It's the End of the World but It’s a Beautiful Day, Jared Leto presenta il nuovo album

Spettacolo
Federica Pirchio

Federica Pirchio

Il premio Oscar, attore e frontman dei Thirty Seconds to Mars è in Italia per l’uscita del suo nuovo progetto musicale, atteso per il 15 settembre

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Incontriamo Jared Leto in un noto albergo a Milano, capello sciolto sulle spalle, vestito di nero con camicetta aperta sul petto, una vera fashion icon, ci accoglie salutandoci in italiano, questo a dimostrazione ti quanto apprezzi il nostro Paese. Con fare gentile e molto pacato ci racconta del suo nuovo album, It's the End of the World but It's a Beautiful Day, nuova musica, dopo 5 anni. “A volte mi sento come uno spazzino, butto fuori la spazzatura dalla mia testa per metterla nelle canzoni - ci dice e continua - scrivere canzoni è una cosa buffa, c’è una forte correlazione tra le esperienze che vivi e ciò che devi dire. Quello che vuoi dire può essere triste, malinconico mentre a volte può essere edificante e pieno di gioia. Con questo album volevo assicurarmi di essere in giorni luminosi, cieli sereni, che si potesse festeggiare soprattutto dopo il Covid. Questo album è nato durante il Covid. Inizialmente avevamo fatto tante canzoni tristi sull’essere isolati ma andando avanti abbiamo esplorato altre emozioni. Tra i tanti brani scritti ho fatto scegliere a mia madre quali mettere nel disco, lei è il porta fortuna". Jared suona con il fratello e la mamma, ci spiega, è stata colei che ha spinto i due ad appassionarsi all’arte, alla musica, alla fotografia, al cinema, in modo coraggioso, sottolinea Jared, perché una madre vuole per il figlio un lavoro sicuro, realizzabile, per non vedere magari infranti i propri sogni ma non la sua amata mamma.

Stuck, una lettera da amore…

 

“Il video del nostro nuovo singolo (Stuck, ndr) è una lettera d’amore all’arte, al design, al cinema, alla moda, l’ho diretto, ed è un’opportunità per me, sottolinea, di raccontare qualcosa in più sulla canzone, mostrare chi siamo, è un lavoro molto personale. Vorrei aggiungere che mi sento molto fortunato di essere qui in Italia a parlarne, è uno dei miei posti preferiti, essere qui di nuovo è fantastico. Sai come si dice, la cosa più bella dell’essere in Italia la prima volta è quella poi di tornarci altre 100 volte, è speciale”.

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Recitazione e musica

 

Questa l’occasione anche per chiedergli se preferisce il mestiere d’attore e quello di musicista: “La musica per me è una questione molto personale perché la condivido con mio fratello e la faccio da quando ero molto giovane, afferma. Recitare è fantastico ma è più una cosa rigida e più un lavoro, ci sono tempi ben definiti dove devi apparire, c’è un ben definito modo di stare, le luci, l’effetto speciale per il quale devi muoverti in un certo modo, un determinato accento, i dialoghi, parametri, ci sono tante regole, trovo la musica più organica”. Gli chiediamo se si senta più libero e lui risponde: “Sì soprattutto sul palco”. Continua dicendo che ovviamente anche nella recitazione, si riesce a trovare una forma di libertà ma in modo diverso... Durante la nostra chiacchierata l’artista usa spesso parole come personale, famiglia, vita, questo ci induce a chiedere chi è Jared Leto, non l’attore, non il musicista ma l’uomo: “Sono una macchina - dice - un robot anzi, nulla a che vedere con un supereroe, mi sento un falegname, sono solo un ragazzo con chiodi e martello. Penso solo a lavorare duro, tanto lavoro”, poi una mosca ci interrompe e la magia di parlare con un premio Oscar - rockstar finisce con una gran risata.

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