BasicNet, un modello di business vincente

Spettacolo

Nicoletta Di Feo

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Viaggio nell’headquarter torinese di BasicNet alla scoperta della sua storia e del suo fortunato modello di business.

In due anni orribili come quelli appena trascorsi, a cui al Covid si è ora aggiunta una guerra,  il settore moda è più che mai in affanno. Eppure ci sono aziende capaci non solo di reagire alle fluttuazioni di mercato, ma addirittura di uscirne più forti.

Ne è un esempio BasicNet, solida realtà con sede a Torino che opera da generazioni nel settore dell’abbigliamento, delle calzature e degli accessori per lo sport e il tempo libero. Un’azienda che ha come caratteristica quella di riunire sotto il proprio ombrello marchi dal forte heritage, perché tutti con una grande storia alle spalle. Un'azienda nata nel 1994 quando Marco Boglione rileva dal fallimento il Maglificio Calzificio Torinese e i suoi brand KappaRobe di Kappa e Jesus Jeans, a cui si aggiungeranno negli anni K-WaySupergaSabeltBriko Sebago. Grazie al suo modello di business, flessibile e modulare, è stata in grado di navigare anche in mari in tempesta trovando ogni volta porti sicuri.

 

Quotata alla Borsa Italiana dal 1999, il ‘mestiere’ di BasicNet è quello di comprare marchi e farli crescere.

Tra pochi mesi BasicNet inaugurerà la nuova sede di Milano, casa di K-Way e vetrina internazionale degli altri brand. Una riproduzione in piccolo dei parametri e dei criteri dell’headquarter di Torino, che racchiude in sé tutta la storia di chi ha contribuito a creare la fortuna di quest’azienda.

In attesa dell’inaugurazione siamo andati a visitare la sede del capoluogo piemontese per capire di più del successo di quest’azienda e del suo particolare modello di business. 

Un modello di business lungimirante

La mission di BasicNet sta nello sviluppare il valore dei propri marchi e diffonderne i prodotti nel mondo, attraverso un modello che prevede una rete globale di aziende licenziatarie, collegate tra loro e con la capogruppo attraverso Internet.

Già dal nome si comprende molto di questa azienda. Net sta per network. Basic fa riferimento all’acronimo del primo linguaggio informatico per personal computer, ma anche al segmento di mercato cui si rivolge - informale e casual - mercato in forte crescita fin dalla fine degli Anni ’60.

Quando nel 1994 Marco Boglione acquisisce il Maglificio Calzificio Torinese trasforma la tradizionale azienda tessile – a struttura verticale – in un modello di impresa a rete: modulare, innovativo, flessibile. Un network globale di imprenditori indipendenti, collegati tra loro e con la capogruppo attraverso Internet, che – su licenza – producono o commercializzano nel mondo le collezioni disegnate e industrializzate da BasicNet, che identifica nel licenziatario il partner ideale, verso cui si pone non come fornitore di prodotti, ma di un insieme integrato di servizi, o meglio di opportunità di business.

Parole come export, fornitori, aziende che producono dunque non esistono in questo modello di business. BasicNet è la mente: non fattura, non produce. I suoi partner industriali e commerciali comprano e vendono sulle piattaforme proprietarie della capogruppo. Si tratta di un modello di business incentrato su internet che ha fatto di BasicNet il primo Marketplace della storia dell’abbigliamento, ossia un luogo virtuale di incontro e di business tra imprenditori di tutto il mondo. I passaggi della catena dell’offerta avvengono unicamente sulle piattaforme informatiche di BasicNet: qui i produttori vendono e i distributori acquistano i prodotti a marchio del Gruppo, che raggiungeranno poi i singoli mercati. Il modello ideato da Marco Boglione risulta vincente perchè la rete, sia virtuale (Internet) sia fisica (licenziatari), permette al Gruppo di nascere già globale assicurandogli una rapida e capillare internazionalizzazione e trasfortmandolo in brevissimo tempo in una multinazionale.

A BasicNet fanno capo tutte le attività strategiche destinate ad accrescere il valore intangibile dei propri marchi, mentre ai licenziatari è affidata la distribuzione dei prodotti sui mercati di riferimento. Analogo modello è replicato per le aziende licenziatarie incaricate di gestire i flussi produttivi.

Con oltre 400 partner imprenditori nel mondo, oggi le collezioni a marchi del Gruppo BasicNet sono presenti in più di 120 Paesi. Ogni anno, le vendite aggregate a livello mondiale superano il miliardo di dollari, con oltre 60 milioni di pezzi venduti.

Un’azienda sana che cresce e continua a crescere.

Storia: i primi 100 anni di BasicNet

La nascita di BasicNet è legata a una storia d’amore.

Il giovane Abramo Vitale, innamorato di una donna cattolica e deciso a sposarla, viene costretto dal padre, un commerciante ebreo di stoffe, a scegliere tra l’azienda di famiglia e la moglie. Vitale sceglie di sposarsi e con i soldi della liquidazione costituisce la Società Anonima “Calzificio Torinese”. La sede è una cascina alle porte della città, un’area rurale appena fuori Torino, al di là del piccolo fiume Dora.

