Il vero music business oggi è la gestione dei diritti di immagine

Nell'articolo di due settimane fa relativo alla finanziarizzazione della musica, ovvero del considerare le canzoni e i dischi come veri e propri asset finanziari per creare flussi di reddito futuri, avevamo lasciato in sospeso il tema dei cataloghi di celebri artisti acquistati da fondi di finanziamento o società specializzate per sfruttarli commercialmente. Lo approfondiamo adesso. Il business dei cataloghi e delle edizioni Molti artisti ancora in attività hanno preferito vendere i diritti d'autore sul loro repertorio a terzi, spesso alle stesse case discografiche. Celebre il caso di Bob Dylan che aprì le danze nel dicembre 2020 cedendo per 300 milioni a Universal Music il suo intero catalogo, ma poi anche David Bowie A seguire Bruce Springsteen , Paul Simon, Pink Floyd e molti altri ancora che hanno ceduto i propri diritti musicali. Ad essere più precisi, l'oggetto di compravendita sono i diritti patrimoniali relativi allo sfruttamento economico dell’opera; ancor più nel dettaglio, la fetta che resta sul piatto dell'artista dopo le spartizioni con co-autori, interpreti e proprietari della registrazione . Cedendo la propria quota, l’autore/artista rinuncia alle royalties derivanti da vendite, esecuzioni dal vivo, cover, diffusioni, riproduzioni, campionamenti e soprattutto streaming. Ma, in mancanza di accordi espliciti, rinuncia anche a decidere come e dove riprodurre l’opera. Qui si aprono mille ipotesi e destinazioni, dalle colonne sonore di film alla sincronizzazione . Investimenti sicuri Questi diritti sono molto ambiti, perché le canzoni rappresentano un investimento sicuro, esenti dalla ciclicità del mercato. Come dire, una hit è per sempre. Tra gli acquirenti più attivi c'è la Hipgnosis Songs Fund creata nel 2018 da Merck Mercuriadis - ex manager di Guns‘n’Roses ed Elton John – acquisita nel 2024 dal fondo Blackstone e che detiene i diritti d'autore di Leonard Cohen e Justin Timberlake, Beyoncé, Rihanna, Blondie, Justin Bieber e – con mille condizioni – anche una parte del repertorio di Neil Young. Diritti su notorietà, immagine e somiglianza Il tema legato a cataloghi, diritti ed edizioni è molto vasto e complesso e in molti casi anche piuttosto noioso da raccontare e da leggere. Invece è sicuramente più interessante quello legato ai diritti di sfruttamento del nome, immagine e somiglianza di celebri artisti che il più delle volte sono mancati o fuori attività, perché in questo caso l'utilizzo è il più disparato e senza limiti. Partiamo dalle ultime notizie. Pochi giorni fa la Iconic Artists Group di Irving Azoff ha acquisito i diritti NIL di Frank Sinatra, con l'intenzione di aprire un locale a tema Rat Pack a Las Vegas, in seguito ad accordi separati di proprietà intellettuale che coinvolgono Nat King Cole e Dean Martin. Anche se i tempi sono ancora da definire, il locale in questione rappresenterebbe l'ultimo di una serie di iniziative volte ad espandere la monetizzazione della musica oltre la tradizionale sincronizzazione e lo streaming. Primary Wave è un'altra società piuttosto spregiudicata del settore che ha presentato all'inizio di quest'anno il Bob Marley Hope Road al Mandalay Bay di Las Vegas e l'esperienza multi-stage ha attualmente date programmate fino a dicembre. Questi della Primary Wave sono gli stessi che qualche anno fa hanno “resuscitato” sul palco Whitney Houston in un tour mondiale con orchestra e l'ologramma della cantante prematuramente scomparsa a 48 anni e, più recentemente, hanno personalizzato una serie di slot machine a Las Vegas e nei principali casinò del nord america personalizzate Whitney Houston . Il “caso” Iconic Artists Group Ma è la Iconic Artists Group di Irving Azoff la più attiva in questo campo. Azoff è stato un importante manager di vari artisti, dagli Eagles a Nicki Minaj, ma poi ha capito che il futuro del music biz stava nelle location innovative e la gestione dei diritti degli artisti: è stato il produttore esecutivo del documentario di gran successo “The Beach Boys” su Disney+, e supervisiona il catalogo di molti artisti come da Brian Ferry a Wu Tang Clan, da Joe Cocker a Cher; recentemente ha acquistato il catalogo musicale, la musica registrata e i diritti dell'uso del nome e dell'immagine di Rod Stewart per 100 milioni di dollari con l'obiettivo di “sviluppare ed espandere l'eredità di Stewart per una nuova generazione di fan”. A seguito di questa operazione la Iconic Artist Group ha annunciato di aver raccolto oltre 1 miliardo di dollari in nuovo capitale per futuri investimenti nel catalogo, guidati dalla società di investimenti sui mercati privati HPS Investment Partners. Questo è un indicatore che fa capire il successo nonché il rendimento economico e finanziario che sta sviluppando quest'area, decisamente più profittevole rispetto all'industria musicale standard basata sui canonici dischi/streaming e concerti.

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Il vero music business oggi è la gestione dei diritti di immagine

Michele Boroni