Giselle, Giulietta, Gelsomina, Aurora, Winnie. Il programma ha ripercorso, passo dopo passo, i ruoli che hanno segnato di più la vita e carriera dell'étoile scomparsa il 27 maggio dello scorso anno. In scena anche coreografie create appositamente per lei e consegnate per sempre alla storia della danza. Un abbraccio corale che ha visto esibirsi primi ballerini, solisti e tutto il Corpo di Ballo della Scala. Con loro anche Roberto Bolle, Alessandra Ferri, Marianela Nuñez e Carsten Jung
Si apre sulle note di Giselle il Gala con cui la Scala ha reso omaggio a Carla Fracci a quasi un anno dalla sua scomparsa. Una serata evento che diventerà un appuntamento fisso di ogni stagione come ha deciso il direttore del Corpo di Ballo Manuel Legris.
Gelsomina, Giulietta, Aurora, Winnie. Il programma è un viaggio che ripercorre i ruoli che più di tutti hanno segnato la sua carriera ma anche alcune delle coreografie create appositamente per lei. Come L’heure Exquise di Maurice Béjart o Chéri di Roland Petit. Accanto a lei c'era Massimo Murru, allora un giovanissimo danzatore poi diventato étoile e oggi maître del Corpo di Ballo.
“Credo che Roland avesse le idee chiarissime. Voleva fare un cosa per Carla e con Carla. E’ stato un lavoro di simbiosi ed io mi ci sono ritrovato in mezzo. E’ stato straordinario per me” racconta a Sky Tg24.
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Sul palco anche Roberto Bolle e Alessandra Ferri
Attraverso le foto, che scandiscono ogni cambio di scena, riaffiora la vita dell’eterna fanciulla danzante che ha scritto la storia della danza.
Sul palco primi ballerini, solisti e tutto il corpo di ballo in una serata che vuole davvero essere un abbraccio della Scala alla sua stella più luminosa. Con loro anche Roberto Bolle, Alessandra Ferri, Marianela Nuñez e Carsten Jung.
“Di Carla resta tantissimo. La sua arte, la sua immensa arte, l’esempio che è stato e la sua capacità di portare la danza fuori dai teatri, nei piccoli borghi o in televisione" sottolinea Roberto Bolle.
Nessun segreto dietro la sua straordinarietà. Solo tante ore trascorse alla sbarra, in sala prove.
“Carla parlava spesso del duro lavoro, della disciplina, della forza d’animo - ricorda Alessandra Ferri - E aveva ragione. Il talento ci viene donato ma il talento va servito. La scintilla divina sta nel lavoro quotidiano e questo è stato un grandissimo insegnamento”.