Il giudice del Tribunale di Lecco ha accolto l’eccezione di legittimità costituzionale avanzata dagli avvocati del cantautore e ha trasmesso gli atti alla Corte Costituzionale perché si pronunci sulla norma, l’articolo 162-ter del Codice Penale, che impedisce di dichiarare l’estinzione del reato per condotte riparatorie nei casi di stalking non grave
Si ferma il processo che vede il cantautore Morgan, all’anagrafe Marco Castoldi, imputato di stalking e diffamazione nei confronti della cantante Angelica Schiatti. Martedì 9 dicembre il giudice del Tribunale di Lecco ha infatti accolto l’eccezione di legittimità costituzionale avanzata dagli avvocati di Morgan, Leonardo Cammarata e Rossella Gallo, e ha trasmesso gli atti alla Corte Costituzionale perché si pronunci sulla norma, l’articolo 162-ter del Codice Penale, che impedisce di dichiarare l’estinzione del reato per condotte riparatorie nei casi di stalking non grave. La difesa dell’ex leader dei Blu Vertigo sostiene infatti che la disposizione violi i principi di uguaglianza e di proporzionalità, dal momento che impedisce di dichiarare l’estinzione del reato di stalking anche quando l’imputato mette in atto condotte riparatorie congrue (possibilità invece prevista in altre fattispecie di reato, come ad esempio il revenge porn). L’eccezione era stata sollevata per la prima volta durante un’udienza dello scorso luglio, quando il giudice Martina Beggio aveva preso in esame la questione. Nei mesi successivi, la difesa di Morgan aveva insistito sull’importanza della questione giuridica. Ora la decisione è arrivata dopo che Schiatti ha rifiutato la proposta di risarcimento di 100 mila euro che il cantautore aveva presentato in aula sotto forma di assegno circolare in una precedente udienza. In quell’occasione, la cantautrice aveva ritirato l’assegno, ma aveva anche confermato la volontà di non ritirare la querela e di proseguire con il dibattimento. La somma offerta aveva rappresentato un aumento netto rispetto ai 15 mila euro che Morgan aveva inizialmente proposto nel settembre 2024 nel tentativo di accedere alla giustizia riparativa, percorso che era poi naufragato. Adesso, con la trasmissione degli atti alla Corte Costituzionale, il processo è sospeso e i tempi potrebbero allungarsi. Se fosse dichiarata l’illegittimità costituzionale della norma, inoltre, si aprirebbero nuovi scenari sia per il caso di Morgan, sia per tutti i processi di stalking in Italia.
LE ACCUSE
Morgan e Angelica Schiatti si erano conosciuti e frequentati per la prima volta nel 2014. Nel 2019 si erano riavvicinati ma il rapporto, piuttosto burrascoso, si era chiuso dopo tre mesi per decisione di lei. Nel 2020, Morgan sarebbe diventato pressante e avrebbe perseguitato la cantautrice con messaggi intimidatori, minacce di revenge porn, insulti al nuovo fidanzato e l’ingaggio di due persone per spaventarla. Gli atti avevano portato all’attivazione del Codice Rosso, la legge che rafforza la tutela di chi subisce violenze, atti persecutori e maltrattamenti, e a un processo per stalking e diffamazione che, però, ora è fermo. “Grazie di cuore per la solidarietà e l'affetto che sto ricevendo da molti di voi. Sono stata in silenzio quattro anni e continuerò a restarci (tanto sono i fatti che parlano per me) sperando che la giustizia possa fare il suo corso in tempi umani”, aveva dichiarato lo scorso anno Schiatti. “Mi sono sentita e mi sento molto sola e abbandonata dalle istituzioni. Questa mia è la condizione di una donna che trova il coraggio per denunciare in Italia, che cerca di difendersi e di tutelare la propria dignità e che non dovrebbe MAI essere lasciata sola".