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Il racconto delle collezioni femminili protagoniste della Fashion Week a Milano

Spettacolo

Nicoletta Di Feo

Centosettantaquattro appuntamenti, tra sfilate, presentazioni ed eventi. Dal 17 al 23 settembre la moda donna è stata protagonista a Milano. FLASH ci accompagna sulle passerelle e nel dietro alle quinte di questo intenso calendario della Milano Fashion Week per dare uno sguardo alle collezioni donna della prossima estate

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Sono ben 7 i giorni che il nuovo calendario della Camera Nazionale della Moda Italiana ha dedicato alla nuova edizione della Milano Fashion week, del resto quella settembrina è notoriamente l’edizione più ricca.

C’è stata Madonna, grande star della sfilata di Dolce&Gabbana a cui i due stilisti hanno dedicato un’intera collezioneC’era Jannik Sinner, superospite da Gucci. C’era Naomi, che ha presentato ‘Naomi in fashion’, libro-omaggio alla sua carriera nato dall’omonima mostra che il Victoria and Albert Museum di Londra ha dedicato alla Venere Nera. E c’era Bruce Weber alla Triennale di Milano per un incontro con il pubblico per parlare di moda e fotografia e per due serate dedicate al suo cinema che hanno visto la proiezione di due dei suoi documentari più belli.

La Fashion week che si è appena conclusa a Milano è stata sicuramente ricca di eventi.

Ospiti prestigiosi, star, ma soprattutto creatività. L’unica arma con cui si può combattere un momento così complicato come quello che sta vivendo il settore del lusso oggi.

Le mani di Lorenzo Quinn per raccontare l’artigianalità di Tod’s

Creatività che sulla passerella Tod’s fa coppia con l’arte perché per esprimere l’artigianalità, essenza del brand, in passerella campeggia la scultura di un grande artista.

Sono le mani di Lorenzo Quinn, le stesse che affacciano sul Canal Grande di Venezia e che raccontano la potenza dell'uomo. Quelle mani qui reggono due nastri di pelle che acquistano la forma elicoidale del dna e simboleggiano l'essenza del brand di Diego Della Valle quel ‘fatto a mano’ eccellenza italiana. La stessa artigianalità che Matteo Tamburini traduce in una collezione fatta di pezzi esclusivi e di pelli pregiate, ma leggere come tessuti. Un’artigianalità da preservare e soprattutto da tramandare.

“Oggi si parla di Intelligenza Artificiale come di un'evoluzione necessaria che porterà grandi benefici all'umanità tutta e creerà posti di lavoro. Dicono che ne creerà, e auguriamoci che questo accada, ma ne toglierà anche”, dice ai nostri microfoni il Presidente e Ad del Gruppo Tod’s Diego Della Valle.

“Quello mi preme ricordare però è che al centro di ogni cosa c’è comunque l'uomo e in questo caso è l'artigiano che con le sue mani realizza delle cose. Questo è imprescindibile, soprattutto in un mondo come il nostro dove la qualità è opera delle mani degli artigiani.  Quindi l’idea di dire: ‘all'Intelligenza Artificiale accostiamo l'Intelligenza Artigianale’ non è una contrapposizione, credo che la somma delle due cose possa portare dei valori condivisibili per tutti.”

Emporio Armani, l’evoluzione della cravatta

Sullo sfondo c’è una foto del passato, una ragazza con indosso una cravatta. Un gesto ai tempi radicale, spiega Giorgio Armani, ma che oggi diventa un gioco. E così passato e futuro si uniscono sulla passerella Emporio Armani dove va in scena la collezione per la prossima estate, che si apre proprio con lo stesso look indossato dalla modella ritratta da Aldo Fallai.

Il passato che si fa futuro e che dà il via a una sfilata fatta di colori, forme morbide, vezzi, in equilibrio tra maschile e femminile. Un invito a vestirsi con libertà e ironia, ma sempre nel rispetto dell’eleganza e delle donne che indossano quei vestiti.

Il viaggio creativo di Etro fa tappa al sud

Che siamo al sud lo si percepisce nei colori di questa nuova collezione, nella sua estetica, nel calore e nell’energia che trasmette guardandola sfilare sulla passerella.

La creatività è un viaggio e non sai dove ti porta, io sono molto felice di intraprenderlo ogni volta senza mettere troppi paletti. Dentro c'è la mia Grecia, c'è la mia Andalusia, c'è la mia Sicilia. Mi piace metterci delle parti di me, forse sono qui per questo, per dare un punto di vista.”

Abiti che aderiscono al corpo ma, estremamente leggeri e che raccontano come l’interpretazione di Etro da parte di Marco De Vincenzo, al suo secondo anno alla guida del brand, sia ormai pienamente consapevole.

“La libertà oggi nella moda è una conquista perché il business si è irrigidito e lo spazio di libertà che serve per fare le collezioni è sempre più ridotto, io però credo di averne trovato uno.”

Moschino, rendere straordinario l’ordinario

Perle, smiley,  pois, stampe, e poi il famoso ‘tubino or not tubino’. Sulla passerella Moschino by Adrian Appiolaza c’è tutta quell’ossessione per la moda che caratterizzava il fondatore del brand, morto 30 anni fa. C’è l’heritage di un marchio iconico, ma  anche la personale reinterpretazione del nuovo direttore creativo.

