E' da poco uscita la sua seconda serie tv "Questo mondo non mi renderà cattivo". Il celebre fumettista è l'ospite della prossima puntata del ciclo di interviste dedicate ai protagonisti dello spettacolo condotte dal vicedirettore di Sky Tg24 Omar Schillaci
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È Michele Rech, in arte Zerocalcare, il protagonista della nuova puntata di “Stories” (LO SPECIALE), il ciclo di interviste ai principali interpreti dello spettacolo, di Sky TG24. Ospite del vicedirettore della testata Omar Schillaci, con la regia di Francesco Venuto, il fumettista si racconta in “Zerocalcare - Nessun rimpianto, nessun rimorso, soltanto certe volte mangio un biscotto”, in onda martedì 4 luglio alle 21 su Sky TG24, sabato 8 luglio alle 13.45 (circa) su Sky Arte e sempre disponibile On Demand.
È in tv con la serie “Questo mondo non mi renderà cattivo”, su Netflix e visibile anche sulla piattaforma Sky, arrivata dopo il successo di “Strappare lungo i bordi”, ed è appena uscito per Bao Zerocalcare Animation Art Book, che ne racconta il dietro le quinte. Zerocalcare è da qualche anno uno dei fumettisti più amati d’Italia che lo ha portato a totalizzare un record personale di 13 ore di firmacopie. Sulle aspettative della nuova serie ha detto che sono pesate “Un botto. Mi sembrava che fosse però più onesto, sia verso me stesso sia verso gli spettatori, invece di inseguire il consenso, provare a raccontare quello che effettivamente mi andava”.
dall'infanzia alla carriera, tra ricordi, divertimento e riflessioni
Divertimento e riflessioni, nella chiacchierata che ripercorre alcune delle tappe della sua vita e carriera. Si parte dall’infanzia a Rebibbia di cui si ricorda: “Gli stessi elementi che stanno nella serie, la televisione e il divano. Ho avuto un’infanzia assolutamente fortunata però ero un bambino che voleva stare per i fatti suoi, a disegnare e a guardare la tv”. Quei disegni che l’hanno portato anche alla conoscenza di Makkox: “È oggettivamente l’unica persona che ha creduto in me in un momento in cui, tutte le porte a cui bussavo, restavano sbarrate".
Ma entriamo in una giornata tipo di Zerocalcare: “Alle 9 mi alzo, comincio a lavorare, mi arriccio su me stesso per disegnare sul divano e vado avanti fino alle 17. Alle 17 vado a pisciare e vado a mangiare uno yogurt. Ricomincio a lavorare e lavoro fino, o alle 20 se voglio uscire o alle 23 se rimango a casa. Poi però mangio tantissimo verso mezzanotte, cioè mangio tipo due etti e mezzo di pasta”. La colazione? “Ogni tanto mangio un biscotto”. Si parlerà anche di valori, di coerenza (“è la cosa più difficile in assoluto ed è la cosa su cui impegno tutte le mie energie da quando mi sveglio la mattina a quando vado a dormire la sera. Cercare di rimanere con un minimo di integrità e di dignità rispetto al punto da cui uno è partito, però comunque dovendo andare avanti, invecchiare, dovendo avere a che fare con le contraddizioni della vita, quindi, non stando chiuso in una caverna, però non tradire quella cosa che eri è molto difficile. Però è pure una sfida”), di successo e dei sensi di colpa, di cui si libererebbe volentieri anche se “per quanto, penso che chi non ce l’ha per niente spesso è uno str... Quindi penso che un po’ ti aiuta a calibrare e a rimanere un po’ in equilibrio”. E si parlerà anche di una lista di persone che non incontrano la sua simpatia (“prima o poi so che le incontrerò perché il mondo è piccolo” … “me la guardo ogni mattina quando faccio colazione"). Quindi, il suo universo di cui fanno parte i cartoni animati come I Cavalieri dello zodiaco (“La cosa più bella della mia vita”), i videogiochi tra cui Street Fighter, quindi i film quali Star Wars, il Marvel Cinematic Universe e Max Pezzali (“Il padre della patria”, il brano preferito è “Nessun rimpianto, nessun rimorso”). Una escalation veloce e importante in cui non ha mai tralasciato il sociale: “Non riesco neanche a scindere l'impegno sociale dalla socialità e è abbastanza importante per me che a un certo punto io ne possa parlare nel mio lavoro, un po’ perché faccio un lavoro autobiografico, quindi sarebbe assurdo, sarebbe schizofrenico non parlarne, un po’ perché effettivamente quando uno c'ha una platea talmente ampia a cui può parlare e sa quanto è difficile fare uscire fuori questi temi di solito, di solito bisogna, non lo so, farsi arrestare 20 persone e spaccare la capoccia della polizia per fare uscire un trafiletto. Adesso basta fare un fumetto perché lo leggano migliaia di persone. È quasi doveroso farlo in qualche modo”.