L'acerrima (e meravigliosa) amicizia tra Pippo Baudo e Mike Bongiorno

Spettacolo
Giuditta Avellina

Giuditta Avellina

©Getty

Introduzione

Dalle platee Rai agli anni delle reti commerciali, Pippo Baudo e Mike Bongiorno hanno costruito un duello che scaldava il pubblico e, dietro le quinte, un affetto leale. Sanremo 2003, i Telegatti, il funerale di Mike: ecco la storia di un’amicizia in scena e fuori scena.

Quello che devi sapere

Due stili, un paese

C’è un’Italia che ha imparato la grammatica della tv guardando due maestri muoversi in campi diversi: Mike, “re dei quiz”, l’uomo che ha fatto dell’immediatezza un’arte; Pippo, il signore del grande varietà e del Festival, capace di trasformare lo spettacolo in rito popolare. I numeri raccontano l’epica: Baudo ha condotto 13 Sanremo (record assoluto), Bongiorno 11 (secondo di sempre). Non è solo statistica: sono due modi di parlare al Paese, e di riconoscersi pur restando unici.

Due stili, un paese

La “rivalità” che faceva bene allo show (e che loro orchestravano)

Negli anni, i giornali hanno alimentato l’idea del dualismo. Ma Pippo lo ha spiegato più volte: era un gioco. “La stampa si divertì a creare una rivalità. Ovviamente era falsa: eravamo amici e ci stimavamo. Però stavamo al gioco… Quando arrivai in Fininvest, Mike fu l’unico a dimostrarsi amico”, ha ricordato Baudo. In un’altra intervista, aggiungeva il retroscena: “Dobbiamo sfotterci: agli italiani piacciono i dualismi”. Un copione condiviso, utile a scaldare l’arena e a proteggere l’amicizia. 

La “rivalità” che faceva bene allo show (e che loro orchestravano)
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Incontri che restano: Telegatti 1985, “momenti rarissimi”

Quando si incrociavano sul palco, era un piccolo evento. Ai Telegatti 1985 Mike scherzò proprio su questo: “Uno dei momenti rarissimi in cui Pippo Baudo e Mike Bongiorno si incontrano… quante volte? Tre, forse quattro”. Dietro la battuta, la verità di due carriere parallele, spesso su reti diverse, sempre osservate da milioni di persone.

Incontri che restano: Telegatti 1985, “momenti rarissimi”

1996–1997: un passaggio simbolico (e un nuovo equilibrio)

A metà anni ’90 si consuma una delle stagioni più discusse delle loro carriere. Baudo chiude un ciclo sanremese complesso, Mike torna all’Ariston nel 1997 con Chiambretti e Marini: è il segno che il festival può appartenere a stili diversi, e che la “gara” non è mai davvero personale. Intanto, tra la fine dei ’90 e i racconti retrospettivi, Baudo ricorderà l’esperienza a Mediaset e il suo colloquio con Berlusconi: accettò l’offerta solo quando seppe che Mike avrebbe avuto un ruolo “da presidente”, confermando rispetto e gerarchie

1996–1997: un passaggio simbolico (e un nuovo equilibrio)
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Sanremo 2003: l’abbraccio che chiude il cerchio

Il gesto che spiega tutto: sul palco dell’Ariston, nel 2003, Baudo e Bongiorno si stringono in un abbraccio. Il pubblico vede due “rivali storici”; loro si salutano da fratelli di scena. È l’istantanea più potente del loro rapporto: un duello scenico che in realtà custodisce una stima mai smentita

Sanremo 2003: l’abbraccio che chiude il cerchio

Gli “scontri” veri? Quasi sempre di cartellone

Gli attriti non sono “risse” personali, ma confronti di palinsesto e di linguaggi: quiz contro varietà, rete commerciale contro servizio pubblico, i numeri degli ascolti come posta in gioco. La cronaca li racconta come Coppi & Bartali della tv; loro, con fair play, hanno trasformato il confronto in un modo per alzare l’asticella — e portare più gente davanti allo schermo. 

Gli “scontri” veri? Quasi sempre di cartellone
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Fine scena: la lezione dell’amicizia

Quando Mike muore nel 2009, Pippo prende la parola sul sagrato del Duomo di Milano: “Noi che facciamo questo mestiere siamo dei coristi. Tu sei stato il solista”. Non è un epitaffio: è la definizione più limpida di un rapporto. Anni dopo, Baudo presta volto e voce alla Fondazione Mike Bongiorno, per “Casa Allegria”: amicizia che diventa impegno.

Fine scena: la lezione dell’amicizia
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