Meta costretta a rimuovere i brani del repertorio Siae dalla sua libreria musicale. "Continueremo a impegnarci per accordo che soddisfi le parti", dice un portavoce dell'azienda statunitense. La Siae: "Scelta unilaterale e incomprensibile"
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Mancato accordo di licenza tra Meta e Siae, la Società italiana degli Autori ed Editori. Meta non è riuscita a rinnovarlo, come dichiarato da un portavoce della società statunitense.
"La tutela dei diritti d'autore di compositori e artisti è una priorità di Meta", ha sottolineato lo stesso portavoce, annunciando che da oggi saranno avviate le procedure per rimuovere i brani del repertorio Siae dalla libreria musicale di Meta. "Crediamo che sia un valore per l'intera industria musicale permettere alle persone di condividere e connettersi sulle nostre piattaforme utilizzando la musica che amano", ha continuato il portavoce dell'azienda di Mark Zuckerberg, rimarcando che la stessa mantiene accordi di licenza in oltre 150 paesi nel mondo e che continuerà l'impegno per raggiungere un'intesa con Siae che soddisfi tutte le parti.
Siae: "Scelta unilaterale e incomprensibile"
Siae definisce "unilaterale e incomprensibile" la decisione di Meta di escludere il repertorio della società dalla propria library che "lascia sconcertati gli autori ed editori italiani". "Siae non accetterà imposizioni da un soggetto che sfrutta la sua posizione di forza per ottenere risparmi a danno dell'industria creativa italiana".
"A Siae" si legge in una nota, "viene richiesto di accettare una proposta unilaterale di Meta prescindendo da qualsiasi valutazione trasparente e condivisa dell'effettivo valore del repertorio. Tale posizione, unitamente al rifiuto da parte di Meta di condividere le informazioni rilevanti ai fini di un accordo equo, è evidentemente in contrasto con i principi sanciti dalla Direttiva Copyright per la quale gli autori e gli
editori di tutta Europa si sono fortemente battuti". Siae di dice "colpita" dalla decisione, "considerata la negoziazione in corso, e comunque la piena disponibilità a
sottoscrivere a condizioni trasparenti la licenza per il corretto utilizzo dei contenuti tutelati".
Un'apertura, aggiunge la Società, "dimostrata dal fatto che ha continuato a cercare un accordo con Meta in buona fede, nonostante la piattaforma sia priva di una licenza a partire dal 1 gennaio 2023".
NASTASI A SKY TG24
Il presidente della Siae Salvo Nastasi è intervenuto poi ai microfoni di Sky TG24: “Hanno deciso unilateralmente di interrompere le trattative - ha ribadito -. Noi abbiamo chiuso accordi con Rai, Mediaset, Sky, Youtube senza nessun problema. L’unico soggetto multinazionale con cui abbiamo avuto questo problema di oggi è Meta Facebook". Di quali problemi si tratti, Nastasi lo ha spiegato nel dettaglio: "Non ci danno le informazioni necessarie, si rifiutano di remunerare adeguatamente l’industria culturale italiana e questo per noi è inaccettabile. Siae si è semplicemente seduta come con tutti gli altri soggetti con cui abbiamo firmato le licenze, fra l’altro ricordo che è dal primo gennaio scorso che la licenza con Meta Facebook è scaduta e quindi loro sono irregolari già da qualche mese”.
Il presidente della Siae ha poi voluto ringraziare la politica per il sostegno dato sulla vicenda: “Il governo già è intervenuto, ringrazio il ministro Sangiuliano che oggi in commissione Cultura alla Camera ha detto parole molto chiare sulla tutela del copyright e dell’industria creativa italiana in generale. È intervenuto il presidente della commissione Cultura alla Camera Mollicone, sono intervenuti anche altri esponenti politici. Non è solo il governo che ci supporta e ci supporterà ma è l’intero parlamento perché ci rendiamo conto che questa è una battaglia di libertà che non possiamo perdere”.
COSA SUCCEDE SENZA UN ACCORDO
L'assenza di un accordo avrà un impatto sui reels e le stories di Facebook e Instagram e sui feed di Instagram. Su Facebook, i contenuti impattati verranno bloccati.
Su Instagram, i contenuti impattati verranno silenziati, a meno che gli utenti non decidano di sostituire l'audio selezionando una traccia audio disponibile sul catalogo. I brani che non rientrano nel repertorio della società (ad esempio Soundreef) continueranno a essere disponibili nella libreria musicale di
Meta.
Il commento di Mogol
"Queste piattaforme guadagnano miliardi e sono restie a pagare qualcosa. Gli autori vivono grazie ai diritti d'autore e la nostra è una battaglia giusta che facciamo di difesa degli autori". Così commenta il presidente della Siae Mogol, a margine della presentazione dell'album Capolavori nascosti. "E' una battaglia sacra - ribadisce Mogol - che abbiamo portato anche in Parlamento, ma da 7-8 mesi è tutto fermo ai decreti attuativi: se la situazione non si sblocca è una battaglia che abbiamo perso". "La stessa minaccia di Meta - sottolinea Mario Lavezzi - l'aveva fatta tempo fa anche Google: poi l'accordo è stato trovato".
Mollicone (Fdl): "No a rimozione contenuti Siae"
"Meta fermi immediatamente la rimozione dei contenuti degli autori ed editori Siae dalle proprie piattaforme, proprio nel momento in cui si sta trovando un accordo di mediazione per superare il divario di valore per l'industria creativa". Lo dichiara il presidente della commissione Cultura, deputato Fdi Federico Mollicone.
"Evidentemente Meta, su cui ancora grava l'apertura di un fascicolo a Milano per omesso versamento dell'Iva, vuole imporre le proprie condizioni sfruttando la propria posizione dominante. I principi sanciti dalla direttiva Copyright devono essere seguiti dalle piattaforme digitali. Presenteremo ora una risoluzione urgente a sostegno degli autori italiani che sarà in discussione la prossima settimana. Il Parlamento reagirà immediatamente, chiediamo al Governo di fare lo stesso", conclude Mollicone.
Sul tema interviene anche Enzo Mazza, ceo di Fimi, la Federazione dell'industria musicale: "La recente direttiva copyright ha stabilito regole molto precise per le licenze di musica online e pertanto ci auguriamo che Siae e Meta trovino presto un accordo nell'interesse del crescente mercato musicale in Italia e degli aventi diritto".