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Carte napoletane, le regole dei giochi più diffusi

Spettacolo
(Foto d'archivio, Ansa)

Scopa, briscola, tresette ma anche 7 e mezzo e rubamazzetto: come si gioca con le carte più antiche

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Briscola, scopa e tresette sono tra i giochi più amati e praticati dagli italiani, anche perché hanno regole piuttosto semplici. Si giocano tutti con le carte napoletane (che hanno varianti regionali), più antiche di quelle francesi: la loro origine si fa risalire ai Mamelucchi, i soldati turchi di Saladino, che le avrebbero importate nel Sud Italia, e i semi rappresenterebbero le classi sociali medievali (coppe il clero, denari i mercanti, spade i soldati e bastoni i contadini).

La scopa, regole

Uno dei giochi più famosi da fare con le carte napoletane è senza dubbio la scopa. Si può giocare in due o in quattro (in coppia), e l'obiettivo è prendere più carte possibili fra quelle scoperte sul tavolo. Chi prende l'ultima (cioè "pulisce" il tavolo in quel momento), fa scopa. Fondamentale, quindi, è ricordare le carte giocate dall'avversario per poter prevedere quante ne mancano ancora di ciascun valore. Nel conteggio finale, il seme più importante è quello di denari. Una variante è quella in cui l'asso "piglia tutto", ossia quella che prevede che l'asso possa essere giocato per prendere tutte le carte sul tavolo.

Briscola, le regole

Molto diffusa e facile da imparare, anche la briscola viene giocata in due o quattro. Obiettivo è ottenere più punti possibili, e ogni carta ha un valore diverso. L'ordine di "presa", dal maggiore al minore, è il seguente: asso (che nel conteggio finale vale 11 punti), tre (che ne vale 10), re (che vale 4), cavallo (3 punti), fante (2), sette, sei, cinque, quattro e due (zero punti). La briscola è il seme privilegiato, cioè quello che a ogni mano ha la meglio sugli altri, e viene deciso dal primo giocatore di quella mano.

Le regole del tresette

Anche il tresette si gioca in due coppie di due giocatori. Queste le regole: come a scopa e briscola, si distribuiscono dieci carte a testa e a cominciare è chi ha in mano il quattro di denari. La prima carta calata è definita "palo" e, a turno, gli altri giocatori dovranno scartarne una obbligatoriamente dello stesso seme del palo. Alla fine di ogni mano, a prendere le carte in tavola sarà il giocatore che ha posato la carta di maggior valore del "palo" (e sarà il primo a cominciare il turno successivo). Quando non si possiede nessuna carta del "palo" – in gergo si dice che si ha un "piombo" – si giocherà una qualsiasi tra quelle di minor valore o meno funzionali alla strategia. A determinare il punteggio finale sono le prese totali della coppia.

Giochi per bambini

Un gioco molto facile è 7 e mezzo. Obiettivo: avvicinarsi il più possibile al valore di 7 e mezzo con le carte che si hanno a disposizione, distribuite una alla volta dal mazziere, senza superare tale cifra altrimenti si perde (a partire dal numero 8, infatti, si "sballa"). Tra gli altri giochi con le carte napoletane molto amati dai bambini c'è rubamazzetto, in cui la particolarità è quella che si può "rubare" il mazzo all'avversario: una eventualità che si verifica nel caso in cui l'ultima carta presa, ben visibile in cima al proprio mazzo, abbia lo stesso valore di quella calata dal nostro avversario. Si prende con carte dello stesso valore o la somma delle carte, come a scopa, e l'obiettivo è quello di ottenere più carte degli avversari.