Dal 14 novembre nei panni di Gabriele Di Lillo, protagonista della serie Sky Original Call My Agent - Italia, Maurizio Lastrico si racconta al vicedirettore di Sky TG24 Omar Schillaci nella nuova puntata del ciclo di interviste dedicato ai protagonisti dello spettacolo
È Maurizio Lastrico il protagonista della nuova puntata di “Stories”, il ciclo di interviste ai principali interpreti dello spettacolo di Sky TG24. Ospite del vicedirettore della testata Omar Schillaci, con la regia di Roberto Contatti, l’attore e comico si racconta in “Maurizio Lastrico – Call me rimuginatore”. In onda giovedì 20 novembre alle 21:00 su Sky TG24, sabato 22 novembre alle 12:00 su Sky Arte e sempre disponibile On Demand.
Dal 14 novembre Maurizio Lastrico è tornato nei panni di Gabriele Di Lillo, agente della CMA, l’amatissima agenzia di spettacolo della serie Sky Original CALL MY AGENT – ITALIA, la cui terza stagione è in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW. “Per chi non l’avesse mai vista questa è una serie di ispirazione francese, presa dalla serie ‘Dix pour cent’, ma che ha un’anima tutta italiana. Immaginate una serie dove c’è questo gioco: i guest, grandi attori italiani, vengono a recitare loro stessi in un mondo dove noi interpretiamo gli agenti e gestiamo tutti i casini che succedono in agenzia”. In questa serie i guest si prendono in giro rispetto a delle cose che sono parzialmente vere o che le persone gli attribuiscono. “Sicuramente Stefano Accorsi nella prima stagione è venuto sul set con una fame di commedia e una voglia di prendersi in giro fuori dal comune. Quest’anno ho rivisto la stessa voglia di mettersi in gioco con Stefania Sandrelli. La cosa più potente di Call My Agent – Italia è questa: unire momenti comici a momenti veri”. A parte la già citata Sandrelli, faranno parte della terza stagione Michelle Hunziker alla prese con un musical con la figlia Aurora Ramazzotti; Luca Argentero, che vuole lasciare il suo lavoro “per stare più tempo con la famiglia”; il cast di ‘Romanzo Criminale – La serie’, “che si ritroverà per un reboot” ma dovrà vedersela con i più giovani emergenti che vogliono spodestare “chi non lascia la poltrona”; Miriam Leone, “che racconterà in un grandissimo modo una cosa molto vera; che quando sei mamma ti danno solo ruoli da mamma…” e Ficarra e Picone, con “uno dei due che potrebbe essere stato preso ad Hollywood”.
Maurizio Lastrico si racconta tra dante, cinema e tv
Facendo un passo indietro, la storia di Maurizio Lastrico comincia a Manesseno di Sant’Olcese, un paese vicino Genova: “È un comune di seimila persone. Mio padre lavorava in una ditta di laterizi vicino a Bolzaneto, e la nostra era una casa piccola, al punto che io avevo il letto in cucina. In generale ho un ricordo di molta ironia in casa, dovuta all’uso del dialetto genovese per comunicare e all’umorismo di mio padre. Quella casa lì è stata proprio l’inizio di tutto quanto”. Tra l’altro, già da ragazzino si poteva notare la passione per gli scherzi e la recitazione, al punto che un giorno, dopo aver visto ‘L’esorcista’, decise di imitarlo per spaventare la madre: “Credevo di mettere in atto una ‘scemata’, quando rimanevo solo con mia madre e io mi mostravo un po’ esuberante, lei per gestirmi chiamava sempre il prete, ma quando ho cominciato a parlare in latino mi guardò con l’occhio di chi era pronto a chiamare il Vaticano” ha raccontato sorridendo. “Comunque, è con queste cose che probabilmente ho cominciato a coltivare la mia passione”.
I suoi inizi, invece, sono stati segnati da un personaggio letterario di spessore, Dante Alighieri: “È cominciato tutto per quel gusto di scardinare le cose costituite. Noi studiavamo Dante tutti i giorni e una notte mi sono ritrovato a scrivere terzine che raccontavano la vita quotidiana. Quando l’insegnante mi ha sentito recitarle, io ero convinto si arrabbiasse, invece si è limitata a correggere la metrica, per questo mi sono ritrovata a scrivere con lei i primi pezzi a Zelig. Lei mi ha sostenuto e seguito nelle mie prime apparizioni in tv”. Proprio rimanendo sui suoi successi come cabarettista, uno degli spettacoli di punta è stato senz’altro ‘Facciamo che io ero io’, dove ha esaltato la comicità genovese, che da sempre si porta dietro una certa malinconia, ma soprattutto Genova, una terra “che ha visto nascere poeti e tante persone con quel tipo di concretezza lì”.
Passando alla televisione, Maurizio Lastrico ha preso parte a diverse serie tv, tra queste ‘Don Matteo’: “Era una grande occasione e mi ha dato visibilità, opportunità di lavoro e ha aperto a collaborazioni grandiose, senza dimenticare che ho conosciuto un mito come Terence Hill”. Una serie che invece l’ha portato a meditare sul passato è ‘Non ci resta che il crimine – La serie’, dove i protagonisti tornano indietro nel tempo per sistemare delle cose: “Io sinceramente, se potessi tornare indietro, più che cancellare qualcosa vorrei avere la consapevolezza di adesso, avere una relativizzazione generale degli errori umani e condividere con più serenità dei momenti con mio papà, come andare allo stadio ad esempio. Lui è mancato poco prima della prima puntata di Zelig, avrei voluto vedesse tutto. Non tanto per il successo arrivato, ma per mostrargli che nel mio lavoro e nei miei modi c’è tanto di lui, io come comico guardo a lui come guardo a Guzzanti”. Tra le parti più recenti, quella in ‘Maschi Veri’, con un personaggio un po’ impacciato: “Da un certo punto di vista mi sento come lui, ma quando c’è il momento di scegliere sono abbastanza determinato”.
Passando al cinema, tra le sue più importanti apparizioni sul grande schermo c’è quella in ‘Follemente’ di Paolo Genovese, dove interpreta Romeo: “Non credo di essere troppo romantico, anche se ho senz’altro un certo tipo di sensibilità. Comunque, la visione di Paolo Genovese di questo Romeo era interessante, nel senso che è un romantico di oggi, che non scrive le poesie con la piuma ma si scontra in un mondo meno romantico e cerca di trovare il romanticismo nelle piccole cose”. In conclusione, un po’ del Maurizio più intimo con paure, pregi e difetti. Se la prende per le piccole cose? “Io sono un rimuginatore senza eguali. Se dovessi realizzare un film della mia vita lo chiamerei ‘Il rimuginatore’” ha concluso sorridendo.