Dior, il doppio sguardo delle donne e la potenza del femminile

Spettacolo

Nicoletta Di Feo

In un dialogo tra gli archivi e l’oggi, Maria Grazia Chiuri porta in passerella una collezione che è una rilettura in senso critico della storia. Una moda che acquisisce la capacità di guardare in profondità e dà la liberà di creare la propria estetica, un'estetica dove i vestiti dialogano con il corpo e all’aspetto decorativo uniscono quello funzionale.

The Next Era è il titolo del lavoro ideato da Mariella Bettineschi per la per la sfilata prêt-à-porter Dior autunno-inverno 2022-2023. Una galleria di ritratti femminili della pittura rinascimentale a cui l’artista ha dotato di un doppio sguardo. Il messaggio che Mariella Bettineschi ha voluto dare, e che Maria Grazia Chiuri traduce in collezione, è un invito alle donne affinché facciano sentire la propria voce e un invito a rileggere la storia in senso critico rimettendo in discussione anche quell’essere guardate, e giudicate, che le ha condizionato e continua a condizionarle. Il lavoro vuole evidenziare la capacità delle donne di guardare in profondità. “Chissà cosa succederebbe se al tavolo della trattativa della guerra di Putin contro l’Ucraina ci fossero le donne con la loro ampiezza di vedute, ragionano le due artiste durante la conferenza stampa che ha anticipato lo show ai Jardin des Tuileries. “Ma sono gli uomini a trattare, e le donne ancora una volta messe da parte, salvano i bambini.”

E’ la forza del femminile, afferma Maria Grazia Chiuri, non tanto legato al genere ma all’atto creativo e includente. Un sentire che la direttrice creativa di Dior traduce in una collezione scomposta. Grazie ad un’altra collaborazione, quella con D-Air lab - start up specializzata in abbigliamento per sport estremi – porta in passerella vestiti intelligenti, abiti che aiutano a proteggerci dagli urti della vita e che all’aspetto decorativo uniscono quello funzionale: la giacca Bar sovrapposta da un bustier tecnologico; le cavigliere che rendono più confortevole la camminata; la tuta innervata da una sorta di sistema arterioso e venoso, in realtà tubicini per mantenere costante la temperatura corporea. Vestiti che sanno dialogare con il corpo perché il corpo, ci racconta la direttrice creativa di Dior, è la nostra casa. E poi gli accessori. “Che brutta parola!” chiosa Maria Grazia Chiuri. Una parola che toglie dignità a un oggetto che è esso stesso un progetto. Perché la collezione presentata in questa fashion week offuscata dai venti di guerra non mette in scena un’unica estetica, ma pezzi singoli che sono ognuno un progetto diverso per dare a tutti noi la libertà di creare la nostra estetica.

In questa intervista Maria Grazia Chiuri ci racconta questo progetto di cui è davvero entusiasta e il sentire che ha trasferito nel suo nuovo lavoro.

 

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