“La prima stagione era incentrata sugli individui, la seconda sugli individui e le coppie. Questa volta quello che cercavo di rappresentare era un gruppo di individui, un gruppo di individui che si rappresenta attraverso il suo modo di vestire, una comunità del vestire.”, ha spiegato ai nostri microfoni Appiolaza. 

Il risultato è una trasformazione dell’ordinario in straordinario, attraverso il gioco serissimo della moda.

Prada, creatività come misura dell’imprevedibilità umana

All’era dell’iperinformazione con il suo costante flusso di contenuti, Prada risponde con l'imprevedibilità come misura della creatività umana e ancora una volta la passerella della Fondazione Prada diventa megafono per un messaggio che va oltre i vestiti. Ma al di là del messaggio, le intuizioni sono evidenti e si preannunciano must have della prossima stagione.

“Nessuna critica” precisa in un virgolettato Miuccia Prada, “ma la volontà di aprire un dialogo sul nostro contesto culturale”. Una riflessione che si traduce in una collezione che è un tributo all'individualità con look che raccontano di un presente fatto dalla coesistenza di ere diverse, multiforme e sfaccettato, una celebrazione delle persone.

Il ‘Casual Grandeur’ di Gucci

A un anno esatto dalla sua prima sfilata per il marchio della doppia G, Sabato De Sarno porta in passerella quello che definisce un ‘casual grandeur’.  La nuova collezione Gucci è infatti curata nei minimi dettagli, ma indossata in modo easy.  

Alla base un lavoro importante sui volumi e sulla costruzione che fa apparire rigide le cortissime gonne di cotone. E poi i punti fermi, come il tailoring, i ricami, la pelle, la lingerie.

Vera star la Bambu Bag, iconica borsa che compie 60 anni. A chiudere la sfilata i cappotti, ossessione dello stilista.

Vestiti veri, che non soffocano la persona e la  personalità. Un casual grandeur, appunto.

Brunello Cucinelli

Vestiti desiderabili, ma Brunello Cucinelli preferisce definirli invece esclusivi. Ed è proprio questa la sensazione che abbiamo ammirando la nuova collezione del brand di Solomeo.

A dispetto dei numeri pochi incoraggianti del settore del lusso, “quella appena conclusa è stata una stagione bellissima”, ci spiega l’imprenditore umbro, e la collezione presentata nel suo quartier generale di via Montello ha già riscosso grande favore tra i buyer.

“Il 62% della produzione è fatta a mano, quindi c’è sempre un gran tasso di artigianalità", spiega Cucinelli. "I colori sono polverosi, c’è molto beige e grigio; le lavorazioni sono importanti; i volumi molto morbidi e i tessuti estremamente leggeri.”

Moda ma anche cultura da tramandare di generazione in generazione.

Dolce&Gabbana e l’omaggio a Madonna

Vestita interamente con un velo di pizzo nero, che le copriva anche il volto, Madonna è stata la vera star di questa Fashion Week. La sua presenza alle sfilate milanese è un evento più che eccezionale ma in questo caso irrinunciabile, dato che la sfilata andata in scena al Metropol di viale Piave è stata un grande omaggio alla sua personalità, ironica e potente, simbolo di quella sensualità che da sempre rappresenta la donna Dolce&Gabbana.

Dal reggiseno a cono indossato da Madonna nel ‘Blond Ambition Tour’, alle guepierre cucite su pantaloni maschili, fino ai tubini sottoveste, tutta la collezione è un concentrato dei pezzi iconici Dolce&Gabbana e una celebrazione della carriera della popstar.

58 look indossati da modelle in parrucca bionda, quel biondo che Madonna ha saputo trasformare in un tratto distintivo.

Una collezione sintesi di sensualità, carattere e fascino con ampio spazio alla corsetteria, ad abiti di pizzo e tulle che avvolgono i corpi, a lacci, ganci e stringhe simboli di seduzione.

“Madonna è una nostra icona da sempre”, fanno sapere Domenico Dolce e Stefano Gabbana, “ed è anche grazie a lei che sono cambiate tante cose nella nostra vita.”

Era infatti il 1991 quando la popstar scelse di indossare per la première del film-documentario ‘A letto con Madonna’ un bustier di pietre colorate e cristalli firmato Dolce&Gabbana. Il 1993 quando i due stilisti disegnarono i costumi per il tour di supporto all’album Erotica. Lei era all’apice della carriera, Domenico e Stefano ai loro esordi. Da lì iniziò una collaborazione che non si è mai arrestata e che si è trasformata in una profonda amicizia.

I Sustainable fashion Awards chiudono la Fashion Week a Milano

La fashion Week milanese è stata anche l’occasione per puntare i riflettori su un tema di fondamentale importanza, quello della sostenibilità, o meglio della moda sostenibile. Lo si è fatto al Teatro alla Scala grazie ai Sostainable Fashion Awards, la premiazione dedicata alla moda green organizzata da Camera Nazionale della Moda Italiana e presentata quest’anno anche dall'attrice Freida Pinto. Tra i vincitori Brunello Cucinelli, Renzo Rosso e Remo Ruffini.

Un momento importante per il futuro, ma anche il presente della moda a cui ha partecipato, a un anno esatto dalla sua ultima apparizione alla sfilate milanesi, anche Chiara Ferragni.