Puff Daddy, accordo extragiudiziale con l'ex che lo accusava di stupro

Spettacolo

L'artista che aveva denunciato pubblicamente di aver subito violenze sessuali e domestiche dal musicista e produttore con cui aveva avuto una relazione ha accettato un patteggiamento evitando così il processo. "Abbiamo deciso di risolvere la questione amichevolmente"

Sembra già risolto in sede extragiudiziale il caso di accuse di violenza sessuale e domestica contro Sean Combs, in arte Puff Daddy o P. Diddy. L’ex fidanzata, Cassie, ha accettato un accordo appena un giorno dopo la diffusione delle accuse. "Ho deciso di risolvere la questione amichevolmente a condizioni sulle quali ho un certo livello di controllo", ha detto la donna, il cui nome completo è Casandra Ventura,attraverso una nota. "Voglio ringraziare la mia famiglia, i fan e gli avvocati per il loro incrollabile sostegno", sono invece le dichiarazioni di Combs, “abbiamo deciso di risolvere la questione amichevolmente. Auguro a Cassie e alla sua famiglia tutto il meglio”.

Le accuse

Il produttore discografico e rapper evita così di affrontare un processo che certamente non avrebbe fatto bene alla sua immagine. Cassie era stata un’artista della Bad Boy, l’etichetta discografica di Combs, con la quale aveva firmato nel 2005 ad appena 19 anni. I due avevano avuto una relazione cominciata nel 2007. L’artista aveva accusato il produttore di violenze fisiche e psichiche e di varie forme di abuso sessuale, stupro incluso. Secondo gli atti depositati al tribunale distrettuale federale di Manhattan, Combs l'ha aggredita numerose volte con una tale violenza che i suoi dipendenti a volte la portavano in albergo per giorni perché potesse riprendersi prima di tornare in pubblico.

L'ACCUSA DI STUPRO

In una delle accuse più inquietanti della causa, la cantante ha affermato di essere stata costretta per anni a partecipare a incontri sessuali con una serie di gigolò, mentre Combs guardava, si masturbava e registrava video. Combs, inoltre, controllava quasi ogni aspetto della sua vita, pagandole la casa, l'auto, i vestiti e altre necessità, e aveva persino accesso alla sua cartella clinica personale. Secondo gli atti Cassie non è mai andata alla polizia perché temeva che "avrebbe dato al signor Combs un'altra scusa per farle del male".

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