Sciaranuova Festival 2025, tra le vigne dell’Etna il teatro torna con “Piani Inclinati"
Spettacolo Nella foto il programma dell'edizione 2025 e Ottavia Casagrande, la direttrice artistica
Dal 26 luglio torna Sciaranuova Festival tra le vigne di Planeta sull’Etna. La nona edizione, intitolata “Piani Inclinati”, propone spettacoli di Sonia Antinori, Ernesto Tomasini e Ivan Talarico. Ne abbiamo parlato con Ottavia Casagrande, direttrice artistica della kermesse, per scoprire come il teatro, tra un calice di vino e un tramonto, riesca a unire cultura e natura in un’esperienza unica
Giunto alla nona edizione, Sciaranuova Festival si rinnova con il titolo "Piani Inclinati". Un’espressione che evoca traiettorie oblique, scivolamenti inaspettati e delicate instabilità, ideali per raccontare un’edizione che invita a esplorare nuove prospettive attraverso il teatro, la musica e la parola. "Piani Inclinati" è un invito a lasciarsi trasportare, a percorrere sentieri obliqui tra arte e pensiero, nel paesaggio unico della Sciaranuova di Planeta
Tra piani inclinati e note, il teatro come sismografo dell’anima
La tragedia è un piano inclinato, diceva Jean Anouilh. “Con la tragedia si sta tranquilli: una volta caricata la molla, fa tutto da sé.” Ci si può mettere comodi e stare a guardare. Gli eventi fanno tutto da soli, vanno come devono o come vuole il destino.
Quest'anno, sotto il Vulcano, non portiamo tragedie, ma ci sentiamo comunque su piani inclinati.
Letteralmente, in quanto in tutti gli spettacoli di questa stagione compare una tastiera: sia essa synth, classica o da cabaret.
La musica, dunque, è il leitmotiv che attraversa l’intero cartellone.
Anche metaforicamente, i piani sono inclinati.
Di questi tempi si stenta a trovare un sentiero tra incertezze, contraddizioni e rarissimi punti fermi. Uno è questo: per mantenere l’equilibrio su un piano inclinato, non si può stare immobili.
Bisogna muoversi. Solo un moto perpetuo ed elastico, per quanto scomposto, può alimentare la speranza di restare in piedi. Senza nessuna certezza, ovviamente.
Il teatro, sismografo imprescindibile, ci aiuta a registrare questi movimenti.
Movimenti sotterranei di adattamento, di reazione al mondo circostante.
Moti tellurici o dell’anima che a volte nemmeno percepiamo. Il teatro li capta, li porta in superficie, li ostenta.
Perciò siamo giunti alla nona edizione.
Il programma 2025
Si parte sabato 26 luglio con “La Meraviglia” di Sonia Antinori con Carla Manzon e Tommaso Girardi, uno spettacolo che racconta l’incontro tra scienza e mito, poesia e alchimia, portando in scena la storia del calzolaio Vincenzo Casciarolo e della misteriosa pietra della meraviglia, in un viaggio che attraversa pensiero illuminista e magia.
Il festival prosegue venerdì 1 agosto con “DEGENERATA!” di e con Ernesto Tomasini, un’immersione nel cabaret dei folli anni ’30, tra music hall inglese, vaudeville americano e le canzoni del Kabarett tedesco, in un inno alla libertà e alla speranza.
A chiudere il cartellone, sabato 2 agosto, sarà Ivan Talarico con “La moltiplicazione degli occhi”, uno spettacolo di musica e teatro che, tra ironia e poesia, racconta la realtà con leggerezza e profondità, invitando lo spettatore a guardare il mondo con occhi diversi.
Gli spettacoli iniziano alle ore 21, con ingresso dalle ore 20, nella suggestiva cornice della Cantina Planeta Sciaranuova a Passopisciaro (CT).
Info e biglietti: www.planeta.it/news-ed-eventi/cultura/sciaranuovafestival2025/
Intervista a Ottavia Casagrande
Ottavia, se ti guardi oggi rispetto al tuo primo Sciaranuova Festival, in cosa ti senti “più inclinata”? In che modo sei cambiata insieme a questo festival?
"L’aspetto che più mi colpisce, ogni volta che vado a caccia di spettacoli per il nostro festival, è l’inesauribile rinnovamento dei linguaggi teatrali, che proprio negli ultimi anni, e nonostante tutte le difficoltà che affronta quotidianamente il teatro italiano, conosce una libertà, un’inventiva, una forza senza uguali."
“Piani inclinati” è un titolo bellissimo, sospeso tra poesia e movimento. Che traiettoria desideri dare a questa edizione? Che cosa vorresti restasse nel cuore delle persone quando torneranno a casa?
