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Dior porta in passerella a Parigi il rapporto tra donne e potere

Spettacolo

Nicoletta Di Feo

© Laura Sciacovelli for Dior

Da Milano a Parigi,  Il testimone della moda è passato nella capitale francese e anche qui l’energia sembra quella pre-pandemia. Tra le prime sfilate del ricco calendario della Fédération de la Haute Couture et de la Mode, la collezione primavera-estate 2023 di Dior.

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Sei anni alla guida dello storico brand e sei anni italiana a Parigi, Maria Grazia Chiuri si ispira a Caterina de’ Medici, altra italiana in terra francese, grande sovrana ma anche donna di potere. Parte da qui, dalla figura di una regina forte e speregiudicata, il racconto della prossima primavera estate di Dior.

 

Caterina de' Medici, prima influencer della storia

A Caterina de’ Medici”, dice Maria Grazia Chiuri nel backstage prima della sfilata, “si devono tante cose che si sono affermate nella cultura e nel modo di vivere francese”.  Una sorta di prima influencer della storia che influenzò con i suoi i suoi gusti e la sua cultura italiana la Francia, ai tempi uno dei Paesi più potenti d'Europa. Ne sono esempio i tacchi, i ricami importati da Burano visibili negli abiti lunghi e corti decorati con fiori in rafia, la guêpière, il busto, che sulla passerella Dior diventa una forma quasi geometrica. Nelle lavorazioni di abiti e cappotti la maestria dell’artigianalità di oggi diventa mezzo per raccontare la tradizione, vedi le ampie gonne indossate a corte o i cappotti in rafia incrostati di fiori e uccelli.

"Stratega straordinaria", spiega il direttore creativo del brand, "Caterina de’ Medici aveva capito prima di tutti quanto possono contare gli abiti. Ai suoi balli si presentava vestita interamente di nero, colore proibito agli altri invitati che portavano invece abiti sgargianti. Attraverso i vestiti costruiva il proprio personaggio, li usava, come zeppe e crinoline, per emergere dalla folla." 

Stratagemmi che oggi in passerella si traducono in gonne di broderie anglaise, zeppe sagomate, corsetti, look in pizzo di rafia.

Donne, potere e libertà

Una collezione che parla di donne e potere, ma anche di libertà.

"Un potere che", spiega Maria Grazia Chiuri, "le donne vivono come un aspetto comunitario, diversamente dagli uomini per cui diventa unicamente un’affermazione personale. Ed è per questo che assume un’accezione positiva perché messo a disposizione della comunità."

Una collezione che è quindi sintesi tra potere e libertà, come la moda stessa, da sempre espressione di un ruolo sociale ma anche linguaggio delle libertà.

Dall'archivio Dior la stampa con la mappa di Parigi

Per questa sfilata Maria Grazia Chiuri usa di nuovo quello sguardo sulla pianta di Parigi emersa dall'archivio Dior, impressa sulla superficie di un foulard dei primi anni ’50. Una mappa che riporta i dintorni di Avenue Montaigne, dove ha sede il celebre atelier. Da qui una stampa che anima abiti, gonne e salopette.

 

Set up della afilata affidato all'artista Eva Jospin, che ha tratto ispirazione dall'interno del giardino delle Tuileries. Grotte barocche simbolo dell’inquietudine che spesso attraversa le donne, insieme di oscurità e meraviglia.