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Sophie Codegoni sullo stalking di Alessandro Basciano: "Sto vivendo un inferno"

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VIDEO Sophie Codegoni e lo stalking di Alessandro Basciano
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VIDEO Sophie Codegoni e lo stalking di Alessandro Basciano
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In un’intervista al Corriere della Sera, l'influencer, 23 anni, ha raccontato le persecuzioni che avrebbe subito dall'ex compagno, il dj che ora è indagato per stalking aggravato nei suoi confronti e che ha l'obbligo del braccialetto elettronico: "Questi uomini ti portano a pensare che è sempre colpa tua. E non cambiano mai”

“Tante volte ho pensato: ma chi me l’ha fatto fare di denunciare? È tostissimo. So di aver fatto la cosa giusta, ma sto vivendo un inferno. Sono sola. Ho tanto odio addosso”. In un’intervista al Corriere della Sera, Sophie Codegoni, 23 anni, ha condiviso con le lacrime agli occhi le sensazioni provate dopo aver denunciato l’ex compagno Alessandro Basciano, il dj ora indagato per stalking aggravato nei suoi confronti. La coppia si era conosciuta al Grande Fratello Vip nel 2021. Dopo l’amore era arrivata la convivenza a Roma, “e finché sono stata lì è andato tutto bene, lui aveva il controllo totale su di me”, ha raccontato l’influencer. “Io vivevo in una bolla, senza più i miei amici”. Nel maggio 2023 è nata la loro figlia, Celine Blue, ma “lui era sempre via per lavoro e io ero sola con la bambina”. Poi la scoperta dei tradimenti e il ritorno di Codegoni a Milano. “A settembre ci siamo separati. Ed è cominciato l’inferno”. Come spiega l'influencer, Basciano non avrebbe accettato la separazione. “Ovunque io andassi, lui lo sapeva e mi mandava la foto di dove ero. Sapeva tutto. Mi scriveva: “P*****a, ti tolgo la bambina”. C’era gente che mi controllava fuori dalla mia porta di casa. Così a dicembre 2023 denuncio”. Mercoledì 30 aprile, in attesa del processo, la Corte di Cassazione ha disposto le misure cautelari: Basciano dovrà ora indossare il braccialetto elettronico e rispettare sia il divieto di avvicinamento a meno di 500 metri, sia il divieto di comunicazione nei confronti di Codegoni e della figlia. Intanto, il 28 aprile l’uomo è partito per Miami. Il tutto in attesa di un probabile processo. Attualmente sono in corso le indagini preliminari.

RICATTI EMOTIVI, MINACCE E LA PROMESSA DI CAMBIARE

Durante la loro relazione, Codegoni avrebbe subito continue violenze verbali e psicologiche. “Io avevo il mio lavoro, i miei amici, tutte cose per lui insopportabili. Mi diceva sempre: “Io devo essere la tua priorità, qualunque cosa tu stia facendo, se io ti chiamo devi mollare tutto. E se non mi rispondi al primo squillo, faccio un casino””. Dopo la denuncia, l'influencer ha comunque provato un grande senso di colpa. “Sono stata malissimo. Lui mi convince che cambierà e torniamo insieme. Provo a rimettere insieme la nostra famiglia”. Presto, però, si è resa conto che non avrebbe funzionato. “Non ero più io, non sono più io”. Durante le litigate, “lui buttava fuori di casa me e la bambina. Poi lo perdonavo perché lui era bravissimo a dimostrarmi che si comportava così per colpa mia. E il copione era sempre lo stesso: all’apice del disastro, iniziava la sua fase del pentimento: ho sbagliato, giuro che cambierò, vado dallo psicologo”. Ricatti emotivi, pedinamenti, minacce e insulti sarebbero proseguiti fino allo scorso novembre, quando Basciano “ha aggredito e spaccato la macchina ai miei amici”. È stato il punto di svolta. “In tanti mi hanno detto: “Non ti vogliamo più vedere, perché stai rovinando la vita a tutti". E così sono tornata a denunciare”. Lo scorso 21 novembre Basciato è stato arrestato e poi scarcerato dopo 48 ore. “Credo sia riuscito a far credere che io esageravo. Ha presentato screenshot di alcune mie frasi positive, omettendo il resto. Ho sentito su di me gli sguardi dubbiosi della gente. È stata durissima. Però dopo la scarcerazione in Procura mi hanno ascoltato per cinque ore. Ho consegnato il mio telefono e l'hanno tenuto 48 ore, così hanno visto e letto le chat di tre anni di rapporto tra me e lui”. Ora Codegoni indossa un orologio per le vittime di stalking, grazie al quale “le forze dell’ordine sanno dove sono, e se clicco un tasto arrivano le pattuglie. Mi sento più tutelata e protetta con questo. Prima che arrivasse, avevo preso un bodyguard, ma non ce la facevo più economicamente a sostenere i costi. Sono stati mesi durissimi, avevo tanta paura”. L'influencer si rimprovera di non essersi "svegliata prima” e si sente “svuotata , piango sempre”. Secondo lei, le istituzioni “capiscono sì, ma i tempi sono lunghissimi. L’emergenza scatta solo per le coltellate. Quello che non si capisce è che se la donna fosse lucida, se ne andrebbe prima; se non se ne va, è perché non è lucida. Perché questi uomini ti portano a pensare che è sempre colpa tua. E non cambiano mai”.

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