
Les contes d’Hoffmann alla Scala con le ombre e la magia di Livermore. Sul podio Chaslin
Il capolavoro incompiuto di Jacques Offenbach, che racconta tre storie d'amore destinate a fallire, torna alla Scala da oggi fino al 31 marzo dopo 11 anni di assenza. In scena Vittorio Grigolo, Marina Viotti, Luca Pisaroni, Federica Guida, Eleonora Buratto, Francesca Di Sauro, Greta Doveri e Alfonso Antoniozzi. Alle scene di Giò Forma e ai costumi di Gianluca Falaschi si aggiungono le ombre del gruppo Controluce

Les contes d’Hoffmann, il capolavoro incompiuto di Jacques Offenbach, torna alla Scala per 6 rappresentazioni dal 15 al 31 marzo dopo 11 anni di assenza. Dirige il Maestro Frédéric Chaslin, profondo conoscitore di questa partitura che ha diretto più di 500 volte in tutte le versioni esistenti, che propone una nuova versione alternativa all’edizione critica del 2009

L’atmosfera magica e inquietante dell’opera è resa dal regista Davide Livermore e dai suoi collaboratori (le scenografie sono di Giò Forma, i costumi di Gianluca Falaschi, le luci di Antonio Castro) con un gioco di maschere e di ombre che si avvale dell’esperienza del gruppo Controluce Teatro d’ombre, per la prima volta alla Scala.

Il richiamo alla fascinazione delle lanterne magiche che abitano l’immaginario dell’Ottocento francese ma soprattutto il mondo onirico delle avanguardie del primo ‘900 è messo al servizio di una rappresentazione spietata e attuale degli stereotipi di genere. Hoffmann resta incapace di vedere l’umanità nelle donne che incontra e che restano per lui caricature di ruoli tradizionali: rispettivamente bambola, vittima, prostituta o musa. Il suo viaggio attraverso ossessioni e tragedie sarà un percorso di morte e rinascita.

Fondamentale il lavoro sugli attori-cantanti, una compagine che unisce alcuni degli artisti più prestigiosi del panorama internazionale a giovani voci emergenti che trovano in questa produzione la possibilità di affermarsi in ruoli importanti.

Hoffmann è Vittorio Grigolo, che allo smalto vocale e al carisma scenico unisce una perfetta dizione francese.

Hoffmann (Vittorio Grigolo) è accompagnato dallo scettico Nicklausse interpretato en travesti da Marina Viotti (nella foto) negli sfortunati incontri con Olympia, che ha la giovane voce e la svettante coloratura di Federica Guida, Antonia che è Eleonora Buratto, ormai affermata tra le massime interpreti dei nostri anni, e Giulietta che ha il fascino della non ancora trentenne Francesca Di Sauro.

Nei quattro personaggi diabolici torna alla Scala Luca Pisaroni. Nella parte di Stella canta Greta Doveri, tra le più promettenti artiste dell’Accademia scaligera.

"Questo Hoffmann - ha spiegato il regista Davide Livermore in conferenza stampa - ci insegna a fare i conti mettendoci nei panni della persona che diventa l'oggetto amato".

"Raccontare Hoffman è un bisogno dell’anima - ha continuato Livermore - che porta tutti noi a desiderare un mondo onirico dove tutto è illusione. Hoffmann ci parla dell’illusione dell’amore. Ci insegna a fare i conti con le relazioni. E’ come se ci chiedesse se siamo sicuri di riuscire ad amare una persona per quello che è senza tipificarla”

"Sulla scena vedrete un mondo onirico dove la qualità della recitazione fatta da un cast eccellente è fondamentale. La capacità di un cantante di recitare è una conditio sine qua non. Hoffmann ci insegna che la vita non può essere tipificata in nulla. Che la vita è tanto tanto di più, è una risata e una lacrima amarissima allo stesso tempo" ha aggiunto Livermore.

"Quando affrontiamo un lavoro di restauro di questo tipo ho provato a togliere come un chirurgo le cose aggiunte che non hanno il sapore di Hoffmann" ha spiegato il direttore Chaslin.

Il direttore Chaslin ha voluto superare l'edizione critica di Michael Kaye e Jean Christophe Keck del 2009, in cui riconosce "errori nella lingua francese, oltre che di armonia e di orchestrazione" e ha deciso di abbandonare "la moda del momento, della novità e del sensazionalismo" per tornare "alla fonte più pura e vicina all'originale di Offenbach", mantenendo uno spettacolo di tre ore e 45 minuti.

I costumi sono firmati da Gianluca Falaschi. "Ho vestito i personaggi come il riflesso di una persona immersa nei propri pensieri. Proiezione sia dei desideri che di se stessi. Un gioco che riprende il giocare con le ombre" ha spiegato.

La nuova produzione è stata modificata per andare incontro ai tagli che la Scala ha dovuto affrontare. "Non vincono mai i budget ma vincono le idee. Non sarà mai un problema di budget fare teatro. Il problema è avere delle idee" ha sottolineato Livermore

Ombre giganti proiettate sulla scena da una ottocentesca lanterna magica, una bambola meccanica che inaspettatamente libera la donna che è in lei, la platea del teatro che ha la sensazione di guardare da sotto il livello delle acque la scena veneziana con le note della più famosa "Barcarola". E' la versione pensata dal regista Davide Livermore.

Lo spettacolo è in scena fino al 31 marzo. Diretta su La ScalaTv il 24 marzo alle 19.15.