Al Teatro alla Scala AfteRite e LORE, due prime firmate dal geniale Wayne McGregor. FOTO
In scena fino al 7 luglio due capolavori del pluripremiato coreografo: la rilettura de "Le Sacre su printemps", con Alessandra Ferri nel ruolo della Madre, in cui McGregor immagina un pianeta senz’acqua e LORE, novità assoluta, creato appositamente per la Scala su "Les Noces" di Stravinsky. Un pezzo più astratto e potente che consacra il corpo di ballo scaligero tra i migliori e più versatili al mondo.
A cura di Chiara Ribichini

Una terra arida, vittima dell’uomo. Un pianeta in cui una colonia di essere umani lotta per la sopravvivenza mentre piante e bambini crescono protetti in una camera idroponica. La lettura data da Wayne McGregor de "Le Sacre du Printemps" di Stravinsky con il suo "AfteRite", in scena al Teatro alla Scala fino al 7 luglio, non poteva essere più attuale nel mostrare un paesaggio senz’acqua, molto simile al deserto dell’Atacama in Cile.
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Una versione, creata nel 2018 per l'American Ballet, che arriva per la prima volta in Italia con l’étoile Alessandra Ferri nel ruolo della Madre (così come nella prima a New York di 4 anni fa). Nella rivisitazione moderna di McGregor, la storia del sacrificio rituale di Stravinsky viene rivisitata dal punto di vista della Madre che deve scegliere ciò che ha di più caro e ciò che è disposta a perdere.
Alessandra Ferri si racconta a Sky Tg24 per i 40 anni di carriera. VIDEO
Originariamente ispirato a “Silent Spring”, fondamentale libro di Rachel Carson sull'impatto dei pesticidi prodotti dall'uomo sulla natura, "AfteRite" è ambientato in un arido paesaggio alieno dove una colonia di esseri umani lotta per il cibo e la sopravvivenza contro una natura inesorabile.

“E’ tristemente attuale perché questo balletto esplora quello che stiamo facendo al nostro pianeta. E quindi chi sono le vittime di oggi e di domani: sono i nostri figli” spiega Alessandra Ferri a Sky Tg24.
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"Credo sia importante trovare un nuovo significato e una rilevanza contemporanea di questo lavoro. La musica è potente, è dentro di te ed è già una guida. Ma è importante anche capire come comunicare qualcosa di diverso. E’ una storia molto semplice: ci sono una madre e due bambini e tutto ruota intorno a loro e a una visione del futuro" sottolinea Wayne McGregor a Sky Tg24.
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Nel titolo, "AfteRite", si comprende subito l'intenzione del pluripremiato coreografo Wayne McGregor di andare oltre. Di creare una versione del rito immaginato da Stravinsky che arrivi dopo, after appunto, le letture celebri date da Pina Bausch o da Maurice Béjart dell'originale coreografia di Nijinsky.

"AfteRite" vede il 24 e il 29 giugno, 6 e 7 luglio, accanto a Alessandra Ferri, Marco Agostino, Martina Arduino, Caterina Bianchi, Nicola Del Freo, Christian Fagetti, Maria Celeste Losa, Valerio Lunadei, Mattia Semperboni, Gioacchino Starace, Virna Toppi, Navrin Turnbull, Rinaldo Venuti. Nelle recite del 28 giugno, 1 e 4 luglio Frank Aduca, Antonella Albano, Gaia Andreanò, Timofej Andrijashenko, Emanuele Cazzato, Claudio Coviello, Agnese Di Clemente, Domenico Di Cristo, Eugenio Lepera, Nicoletta Manni, Francesco Mascia, Saïd Ramos Ponce, Alessandra Vassallo.

L'ispirazione delle scene di "AfteRite" viene dal Deserto di Atacama in Cile, una delle zone più aride del pianeta ma anche uno dei luoghi in cui si vedono meglio le stelle, come spiega in conferenza stampa Wayne McGregor. Non solo: è il luogo dove le madri degli oppositori del dittatore Pinochet setacciarono la sabbia per cercare i resti dei loro cari.

Dopo "Woolf Works", "AfteRite" vede il ritorno di Alessandra Ferri alla Scala, Teatro di cui è stata prima ballerina assoluta. "Wayne ti sposta sempre e ti catapulta in quello che è la danza oggi. Vorrei avere 30 anni per averne davanti altri 30 per lavorare con lui" sottolinea l'étoile
Woolf Works, le foto
In "LORE", presentato in prima mondiale e creato appositamente da Wayne McGregor per il corpo di ballo della Scala su "Les Noces" di Stravinsky, ritroviamo la bambina che è sfuggita al sacrificio in "AfteRite"

Scritto per quattro pianoforti, quattro voci, percussioni e coro, "Les Noces" evidenzia il procedere di Stravinsky verso un suono più meccanico e impersonale

“LORE è sicuramente il sequel di AfterRite. Stravinsky scrisse questi due pezzi a dieci anni di distanza. Vogliamo cercare di condividere, scambiare il DNA tra i due lavori" spiega McGregor a Sky Tg24
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"L’approccio è molto differente, LORE è molto più cubista, contemporaneo, uno spazio e un pezzo astratto mentre AfteRite è una storia molto più umana ma si parlano l’uno con l’altro" continua McGregor
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Creato per il corpo di ballo della Scala, "LORE" esplora il rapporto tra natura e tecnologia. Movimenti fratti, che spezzano i gesti del classico. "Una tecnologia che - osserva McGregor - siamo noi, non qualcosa di accanto a noi".

Il titolo fa riferimento al corpo di conoscenze tramandato da una comunità, a un sapere condiviso. Richiama infatti il suffisso presente nella parola "folklore" ma anche la parola law, legge in inglese

E come le schegge di un bicchiere frantumato in "LORE" tutto si spezza. Dai corpi dei danzatori, che riescono abilmente a dimenticare la loro natura classica per abbandonarsi allo stile di McGregor, alla musica di Stravinsky fino alle suggestioni che scivolano giù dal palco. E tra quei frammenti si ritrova il fluire più puro del movimento e della vita.

"LORE" è stato creato per un organico di sei donne, sei uomini e sei artisti principali. Alla prima assoluta del 24 giugno, poi nelle recite del 29 giugno, 6 e 7 luglio: Timofej Andrijashenko, Claudio Coviello, Agnese Di Clemente, Domenico Di Cristo, Nicoletta Manni, Alice Mariani. Nelle recite del 28 giugno, 1 e 4 luglio: Marco Agostino, Caterina Bianchi, Maria Celeste Losa, Andrea Risso, Virna Toppi, Navrin Turnbull.

La partitura di "Les noces" vede impegnati il Coro del Teatro alla Scala diretto da Alberto Malazzi, i solisti Karine Babajanyan (soprano), Olga Savova (mezzosoprano), Vasily Efimov (tenore), Alexei Botnarciuc (basso), Davide Cabassi, Giorgio Martano, Andrea Rebaudengo, Marcelo Spaccarotella ai quattro pianoforti. Sul podio Koen Kessels, che torna a dirigere l’ Orchestra del Teatro alla Scala.

In "LORE" le consuetudini si spezzano, si intrecciano e rinascono mentre una generazione lascia il posto a un'altra, il sacro si ricostituisce continuamente. Scartiamo e ricordiamo.