Scritto tra il 1914 e 1915, Il processo, è un romanzo incompiuto di Franz Kafka e fu pubblicato postumo nel 1925. E' ritenuta una delle opere migliori dello scrittore boemo di lingua tedesca
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Joseph K è il designato di turno. Con lui – come scrive Primo Levi – si viaggia per meandri bui, per vie tortuose che non conducono mai dove ti aspetteresti. Testo fra i più enigmatici della letteratura del ‘900, al Teatro Ciak di Roma torna Il Processo di Franz Kafka nell’adattamento teatrale di Massimiliano Giovanetti e Michele Montemagno, in scena da venerdì 3 a domenica 12 marzo.
Protagonisti sul palco Ruben Rigillo, Riccardo Bàrbera e Mario Scaletta insieme a Linda Manganelli, Fabrizio Bordignon, Barbara Abbondanza, Gigi Palla ed Enrico Ottaviano, per la regia di Anna Masullo.
Una mattina, apparentemente come un’altra, forti colpi risuonano alla porta. Al suo risveglio il protagonista scivola vorticosamente dentro uno degli incubi più temuti: essere accusato e processato per qualcosa che non ha commesso e che è ignoto al tribunale stesso. La vicenda di Joseph K, accusato di un crimine inespresso, arrestato se pur a piede libero, costretto suo malgrado all’assurdo di un fatto giudiziario che si aggroviglia in nodi inestricabili e paradossali, somiglia tragicamente a quella di innumerevoli casi ascesi al disonore delle cronache giudiziarie.
Il tema dell’amministrazione della giustizia, che Kafka affronta con l’animo fosco di una tragica rassegnazione ai suoi aspetti deteriori - la corruzione, l’arbitrio, l’ottusa burocrazia, la violenza del potere - sottende a quello della Giustizia intesa nel suo senso universale. Joseph K è colpevole a prescindere, condannato alla giostra infima di un tribunale marcito, tanto da smarrire per primo le ragioni della sua innocenza.
Il Processo aveva inaugurato la stagione 2021 in piena pandemia - spiega il Direttore Michele Montemagno - Dopo tutti gli sforzi fatti e il periodo kafkiano che abbiamo vissuto abbiamo voluto riproporre in questa stagione lo stesso spettacolo, molto apprezzato dalla critica ma visto da un numero ridotto di spettatori a causa delle note restrizioni. Chiudiamo simbolicamente un periodo buio e tortuoso dedicando questo importante spettacolo al nostro pubblico che ci ha sempre sostenuto calorosamente.
Lo spettacolo è prodotto da UBIK produzioni e Teatro Stabile del Giallo. Le scene sono di Fabiana Di Marco, le musiche di Federico Capranica, i costumi di Susanna Proietti, le luci di Marco Catalucci.