconti privati e quant’altro, gesti di certo poco consoni alla situazione drammatica.
Il regista, con questo film, ha voluto rappresentare la Spagna e l’attuale periodo storico che sta vivendo, un momento di grande crisi mondiale che sta penalizzando di più alcuni paesi rispetto ad altri. L’idea dell’aereo che gira in attesa di una pista sulla quale approdare è una metafora quando mai approppriata per evidenziare l’indolenza di coloro che sono ai vertici nel voler trovare una soluzione, almeno provvisoria, procrastinando la svolta storica.
L’aereo 2549 della compagnia Peninsula, a causa di un guasto al carrello, non può proseguire il suo volo verso il Messico. I piloti Alex (Antonio de la Torre) e Benito (Hugo Silva) decidono di girare sopra il cielo di Toledo in attesa di una pista di atterraggio libera. Nell’aereo i viaggiatori della classe turistica sono stati narcotizzati e con loro tutte le hostess. Gli unici a sospettare della possibile caduta del velivolo sono i bizzarri viaggiatori della classe business e gli stravaganti stewards.
Per mantenere la calma vengono serviti Agua de Valencia, bevanda tipicamente anni ottanta e drink di droga e alcool che mandano su di giri i viaggiatori che si daranno alla pazza gioia con performance sessuali, promiscuità, racconti privati e quant’altro, gesti di certo poco consoni alla situazione drammatica.
Il regista, con questo film, ha voluto rappresentare la Spagna e l’attuale periodo storico che sta vivendo, un momento di grande crisi mondiale che sta penalizzando di più alcuni paesi rispetto ad altri. L’idea dell’aereo che gira in attesa di una pista sulla quale approdare è una metafora quando mai approppriata per evidenziare l’indolenza di coloro che sono ai vertici nel voler trovare una soluzione, almeno provvisoria, procrastinando la svolta storica.