Dagli inizi in radio fino al suo nuovo programma su TV8: 100% Italia. In mezzo: la vita da dj, le imitazioni, i ricordi da ragazzo, gli incubi e i sogni di uno dei conduttori più amati della tv. Nicola Savino si racconta al vicedirettore di Sky Tg24 Omar Schillaci nella nuova puntata del ciclo di interviste dedicate ai protagonisti dello spettacolo
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È Nicola Savino il protagonista della nuova puntata di “Stories”, il ciclo di interviste ai principali interpreti dello spettacolo di Sky TG24. Ospite del vicedirettore della testata Omar Schillaci, con la regia di Francesco Venuto, il conduttore tv e radiofonico si racconta in “100% Nicola Savino”. Un percorso fatto di aneddoti e punti di riferimento: la vita da dj, le imitazioni, i ricordi da ragazzo, gli incubi e i sogni di uno dei conduttori più amati della tv.
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Nicola Savino conduce dal lunedì al venerdì alle 20.30, “100% Italia”, il nuovo entusiasmante game show di TV8, in cui due coppie di concorrenti si sfidano per mettersi alla prova e indovinare i gusti degli italiani, rappresentati in studio da un panel di 100 persone. “È un gioco che si basa sui sondaggi, il grande gioco dei sondaggi - ha ribadito Savino -. Abbiamo in studio 100 italiani che rappresentano un campione statistico credibile. Quei 100 “sono voi”, sono l’Italia. Un “sono voi” che è avventuroso dal punto di vista linguistico ma è giusto dal punto di vista matematico perché li abbiamo selezionati per genere, livello di istruzione, provenienza geografica ed età, quindi ci sono vari criteri statistici che abbiamo rispettato”. Tra le cose che lo hanno più sorpreso degli italiani in queste prime puntate c’è “sicuramente la dipendenza da telefono cellulare, ormai nei sondaggi è l’ultima cosa che guardano prima di andare a dormire e la prima quando si svegliano”.
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La chiacchierata si sviluppa in 40 minuti che ripercorrono alcune delle tappe fondamentali della vita e della carriera di Savino che si ritrova per un gioco delle parti a rispondere a domande come se fosse un concorrente del suo show. Matematica o italiano? “Italiano anche se la matematica mi è piaciuta molto”. Tra Gerry Scotti, Amadeus, Mike Bongiorno o Nino Frassica in questa “missione” come conduttore del game show preferirebbe ispirarsi a “una buona commistione tra questi quattro giganti della televisione, sarebbe buona cosa”. Come modello di riferimento ha il “Mike Bongiorno di “Flash” e “Superflash” per il quale andavo pazzo. Mi ricordo anche la sigla di Toto Cutugno alla fine”. “C’è un altro programma che mi piaceva molto - ha proseguito - che ha un po’ mosso la testa e mi ha avvicinato a 100% Italia ed è un programma che faceva Emilio Fede sulla Rai e si chiamava “Test”: c’era un momento in cui negli anni ’80 andavano di moda i test soprattutto sui giornali e hanno tentato di portare questa cosa in televisione ed ebbe un ottimo successo”. Quindi, qualche passo indietro. Il Savino studente: “Al liceo scientifico andavo a fasi alterne perché in primo e secondo sono stato promosso a giugno, in terzo bocciato. Ma quello che mi ripeto sempre è che in terzo ho iniziato a fare radio quindi ne è valsa la pena, perché sono stato bocciato a causa del mestiere che faccio ancora adesso”. Il primo bacio: “E’ arrivato tardissimo, alla fine della terza liceo”. La prima volta da dj: “Avevamo una casa che davamo in affitto, questa casa è stata sfitta nella primavera di quell’anno del terzo liceo, approfittai di questa cosa per mettere due giradischi un po' malmessi, avevo comprato un mixerino e iniziai a fare le prime prove, tutto assolutamente da autodidatta”. Mentre tra la musica techno e il cantautorato italiano: “Adesso, dopo aver mangiato nel piatto della musica techno-dance perché c’è una sciagurata versione techno di Pinocchio di cui sono responsabile - dice ironicamente -, adesso chiaramente propendo per il cantautorato, cantautorato che era detestato con cognizione di causa. Se mi dicevi Guccini, De André, De Gregori e anche un po’ Venditti, anche se Venditti meno, erano quelli che proprio detestavo. Beh, sono quelli che amo maggiormente adesso”. E poi i sogni: “Ce l’ho ben chiaro cosa mi piacerebbe fare, sono sogni che ho dentro di me”. E le sedute di ipnosi: “Mi è capitato due o tre volte di andarci e una di queste volte è stata recente. Nei periodi di stress soffro di una cosa che wikipedia o internet descrive come “pavor nocturnus” cioè di notte grido forte perché vedo delle figure minacciose”. Immancabile un passaggio sui personaggi imitati e sulla caricatura alla quale è più legato: “Quella di Giampiero Galeazzi che non c’è più e che è anche un ricordo in qualche maniera romantico. Devo ringraziare il figlio che ho sentito dopo la sua dipartita, persona estremamente perbene, tutta la famiglia, come era Giampiero. Ecco, devo chiedere scusa alla memoria di Galeazzi perché facevo un’imitazione terribile di lui ma Giampiero era una persona educata, molto più educata di come lo facevo io però ci stava, calzava a pennello, la caricatura così era”. E poi il personaggio dello spettacolo che gli ha lasciato qualcosa di particolare: “Peter Gabriel venne in radio e già è un gigante della musica ma mi ricordo che ci disse una cosa che mi colpì particolarmente. Lui viene in Italia tutti gli anni, va nell’entroterra sardo, ma disse che quell’anno era stato bellissimo perchè erano andati con suo papà al fiume, avevano fatto il bagno e si erano abbracciati. L’ho travata un’immagine così potente, così bella, che mi è rimasta impressa. Perché sono quelle cose che bisogna fare prima che i nostri genitori se ne vadano. Io non dico di aver fatto la stessa cosa però mi ricordo di aver fatto poi dei lunghi abbracci con mio padre prima che se ne andasse”.