"Nei miei anni universitari si insisteva molto sul teatro come rito, ma raramente mi è capitato di incontrarlo: il teatro greco di Siracusa, un leggendario bar romano che alcune notti si trasformava in cabaret en travesti e… Sciaranuova! Riunirsi al calar del sole, ai piedi del vulcano, lontano da qualsivoglia città, per bere vino e assistere a uno spettacolo ha qualcosa del rito pagano."
“La Meraviglia” racconta scienza e mito, alchimia e poesia: un’apertura che già nel titolo accende curiosità. Perché l’hai scelta per inaugurare questa edizione?
*"La Meraviglia" è lo spettacolo più tradizionalmente teatrale che abbiamo in cartellone. Un bellissimo testo, scritto in un’incantevole lingua e recitato da una grande attrice. In più, tocca un nervo scopertissimo: dove comincia la scienza e finisce la superstizione?"
Con “DEGENERATA!” di Ernesto Tomasini tocchi le contraddizioni di un’epoca, ma anche la gioia colorata del cabaret. Che tipo di energia pensi porterà a Sciaranuova?
"Da quando è tornato a viverci, dopo anni all’estero, Ernesto ha travolto Palermo. I miei amici palermitani non fanno che parlarmi di lui! Il minimo che mi aspetto è che travolga anche il vulcano!"
Ivan Talarico chiuderà il festival con “La moltiplicazione degli occhi”: cosa rappresenta per te e per Sciaranuova questo suo sguardo ironico, lieve ma profondo sul mondo?
"Guardando il suo spettacolo, continuavo a dirmi: 'Adesso lo legge… adesso lo cita…' E alla fine è arrivato: il Manga, Giorgio Manganelli! Per quanto mi riguarda, il più grande e bistrattato scrittore italiano. Naturalmente, non poteva mancare nella carrellata di note e parole di Ivan. Ivan è un diretto discendente del Manga. La loro pudica ironia e l’amore allegramente severo per la lingua ne fanno due parenti stretti."
Questi tempi “inclinati” e incerti: secondo te, cosa può restituire il teatro alle persone che scelgono di sedersi sotto le stelle a guardare uno spettacolo?
"I tempi sono frenetici e incerti. Siamo mitragliati da informazioni vere e meno vere. Soprattutto – ed è la cosa che più m’innervosisce – il pensiero dominante ci spinge verso un incommensurabile 'di più': più forte, più grande… 'Ciò che hai non è abbastanza' ci sussurra incessantemente all’orecchio, anzi ce lo sbraita dritto nel padiglione auricolare. Personalmente, conosco solo due antidoti: la natura e la cultura. A Sciaranuova, nel nostro piccolissimo, cerchiamo di riunirle entrambe."
Che tipo di sinergia nasce tra Planeta, il vino, il paesaggio e il teatro a Sciaranuova? Cosa rende speciale questa unione tra arte e territorio?
"La follia! L’idea di organizzare un festival in mezzo alle vigne, tra il vulcano e le gole dell’Alcantara, lontano da tutti e tutto, è di per sé generosamente folle. Significa aprire a tutti un posto unico al mondo, altrimenti precluso ai più. C’è modo migliore di valorizzare il territorio, se non invitare a conoscerlo e amarlo, rispettandolo?"
Pensi che il teatro, con un calice di vino in mano e un tramonto sull’Etna sullo sfondo, possa diventare un modo diverso di “bere bellezza”? Cosa pensi della frase di Dostoevskij, “La bellezza salverà il mondo”?
"Questa frase viene citata spesso. Non so da che romanzo sia tratta, non ne conosco il contesto e, comunque, sarei più cauta e pragmatica. Credo negli uomini e nelle donne che amano la bellezza e si spendono per lei, in qualunque forma. La bellezza in sé mi pare troppo trascendentale!"
Con “ZIG ZAG” ci porti in giro per l’Europa e oltre, a scoprire meraviglie architettoniche e storie segrete. Ti chiedo: c’è un filo che unisce questo tuo sguardo sul mondo con Sciaranuova Festival? Il teatro in vigna può essere anche lui una delle tue “meraviglie” da raccontare?
*"ZigZag" è nato da un’idea per un giornale francese: brevi video che raccontino un luogo e le persone che l’hanno immaginato, costruito, amato, distrutto. Io lavoro attraverso vari media: libri, video, teatro… Ogni tanto penso che chi si dedica a progetti troppo diversi tra loro finisca per realizzarli tutti male. Poi mi consolo dicendomi che, in fondo, faccio una cosa sola: racconto storie, preferibilmente di persone. Il mezzo cambia, ma la sostanza resta la stessa."
Un invito a lasciarsi trasportare
Il Sciaranuova Festival 2025 è un’occasione per fermarsi, respirare e lasciarsi trasportare tra poesia, musica e parole sotto le stelle dell’Etna, con un calice di vino in mano e la bellezza che scivola tra le vigne. Perché, anche sui “piani inclinati”, il teatro sa ancora restituirci meraviglia.