 

Nel frattempo a causa della guerra molti clienti insolventi rimborsarono la società cedendo i propri macchinari per tessere il cotone. È così che Il 1° gennaio 1917 l’azienda inizia a produrre calze aggiudicandosi le commesse per il Regio Esercito Italiano.

 

Con Davide Vitale, nipote di Abramo, il Calzificio Torinese inizia a produrre anche maglieria intima. Con lo scoppio del secondo conflitto la domanda aumenta e gli affari vanno a gonfie vele. Ma nel 1943 la fabbrica viene rasa al suolo da un bombardamento delle Forze Alleate.

 

Nel 1951, anche grazie ai dollari del Piano Marshall, sulle ceneri del vecchio stabilimento è inaugurata una nuova, modernissima sede, con fabbrica e uffici. Nel Dopoguerra, il business si è spostato sul mercato di largo consumo e le calze e le maglie della salute non vestono più l’esercito, ma gli italiani.

 

La storia di BasicNet è fatta anche di coincidenze curiose. Nel 1956, lo stesso anno in cui nasce Marco Boglione, si verifica un errore di produzione e uno stock di calze fallato finisce nei negozi. Davide Vitale ha un’idea: etichetta le nuove produzioni con la dicitura Kontroll, con una K come timbro sulle confezioni. Funziona. Tutti vogliono le calze con la K. Nasce così il marchio Kappa.

 

E poi grandi intuizioni accompagnate da una buona dose di coraggio. A Davide Vitale succede il secondogenito Maurizio. Ha appena 23 anni, ma è un viaggiatore e un visionario. Non sono tempi facili per l’azienda, decine di magliette della salute giacciono invendute nei magazzini. È il 1968 e a Parigi Maurizio vede John Lennon in tv con indosso la camicia militare di un caduto in Vietnam. Maurizio Vitale fa tingere di verde le magliette della salute. Ci fa cucire sopra gradi militari e stellette. Inonda il mercato. Nasce il marchio Robe di Kappa.

 

Nel 1971 l’azienda decide di produrre jeans italiani. Anche qui è un aneddoto a raccontarne la storia: Maurizio Vitale è a New York con Oliviero Toscani. Sulla Broadway, un cartellone annuncia il musical Jesus Christ Superstar. Vitale chiede: “Come li chiamiamo questi jeans?”. Toscani risponde: “Chiamiamoli Jesus”. E Maurizio: “Mi piace. Ma perché?”. E l’amico: “Perché è un bel nome. E poi, lo conoscono già in tanti”.

 

Nel dicembre 1976 l’incontro tra Maurizio Vitale e Marco Boglione, giovane studente al Politecnico con la passione per la fotografia. Marco Boglione abbandona l’università, fa rapidamente carriera. È lui che suggerisce a Vitale che il nuovo trend mondiale si chiama “Mister Sport”. Maurizio Vitale lo ascolta. Nasce la divisione sportiva dell’azienda con il nome Robe di Kappa Sport, subito semplificato in Kappa. 

 

L’intuizione ha un successo tale che, dopo aver sponsorizzato la Juventus (prima squadra in Italia ad apporre un logo di abbigliamento sulla propria maglia da calcio), nel 1980 Kappa diventa sponsor della Nazionale di Atletica Usa, che veste sia alle Olimpiadi di Los Angeles 1984 sia a quelle di Seul 1988. Ma a questo punto Maurizio Vitale non c’è più. Muore nel 1987, stroncato poco più che 40enne da una malattia. A rilevare l’azienda sette anni dopo, è Marco Boglione.

 

Ultimo “capitano coraggioso” di un’epopea imprenditoriale lunga un secolo, Marco Boglione, oggi 60 anni come il brand Kappa che ha ormai rilanciato in tutto il mondo, appena 39enne e contro ogni buon consiglio acquisisce l’azienda fallita, i suoi marchi Kappa, Robe di Kappa, Jesus Jeans e i 26mila metri quadrati della vecchia fabbrica torinese, oggi BasicVillage: un luogo di lavoro, residenza e tempo libero che è anche il quartier generale del Gruppo torinese.

 

Nel 1999 BasicNet è quotata alla Borsa italiana.

 

Nel 2004 acquisisce il marchio K-Way, gioiellino del Gruppo, che rilancia nel mondo.

 

Nel 2007 è la volta dell’acquisizione di Superga, altro successo globale. Nel 2010 tocca la al brand Sabelt.

 

Nel marzo 2016 arriva la licenza mondiale esclusiva dei prodotti Briko.

 

Oggi le collezioni a marchi del Gruppo BasicNet sono presenti in 120 Paesi del mondo, con vendite aggregate a livello retail per oltre 1 miliardo di dollari l’anno.

 

 

 

 

 

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