Venice Fashion Week, alla ricerca dell'alto artigianato tra laboratori e antiche botteghe

Spettacolo

Nicoletta Di Feo

Il nuovo appuntamento con FLASH fa tappa a Venezia per accompagnarci tra le antiche botteghe ei laboratori artigiani che portano avanti tradizioni secolari, quell'eccellenza artigiana raccontata ancora una volta dalla Venice Fashion Week, manifestazione diffusa ideata da Venezia Da Vivere. Tema di quest'anno la Craft Economy.

Da ormai dodici anni Venice Fashion Week, la manifestazione diffusa ideata da Venezia da Vivere, promuove artigianato, sostenibilità e innovazione. È una rete di collaborazioni con atelier, tessiture, università, fondazioni, istituzioni, che lavora tutto l’anno per la promozione dell’artigianato e della moda sostenibile e per rafforzare l’identità di Venezia come centro di creatività, sperimentazione e produzione.

Un appuntamento fondamentale soprattutto in tempi in cui l’intero settore del lusso sta vivendo una profonda crisi. E’ infatti lo stesso concetto di lusso che deve essere ripensato, perché oggi il lusso non può prescindere dala sostenibilità e dal fatto a mano, quell’eccellenza artigiana che da anni viene racccontata dalla Venice Fashion Week.

Per questo siamo tornati ancora una volta a Venezia, perchè qui il passato diventa fonte di ispirazione per il futuro. Come insegnano anche gli studenti e i giovani designer che proprio durante la manifestazione hanno avuto l’occasione di presentare le proprie collezioni mettendo alla prova i propri progetti in contesti professionali.

Accompagnati da Lorenzo Cinotti, Presidente di Venezia da Vivere e ideatore insieme a Laura Scarpa della Venice Fashion Week, abbiamo visitato laboratori e botteghe artigiane dove lavorazioni e tecniche millenarie non passano mai di moda, ma sono invece richiestissime dai grandi brand.

storia e innovazione tra la trama e l'ordito degli antichi telai delLa Tessitura Luigi Bevilacqua

La prima tappa del nostro tour alla scoperta dell’alto artigianato veneziano non poteva che essere l’antica Tessitura Luigi Bevilacqua, che celebra quest’anno 150 anni di attività, anche se le radici affondano al 1499 quando nel cartiglio presente in un dipinto di Giovanni Mansueti compare il nome del tessitore Giacomo Bevilacqua.

Siamo nel sestiere di Santa Croce e ad accoglierci c’è Rodolfo Bevilacqua, Presidente e Responsabile della produzione. In questo laboratorio, sugli stessi telai originali del Settecento e provenienti dalla Scuola della Seta veneziana, sette tessitrici realizzano a mano centimetro dopo centimetro i velluti soprarizzo, i più preziosi al mondo. All’interno di questo luogo ricco di storia a parlare di artigianato si fa quasi peccato. Perché "quella che nasce tra la trama e l’ordito intessuti su questi telai è pura arte", ci spiega Rodolfo Bevilacqua.

Velluti soprarizzo, ma anche broccati, tessuti preziosiosissimi contesi dai grandi nomi dell’Haute Couture. Secoli di storia, tramandata da generazione a generazione, tecniche e disegni antichi uniti a una visione contemporanea e alla capacità di innovarsi sempre.

Oggi, dopo la recente introduzione di un ufficio stile, la tessitura realizza infatti anche una nuova linea di carte da parati di lusso o, come preferisce definirle Rodolfo Bevilacqua “carte di seta” o “sete di carta”, che abbiamo avuto l’onore di ammirare prima del debutto a Parigi in occasione di Paris Déco Off.

 

l'alto artigianato della Fonderia Artistica Valese

Qualche ponte più in là e siamo a Cannaregio. Qui, protetta da uno stretto passaggio e da un antico portone brucia la fiamma della Fonderia Valese, l’ultima ancora in funzione a Venezia.

Fondata nel 1913 da Luigi Valese, la Fonderia Artistica Valese utilizza ancora l’antica tecnica della colatura in sabbia. Negli stampi, alcuni dei quali risalgono al ‘700, vengono colati, appunto, il bronzo e l’ottone portati allo stato liquido in un forno dove si raggiungono temperature tra gli 800 e 1300 gradi. Qui sono nate le maniglie di Palazzo Gritti, i lampioni e i leoni alati ornamentali di Piazza San Marco, raffinate finiture per interni e le tante opere artigianali che ritroviamo ad ogni angolo della città. Oggi è Carlo Semenzato ad accoglierci e raccontarci il fascino di un lavoro che non deve andare perso.

 

“E’ un lavoro non solo di mani, ma anche di testa il nostro”, ci spiega il titolare. "Ora qui siamo in quattro, avremmo bisogno di manodopera ma è difficile trovarla. Il nostro, come altri, è un lavoro che andrebbe tutelato. Io faccio parte di una associazione che riunisce tutti gli artigiani che contribuiscono alla costruzione della gondola. Ogni anno siamo in meno. Anche l’ultimo battiloro di Venezia è scomparso. E questo è un peccato, perché è un sapere che se ne va.”

nella fornace Orsoni Venezia 1888, ultimo fuoco attivo nel centro storico

Il nostro viaggio alla ricerca del saper fare fa tappa in un altro luogo simbolo dell’eccellenza artigiana. Nascosta tra le piccole calle del centro storico c’è l’unica fornace a fuoco vivo ancora attiva nella città lagunare. Siamo da Orsoni Venezia 1888, qui si realizzano - interamente a mano - mosaici in foglia d’Oro 24 carati, ori colorati e smalti veneziani in più di 3.500 differenti tonalità.

Ad accoglierci in quella che è chiamata la “biblioteca del colore” è Riccardo Bisazza.

 

"Questo", ci spiega il Presidente di Orsoni Venezia 1888, "è il luogo del colore ed è tecnicamente il nostro magazzino, ma è anche un luogo di cultura perché spesso organizziamo eventi collaborando con università e con artisti. Quì si produce ancora il mosaico con la tecnica bizantina. E’ una tecnica per realizzare la piastra d'oro con un processo di applicazione di foglia d'oro a vapore, c'è ancora un’atmosfera di alchimia e di segreti in quello che si fa che non sono altro che il tramandare un saper fare.  Ogni tessera è fatta a mano in tutte le sue fasi, dalla prima colatura alle pressature, alle incisioni, allo spacco, al taglio a martellina. Tutto è fatto a mano ed il risultato è quello che  io chiamo “un'opera d'arte” perché quando la manualità è a questo livello stiamo parlando di “maestri”.

 

E proprio perché quella che si fa all’interno della fornace Orsoni è una tecnica artistica che è indispensabile tramandare.  In programma nell’immediato futuro c’è infatti l’apertura di una “Scola”,  dove di potrà intraprendere un percorso di formazione, "la prima formazione interna", ci spiega Riccardo Bisazza,  "che è quella più importante perché noi dipendiamo - e siamo fieri di esserlo - dalla manodopera."

 

Tradizione e innovazione, dunque. Perché la forza delle eccellenze artigiane su cui Venezia affonda le proprie radici sta certamente nell’attingere a tecniche e saperi antichi, ma anche nella capacità di avere una visione verso il futuro.

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