Sanremo 2025, la lettera di Pippo Baudo al Festival: "Sei il cuore della nostra società"
Spettacolo
Lo storico conduttore della kermesse ha scritto i suoi pensieri sull'iconico Festival ligure, evento dall'inequivocabile valore culturale per il Paese.
Tra ricordi e auguri al nuovo direttore artistico Carlo Conti, alla vigilia della settantacinquesima edizione
A poche ore dall'inizio del Festival di Sanremo 2025 (LO SPECIALE), Pippo Baudo, volto storico della kermesse, è intervenuto pubblicamente celebrando il grande evento ligure attraverso una lettera in cui racconta l'emozione di un Paese che con Sanremo ha sempre avuto un rapporto strettissimo.
Il popolare presentatore, che a giugno compirà 89 anni, ha fatto gli auguri al Festival, manifestazione carissima agli italiani e non solo, che è parte della cultura del Paese e che spera supererà il secolo di vita accompagnato dall'affetto del pubblico.
Ecco cosa c'è scritto nella lettera pubblicata su La Stampa.
Il Festival di Sanremo: "un rito collettivo"
La storia di Pippo Baudo è legata a doppio filo a quella del Festival di Sanremo, kermesse a cui il presentatore deve una grande parte della sua incomparabile carriera televisiva.
Protagonista del Festival per ben 13 volte, Baudo detiene il record assoluto della conduzione della kermesse e divide con Amadeus e Mike Bongiorno il numero di edizioni consecutive condotte: cinque.
La sua lettera aperta al Festival non può, dunque, prescindere dai ricordi di numerose stagioni gloriose della kermesse che - scrive Baudo - nel 1958 "cambiò faccia, quando un giovane cantautore di nome Domenico Modugno spalancò le braccia al cielo e, con la sua ‘Nel blu dipinto di blu’, non solo vinse, ma fece decollare anche i sogni di un’intera nazione".
Il ricordo di Sanremo non può prescindere dal racconto di un Paese, l'Italia, che ogni anno fa i conti con se stessa anche attraverso il Festival ligure.
Baudo riconosce alla manifestazione canora sanremese un autentico valore culturale.
Sanremo ha fatto la storia della televisione ma ha anche assistito e accompagnato il Paese nel fare la propria.
Baudo attribuisce al Festival il ruolo di "rito collettivo". Per una settimana, scrive: "(...) l'Italia si ferma, ascolta e si ritrova".
"Sei specchio della nostra società", prosegue Baudo rivolgendosi al Festival: "Ne rifletti gioie e dolori, in tutte le sue declinazioni ed evoluzioni".
Approfondimento
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Pippo Baudo, l'augurio al Festival "di continuare a splendere"
La storia di Pippo Baudo incrocia quella del Festival di Sanremo nel 1968. Il suo esordio come conduttore nell'edizione segnata dalla tragedia di Luigi Tenco.
"Andò bene", ricorda Baudo, anche grazie alla presenza di canzoni e artisti straordinari.
Dunque, il ricordo dei tanti, moltissimi nomi che da Sanremo hanno spiccato il volo per arrivare a cantare in ogni parte del mondo, da Eros Ramazzotti, a Giorgia, a Laura Pausini, ad Andrea Bocelli, passando per le grandi star internazionali ospitate sul palco del Teatro Ariston: Madonna, Springsteen, Whitney Houston.
Canzoni ed artisti in grado di cambiare il corso della musica leggera nazionale, indirizzati dai condottieri che sono venuti dopo di lui.
Baudo elogia i direttori artistici più recenti, da Baglioni ad Amadeus, per arrivare a Conti, chiamato a mantenere il livello altissimo della manifestazione.
"Ti auguro di continuare a splendere, nel segno della bellezza, fino a raggiungere e superare il secolo di vita", questo l'augurio per il Festival da parte del presentatore che ha lasciato il segno nella kermesse e nel cuore degli italiani.