Non così vicino, nessun uomo è un'isola. La recensione del film con Tom Hanks
CinemaTratta dal bestseller internazionale L'uomo che metteva in ordine il mondo, un lungometraggio agrodolce straordinariamente interpretato dalla star americana. Al cinema dal 16 febbraio
Si sa: a Hollywood adorano i remake, almeno quanto gli americani febbricitano per il Superbowl o per il tacchino il giorno del ringraziamento. Sicché ci sta che arrivi nelle sale cinematografiche italiane (a partire dal 16 febbraio) Non così vicino ( A Man called Otto) , remake del lungometraggio svedese Mr. Ove (En man som heter Ove) firmato da Hannes Holm nel 2015 e candidato a 2 premi Oscar: miglior film straniero e miglior trucco. All’origine della storia c’è un libro: “L’uomo che metteva in ordine il mondo”. Un volume vergato da Fredrik Backman e rimasto nella lista dei bestseller del New York Times per 42 settimane. Ça va sans dire, dalla pagina al grande schermo le cose cambiano, tuttavia il messaggio del film, come quando si cambia l’ordine dei fattori, è rimasto lo stesso, ossia nessuno può fare tutto da solo. E alla fine, pur nei binari della consueta parabola del burbero dal cuore tenero, questa sorta di versione in carne e ossa dell'anziano protagonista di Up funziona.
Non così vicino, la trama del film
“Quell’altero inamabile ha per compagno il suo amore”. Con questi versi James Joyce, si raccontava in una poesia giovanile dal sapore autobiografico. E in fondo pure Otto il protagonista di Non così vicino risulta un burbero abbastanza respingente. Solo che a differenza del genio irlandese, non c’è niente a fargli compagnia, se non il dolente ricordo della moglie Sonja morta e il desiderio di raggiungerla al più presto attraverso goffi tentativi di suicidio. Tuttavia, per citare un’icona cinematografica , sempre interpretata da Tom Hanks, grazie alla quale l’attore vinse un Oscar, ovvero, Forrest Gump: “La vita è come una scatola di cioccolatini…non sai mai quello che ti capita!”. Sicché, il misantropo che non odia il mondo ma soltanto le persone che lo abitano, dovrà fare i conti con la nuova esuberante vicina di casa Marisol, in dolce attesa di un terzo figlio con il suo legittimo consorte Tommy, non particolarmente acuto, e infine con le due figliole Abbie e Luna. Insomma, la routine dell’irascibile bisbetico rischia di andare in frantumi. E tra un ossessivo controllo della raccolta differenziata e un alterco con il cassiere del supermarket per una manciata di centesimi, il ruvido vedovo comprenderà, infine, che nessun uomo è un’isola. E lo spazio prossenico si trasfigurerà in una condivisione inaspettata. Perché le distanze possono essere superate.
approfondimento
Non così vicino, una clip esclusiva del film con Tom Hanks
Tom Hanks, tra un gatto randagio e un pollo alla messicana
La versatilità è nel Dna del regista Marc Foster. Il cineasta tedesco, di origine svizzera, è passato con disinvoltura dal torrido melò Monster’s Ball (Premio Oscar per Halle Berry) al biopic Neverland - Un sogno per la vita sul creatore, da Quantum of Solace, 22º capitolo della serie di James Bond, allo zombie movie World War Z con Brad Pitt. E in Non così vicino, mette il proprio talento, al servizio di Tom Hanks, autentico deus ex machina di commedia dolceamara. Senza la star americana, il lungometraggio, la pellicola avrebbe oscillato pericolosamente tra lo smielato e il melodrammatico. Invece, grazia a Tom, si empatizza volentieri con questo occhiuto maniaco del controllo, incapace di elaborare il proprio lutto. Un pensionato scorbutico, ma in fondo dal cuore troppo grande visto che soffre di cardiomiopatia ipertrofica. Un indisponente eroe per caso, triste, solitario, che in virtù di un gatto randagio e spelacchiato e di un pollo in salsa mole, farà la cosa giusta. Funzionano pure l’alchimia con Mariana Treviño, una Marisol echo in Mexico, tuttavia non stereotipata, e i flashback in cui Otto da giovane viene interpretato da Truman Hanks, il figlio di Tom. E alla fine, sulle note di "Til You're Home", si evince che siamo tutti sulla stessa barca. E soprattutto quanto sia necessario dimenticare il passato e magari pure quel libro galeotto, ovvero “Il Maestro e Margherita", che contribuì alla nascita dell’amore tra Otto e Sonya, e abbandonarsi al presente. La vita, per quanto complessa e spaventosa, è adesso.