Tom Hanks contro la cancel culture: "Lasciatemi decidere da cosa sono offeso e da cosa no"

Spettacolo

Camilla Sernagiotto

©Getty

La star di Forrest Gump ha affrontato per la prima volta pubblicamente la questione della cancel culture. Durante un'intervista con NBC News per la promozione del suo nuovo romanzo (dal titolo “The Making of Another Major Motion Picture Masterpiece”) ha affermato che non lascerà che qualcun altro "decida cosa dovrebbe considerare offensivo”. Ha aggiunto: “Sono dell'opinione che qui siamo tutti adulti. Facciamo fede nella nostra sensibilità”

Iscriviti alla nostra newsletter per restare aggiornato sulle notizie di spettacolo

Tom Hanks si apre per la prima volta pubblicamente sulla questione della cancel culture.
La star di Forrest Gump ha affrontato l'argomento durante una recente intervista rilasciata a NBC News per la promozione del suo nuovo romanzo (dal titolo The Making of Another Major Motion Picture Masterpiece).
Il divo di Hollywood ha affermato che non lascerà che qualcun altro "decida cosa dovrebbe considerare offensivo”. Ha aggiunto: “Sono dell'opinione che qui siamo tutti adulti. Facciamo fede nella nostra sensibilità invece di avere qualcuno che decida da cosa possiamo o meno essere offesi”.
L'attore di The Terminal ha rimarcato il concetto ripetendo: "Lasciami decidere da cosa sono offeso e da cosa non sono offeso".

Le parole critiche di Hanks nei confronti della cultura dell’annullamento

"Sarei contrario a leggere qualsiasi libro di qualsiasi epoca che sia stato abbreviato a causa della sensibilità moderna", ha aggiunto Tom Hanks.
In precedenza, in un'intervista con People, Hanks aveva discusso di come sia difficile (ma anche bello, eh!) lavorare alla realizzazione di un film e forse aveva voluto toccare pure la tematica della cancel culture. Se l’ha davvero toccata, però, l’ha fatto tra le righe. Ciò che ha detto è stato: "La realizzazione di un film è un lavoro molto duro per un periodo di tempo molto lungo che consiste in così tanti momenti di gioia contrapposti a un numero uguale di sentimenti di disgusto di sé. È il lavoro più bello del mondo e il lavoro più confuso che io conosca", ha osservato l'attore.
Quando cita quel “disgusto di sé” potrebbe riferirsi anche a qualcosa che potrebbe ledere la sensibilità altrui, chissà. Ma le sue parole affidate ai microfoni di NBC News fanno comunque capire chiaramente che ciascuno ha il diritto di sentirsi offeso, non c'è bisogno di una censura che elimini parti ritenute a rischio suscettibilità del pubblico.

Mariana TreviÒo and Tom Hanks star in Columbia Pictures A MAN CALLED OTTO.  photo by: Dennis Mong

approfondimento

Non così vicino, la recensione del film con Tom Hanks

La difficoltà odierna di raccontare storie senza rischiare di offendere nessuno

Di certo oggi fare un film - così come un libro, un quadro, una serie televisiva, un fumetto e qualsiasi altra manifestazione della cultura pop - è molto più difficile rispetto a un tempo, proprio a causa della maggiore suscettibilità che il pubblico sta dimostrando di avere.

Ma, come Tom Hanks ha ben spiegato della recente intervista con NBC News, spesso il pubblico si sente offeso da alcune tematiche forse non perché davvero lo senta nel profondo del proprio essere ma piuttosto perché qualcun altro gli dice che deve sentirsi offeso. Questo, secondo molti detrattori di codesta tendenza, sarebbe il grande limite del dilagare della cancel culture.

Tom Hanks is Otto Anderson in Columbia Pictures A MAN CALLED OTTO.  Photo by: Niko Tavernise

approfondimento

Non così vicino, una clip esclusiva del film con Tom Hanks

Spettacolo: Per te