A 100 anni dalla Marcia su Roma, il 28 ottobre l'Associazione La Nuova Europa riparte dai principi ispiratori del documento scritto nel 1941 sull'isola pontina da Spinelli, Rossi e Colorni per rafforzare l'idea di un'Europa unita e pacificata
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Il 28 ottobre l’Associazione La Nuova Europa e il Teatro Elfo Puccini di Milano propongono il reading Europa e Anti Europa, il Manifesto di Ventotene a 100 anni dalla Marcia su Roma. Un momento di riflessione, quanto mai necessario, sui principi ispiratori del Manifesto di Ventotene e sull’idea di un’Europa unita e pacificata scritto e condotto dal professore di Storia delle relazioni internazionali Piero Graglia con le letture sceniche di Ferdinando Bruni, Elio De Capitani e Ida Marinelli a cura di Francesco Frongia.
L’ISOLA DI VENTOTENE
Nel 1941 sull’isola pontina di Ventotene, luogo di confino politico negli anni del fascismo, nacque con la scrittura del Manifesto di Spinelli, Rossi e Colorni l’idea di un’Europa unita e pacificata, capace di guardare criticamente alla storia presente e passata e di farsi baluardo di pace, cooperazione, accoglienza, democrazia, uguaglianza e solidarietà tra i popoli.
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I VALORI DELL’UNIONE EUROPEA
L’Associazione La Nuova Europa, impegnata nella diffusione dei valori solidali dell’Unione europea e nella formazione delle giovani generazioni, ha fondato proprio sull’isola pontina la Scuola d’Europa e il Ventotene Europa Festival convinta, in un momento storico così difficile, del bisogno di ricominciare dai principi ispiratori del Manifesto, a partire dalla lettura e dalla riflessione su quel testo e sulle esperienze delle guerre, delle dittature e della violenza che hanno generato quelle parole. A 100 anni esatti dal giorno in cui, a Milano, Benito Mussolini attendeva l’esito degli eventi a Roma, la lettura risulta particolarmente evocativa. Se la Marcia fosse andata male, il dittatore sarebbe fuggito in Svizzera; se invece fosse andata bene, sarebbe tornato a Roma per ricevere dal Re l’incarico di formare il nuovo governo. E così fu. Centrale il riferimento a Milano, non solo per gli alti rimandi storici del testo e per la tradizione antifascista della città, ma anche perché tra i gli autori del Manifesto c’erano due confinati milanesi, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni, e nel 1943 nel capoluogo lombardo fu fondato il Movimento Federalista Europeo che ha irradiato il pensiero elaborato nel documento.