Prima della Scala 2023, trama e cosa sapere sull'opera Don Carlo di Giuseppe Verdi

Spettacolo
Brescia – Amisano

La libertà di sentimenti, la difficile relazione tra padre e figli, la liberazione dei popoli oppressi. Sullo sfondo il conflitto tra potere temporale e quello religioso. Sono tanti i temi al centro dell'opera scelta per il 7 dicembre, giorno di inaugurazione della Stagione 2023/2024 del Teatro alla Scala. Una storia, tratta dall’omonima tragedia di Friedrich Schiller,  ambientata in Spagna nel 1568. Dai personaggi alle ambientazioni, fino alle scelte di Verdi: ecco tutti i dettagli

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Giovedì 7 dicembre, a Milano, si apre la Stagione 2023/2024 del Teatro alla Scala. L’opera scelta per l’inaugurazione è il Don Carlo di Giuseppe Verdi, nella versione approntata dal compositore per la Scala nel 1884. "Verdi ci porta dietro le quinte del potere", ha detto il regista Lluís Pasqual. Con il Don Carlo "si chiude una trilogia del potere iniziata con Macbeth e proseguita lo scorso anno con Boris Godunov", ha sottolineato invece il Maestro Riccardo Chailly. Ecco cosa sapere sull’opera: dalla trama ai personaggi, fino ai temi toccati.

La trama

La storia, tratta dall’omonima tragedia di Friedrich Schiller, è ambientata in Spagna nel 1568, anno del trattato di pace con la Francia. Racconta dell’amore tra i giovani Don Carlo e Elisabetta di Valois, figli rispettivamente di Filippo II e del re di Francia. Il loro però è un amore contrastato e ostacolato da ragioni politiche: Elisabetta è stata infatti promessa in sposa dal re a Filippo II, padre di Carlo.

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I personaggi 

L’opera verdiana fa agire sulla scena moltissimi personaggi. Al centro c'è la figura di Filippo II, re di Spagna e padre di Don Carlo. Il soliloquio introspettivo “Ella giammai m’amò”, sottolineato dalla dolente melodia dei violoncelli, traduce l’impotenza del po- tere reale davanti all’animo umano e restituisce magistralmente tutta la complessità psicologica del personaggio. L’evoluzione della figura di Elisabetta conduce quest’ultima dalla grazia sorridente delle sue iniziali inflessioni melodiche verso un canto spezzato e teso che esprime l’oppressione dolorosa di un destino che la condanna a un matrimonio senza amore. Don Carlo, l’innamorato spinto dalla forza della passione e delle sue giovanili illusioni, mostra la sua evoluzione soprattutto negli intensi duetti con Elisabetta, in cui arriva alla rassegnazione dell’addio. Non meno complesse sono poi le figure della principessa d’Eboli e del marchese di Posa. Sullo sfondo c'è l’atmosfera dell’Inquisizione.

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I temi toccati da Verdi

Decidendo di mettere in scena il poema drammatico Don Carlos, Infant von Spanien di Friedrich Schiller, Verdi ha rintracciato una tesi di fondo di natura etica e ideologica, che condivideva profondamente e dalla quale si sentiva attratto: l’idea che l’assolutismo e la ragion di Stato, qui incarnati dal re di Spagna Filippo II, siano inconciliabili sia con le inclinazioni personali sia con l’aspirazione alla libertà dei popoli, di cui si fa portavoce Rodrigo, il marchese di Posa. Il contrasto politico, dal quale si sprigiona una grande forza drammatica, è dunque uno dei grandi temi di fondo dell’opera verdiana. Altrettanto intrigante doveva essere, per il compositore, il motivo dell’amore tra la regina e l’infante, impossibile per ragioni politiche e causa della loro personale tragedia. Verdi, infine, doveva sentirsi attratto da un altro motivo ancora, quello della nobile e disinteressata amicizia tra Carlo e Rodrigo, che si vena di motivazioni patriottiche nel momento in cui il secondo conquista il primo alla causa del popolo fiammingo. Verdi si mantenne sostanzialmente fedele allo spirito del denso dramma di Schiller e ne trasse, dopo averlo meditato a lungo, una delle sue partiture più monumentali.

Le versioni dell’opera

La prima assoluta di Don Carlos ha luogo all’Opéra di Parigi (che aveva allora sede nella Salle le Péletier che sarebbe stata distrutta da un incendio nel 1873) l’11 marzo 1867. È la terza opera scritta da Verdi per la Francia dopo Jérusalem (riscrittura del 1847 dei Lombardi alla prima Crociata) e Les Vêpres Siciliennes (1855). Il libretto francese di Joseph Méry e Camille du Locle è tratto dalla tragedia di Friedrich Schiller Don Karlos, Infant von Spanien andata in scena ad Amburgo nel 1787. L’opera, commissionata in occasione della seconda Esposizione Universale di Parigi era in cinque atti con balletto secondo l’uso della “grande boutique” e proclamava i valori della libertà personale e politica contro l’oppressione dell’assolutismo religioso e statuale. Dall’opera originale francese, in cinque atti, Verdi ricavò anni dopo una versione italiana dalla quale eliminò, oltre all’atto iniziale, i ballabili. Con il titolo Don Carlo, la versione in quattro atti venne presentata alla Scala il 10 gennaio 1884 e rimase – lo è ancor oggi – la più frequentemente rappresentata.

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