Cats, al Sistina Chapiteau di Milano il musical con protagonista Malika Ayane: recensione

Spettacolo
Gabriele Lippi

Gabriele Lippi

©Gianluca Saragò

Il capolavoro di Andrew Lloyd Webber inaugura la prima del teatro tenda itinerante con una messa in scena adattata. I gatti di Jellicle agiscono col Colosseo sullo sfondo in un contesto geografico diverso dal solito e strizzando l'occhio alla contemporaneità. Uno spettacolo coinvolgente con una straordinaria Grizabella

Uno spettacolo iconico per inaugurare una iniziativa nuova e innovativa. Il Sistina Chapiteau, versione itinerante del teatro romano diretto da Massimo Romeo Piparo, ha inaugurato il 13 dicembre allo Scalo Farini di Milano portando in Lombardia un musical storico in una versione che già un anno fa, nella Capitale, aveva ottenuto un successo straordinario: Cats di Andrew Lloyd Webber, riadattato e ambientato tra le rovine della Città Eterna, con Malika Ayane nei panni di Grizabella.

Un pubblico partecipe e convinto

In una prima che ha visto il tendone riempirsi nei suoi 1500 posti, con la folla già evidente dall’ingresso nel foyer, il pubblico ha assistito a una versione certamente sui generis di una delle opere di maggior successo a Londra e Broadway, uno dei tre pilastri su cui si è costruita la carriera di Andrew Lloyd Webber (insieme a Jesus Christ Superstar e Il Fantasma dell’Opera), partecipando con entusiasmo e curiosità allo show e approfittando di un intervallo che si è esteso ben oltre i 15 minuti previsti per poter scattare delle foto al cast già pronto e in attesa sul palco privo di sipario.

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Le licenze sui testi

La classica sfilata di personaggi e caratteri, coi gatti di Jellicle trapiantati ai piedi del Colosseo, presenta non poche differenze rispetto all’opera originale, con la traduzione dei testi che in più punti si allontana dalle parole di Thomas Stearns Eliot per italianizzare la narrazione, la trama rimane sostanzialmente la stessa, così come la caratterizzazione dei personaggi. Invariate, naturalmente, anche le musiche di Andrew Lloyd Webber, con l’iconica apertura della Jellicle Song for Jellicle Cats e poi la serie dei numeri musicali più amati dai fan fino all’apoteosi con Memory.

Una scena del musical Cats con Malika Ayane
Una scena del musical Cats con Malika Ayane - ©Gianluca Saragò

Scenografia, costumi e trucco d'eccellenza

Splendida la scenografia, capace di trasportare il pubblico dentro una colonia felina tra il Colosseo e i Fori, perfette le coreografie e i numeri acrobatici di un cast assortito e ispirato. Costumi e trucco eccezionali collaborano a far funzionare quella sospensione dell’incredulità che, per esempio, era totalmente mancata nel film diretto nel 2019 da Tom Hooper, dimostrando che una parrucca, un paio di orecchie triangolari e dei maglioni sdruciti funzionano meglio di una sofisticata computer grafica.

L'identità di Cats rimane nei suoi personaggi

In un allestimento che non si limita a tradurre ma riadatta profondamente i testi per ricollocarli geograficamente e aggiornarli temporalmente (Gus, il gatto attore, racconta di esser stato Sandogat, di aver recitato Flaiano, di essere stato compagno di set di Gigi Proietti, prima di lasciarsi andare a un’invettiva contro i social che uccidono la magia del teatro), lo spirito originario rimane proprio nei personaggi e nei loro caratteri così ben assortiti e concepiti: nella spacconeria di Rum Rum Tugger, nelle scorribande di Mungojerrie e Rumpleteazer, nelle malefatte di Macavity e nei mirabolanti incantesimi del magico Mister Mistoffelees.

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Una strepitosa Malika Ayane

Ma rimane soprattutto nella Grizabella di una strepitosa Malika Ayane, capace di far scorrere brividi sulle schiene del pubblico con una interpretazione vocale e fisica di straordinaria intensità, autentica protagonista nel ruolo più importante e più toccante, la diva che ormai da tempo ha imboccato il viale del tramonto diventando reietta, che fa da perno a una vicenda che altrimenti e senza di lei non esisterebbe. La sua Memory non perde di potenza nemmeno tradotta, con quell’invocazione alla Luna e quella speranza di recuperare la gioia dei tempi andati, in un crescendo di emozioni che va dalla sua prima entrata in scena fino al gran finale, capace di strappare l’applauso più lungo e convinto al pubblico.

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