Il 2026 della moda: tendenze e previsioni per l'anno che verrà

Con le sfilate di gennaio capiremo come i direttori creativi dei brand di moda hanno immaginato l'ultima parte del 2026 ma non occorre aspettare per avviare la discussione su come sarà il nuovo anno. Cosa ci aspettiamo dalla moda nel 2026? Il discorso include le tendenze, utili anche per capire in che direzione sta andando il fashion system, che risente dell'andamento dell'economia e più in generale dell'umore della società, delle sue aspirarazioni e delle sue preoccupazioni. Consumi, AI e crescita globale Con l'ondata di rinnovamento nelle grandi case di moda europee, molte delle quali hanno scelto nuovi stilisti alla direzione creativa, resta alta la curiosità sulle prossime collezioni, che dovranno consolidare o ribaltare le impressioni delle sfilate di debutto viste nei mesi passati. La nuova linfa creativa dovrebbe dare slancio al mercato del lusso, in sofferenza nell'ultimo anno. La ripresa ci sarà, dice il rapporto McKinsey, ma la crescita sarà contenuta per l'Europa. Mentre il PIL per la Cina rallenta, diversa è la situazione negli Stati Uniti, dove la questione commerciale legata ai dazi e la sfiducia generale ha generato un atteggiamento di assoluta cautela dal punto di vista dei consumi, riscontrabile anche da quest'altra parte dell'Oceano ma in misura significativamente minore. La riorganizzazione dei grandi marchi non interessa solo il lato creativo e l'offerta ma è anche produttiva e tecnologica. Per la moda, continua il rapporto, l'introduzione dell'intelligenza artificiale ha rappresentato una grande opportunità per migliorare la produzione. Molte risorse si stanno spostando in altri settori chiave, come il marketing. Il consumatore esprime la necessità di sentire il valore di ciò che acquista e in questo rientra anche la percezione personale delle tendenze. In molti le seguono ma i più attenti preferiscono assorbire esclusivamente quelle che hanno più probabilità di durare nel tempo e di essere processate all'interno del proprio stile personale. Tendenza evasione. La moda come via di fuga Quali saranno le tendenze principali del prossimo anno? Oltre alle passerelle, occorre considerare i social media e l'orientamento delle ricerche dei contenuti sulle principali piattaforme che si occupano di moda e stile, da Instagram a Pinterest. Pinterest ha diffuso un lungo rapporto in cui ha elencato ventuno tendenze che riscontreremo nel 2026. La stagione che verrà, per gli esperti di gusti ed aesthetic dei più giovani , sarà votata all'evasione. La moda e lo stile saranno le vie di fuga dal presente che ci preoccupa e ci impedisce di guardare al futuro a lungo termine - un atteggiamento socialmente condiviso. Avranno la meglio gli stili che guardano a un passato affascinante e sognante, da quello “da poeta”, a tutto ciò che riguarda il mondo dell'Opera e i legami romantici. Riappariranno i gioielli antichi , quelli d'effetto, dorati e con richiami all'Art Déco . L'interesse per l'estetica bohémien si fonderà con la rinnovata attenzione per lo stile africano, per le atmosfere desertiche e per il mondo animale, in generale. A questo mix di ispirazioni provenienti dal passato, si affianca l'interesse per il futuro, per lo spazio e le atmosfere interstellari. Lo vedremo anche nel beauty. Tornano i make-up eccentrici e bold. Non sarà un anno minimalista, secondo le previsioni dei creator e degli esperti dei social più cool ma Pantone la pensa diversamente. Per il 2026 ha lanciato “Cloud Dancer” come sfumatura che racchiude lo spirito dei prossimi mesi. Perché oltre all'attrazione per una certa vitalità ci sarà anche una massiccia richiesta di pace e silenzio. Il bisogno di pace: ritorno alla dimensione umana “Cloud Dancer” è il colore delle nuovole calme, una tonalità di bianco sporco, più densa dell'avorio che, in effetti, è molto presente sulle passelle della stagione 2026. Cosa esprime questo colore, già criticato da molti per essere un non-colore? Per gli esperti di moda e lifestyle, chiamati ad essere anche degli attenti osservatori sociali, l'umanità ha bisogno di pace, di relax e benessere. Veniamo fuori da anni tumultuosi ad ogni livello e chiunque avrà sperimentato la necessità di riposare e disconnettersi dal mondo, di spegnere il telefono, gli schermi, i social, le aspettative. La natura sarà un grande trend del 2026 come anche tutto ciò che è vero rifugio: la famiglia, gli affetti, il passato. Il vintage andrà ancora fortissimo e lo testimonierà la sempre alta attenzione del mercato di beni di lusso di seconda mano. Va da sé che l'artigianato e la sartorialità saranno sempre più al centro del dibattito dei brand che sapranno sfruttare con intelligenza questi bisogni emergenti della società, dunque dei consumatori. La risposta esuberante della moda Al bisogno di tranquillità corrisponde, però, una fame di vita a cui la moda risponderà con tutta l'esuberanza di cui è capace. Vestirsi per resistere, rinascere e riforire, come è sempre stato. Dal mondo antico tornano stili ben precisi che sono una gioia per gli occhi. Sarà l'anno del pizzo, dei capi dalle silhouette accentuate e ben strutturate, degli accessori molto colorati e giocosi . I look mescoleranno i colori primari con determinazione. I più alla moda - se così vogliamo definirli - saranno coloro che riusciranno ad assorbire tutte queste tendenze trovando il proprio punto d'equilibro unico e personale per distunguersi dalla massa. La sofisticazione che caratterizzerà la stagione 2026 non è fine a se stessa ma mira a recuperare il frutto autentico della creatività che è stata per riportarlo in un presente carico di senso. Non è un caso che gli stilisti continuino a guardare ai loro modelli, ai fondatori dei marchi di cui hanno ereditato il lavoro, agli archivi, fonte di magia da riportare alla luce. In questa ondata di nuovo stupore per tutto quello che ci rende umani, non ci si aspetta nel prossimo futuro troppi passi avanti in direzione della body positivity che nelle passate stagioni ha aperto il dibattito sulla diversità dei corpi, una filosofia che oggi sembra data per assunta dalla cultura generale e dai brand ma che sembra scavalcata dal ritorno della cosiddetta “skinny culture”. La magrezza è tornata ad essere un ideale da perseguire, i corpi diversi sono diventati sempre di meno. Tra le star sono evidenti i risultati di stagioni segnate dall'Ozempic. Tutti più o meno hanno lanciato l'allarme, pochi sembrano davvero convinti che assisteremo a breve a una concreta inversione di marcia. Occorrerà lavorare, riaccendere la discussione sull'inclusività, allargare nuovamente lo sguardo.

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Vittoria Romagnuolo