
In un’intervista a Vanity Fair, la modella, che ora si sta curando da un tumore ovarico, ha raccontato la scelta che aveva preso sul suo corpo e che era stata criticata da medici e chirurgi. E ha ribadito: "Mettersi in sicurezza e prevenire è un tema di cui voglio essere portavoce"
“Non voglio sentirmi in colpa per non aver tolto subito le ovaie”. In un’intervista a Vanity Fair, Bianca Balti ha raccontato la scelta che ha preso sul suo corpo. La modella, che ora si sta curando da un tumore ovarico, aveva ricevuto le critiche di medici e chirurgi per non aver rimosso in via preventiva gli organi che sono stati poi intaccati dalla malattia. Balti aveva preso la decisione di non procedere all'operazione nonostante fosse portatrice della mutazione del gene BRCA1, che comporta il rischio di sviluppare tumori al seno e alle ovaie. “Io ricordo il dolore grandissimo che provavo quando mi scrivevano alcuni dottori che si dichiaravano stupiti perché non mi ero messa in sicurezza. Le loro parole mi facevano sentire sbagliata. Ovviamente quando hanno visto la massa tumorale al pronto soccorso è la prima cosa che ho pensato anche io, perché sapevo di essere predisposta”, ha detto. “Però ho capito che non accetto più questa critica. Primo perché quello che è stato è stato. Secondo perché anni fa ho tolto il seno, operazione che dura sette ore. Non sai che impatto avrà sul tuo aspetto fisico e io lavoro col mio corpo. Non è una passeggiata: io ho fatto una scelta coraggiosa togliendomi il seno. Sapere di essere predisposti è un discorso, fare l’operazione un altro. Lo consiglio a tutti, certo. Ma non è facile. Io facevo tutti i controlli e avevo deciso di rimandare”.
"PORTAVOCE DELLA PREVENZIONE"
“Mettersi in sicurezza e prevenire è un tema di cui voglio essere portavoce”, ha proseguito Balti, che ha ribadito la scorrettezza delle critiche rivolte a scelte così personali e delicate. “È sminuente. Non puoi lasciare una donna sola nelle sue paure. E giudicarla pensando sia una decisione facile da prendere. Fa paura. Ti cambia il corpo. Ti fa andare in menopausa precoce. C’è una complessità che non va sminuita. O chi scoprirà questa mutazione genetica si troverà sola e non in grado di scegliere. Sai chi mi ha aiutato davvero? Una dottoressa che mi ha visitato e mi ha detto: come sei coraggiosa. Mi sono sentita vista. E capita. Solo quello mi ha aiutato a scegliere”.
