Scala, con il Concerto per la Pace raccolti oltre 380mila euro per i profughi ucraini

Spettacolo

Chiara Ribichini

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Applausi, commozione e solidarietà. Una serata benefica per raccogliere risorse per la Croce Rossa e per il fondo #MilanoAiutaUcraina in cui, sulle note dello Stabat Mater di Rossini, è risuonato tutto il dolore per il popolo ucraino. Sul podio il Maestro Riccardo Chailly che ha diretto coro e orchestra della Scala con quattro solisti d'eccezione. Tra i musicisti anche una violinista fuggita da Leopoli. Sul palco reale le giovani danzatrici scappate dalla guerra accolte dalla Scuola di Ballo scaligera

Sulle note di Rossini alla Scala di Milano è risuonata tutta la sofferenza del popolo ucraino in un concerto per la pace per raccogliere risorse per la Croce Rossa Italiana e per il fondo MilanoAiutaUcraina. Più di 380 mila euro i proventi raccolti che andranno a sostegno dei profughi arrivati a Milano e nell'area metropolitana ma anche di quelli che sono rimasti in Ucraina o nei Paesi limitrofi. 

“Lo Stabat Mater che è un pezzo della somma maturità rappresenta il dolore fisico addirittura del pianto di Maria ai piedi della croce, del Cristo Crocefisso. Quindi il senso del viaggio emotivo, tragico", spiega a Sky Tg24 il Maestro Riccardo Chailly.

Un viaggio che porta chi riesce a scappare dalla guerra lontano dal suo Paese. Come la violinista di Leopoli Kateryna Poteriaieva che si è esibita insieme all’Orchestra e al Coro del Teatro alla Scala di Milano. O le piccole danzatrici ucraine, accolte dalla Scuola di Ballo scaligera dove ora studiano, che hanno assistito al concerto ospiti sul palco reale.
In scena anche quattro cantanti solisti tra i più importanti al mondo a partire dal tenore Juan Diego Florez e con lui il soprano Rosa Feola, il basso Alex Esposito, il mezzosoprano Veronica Simeoni.

Sala: "Messaggio di pace e aiuto concreto all'Ucraina"

“Il messaggio che arriva dalla Scala è un messaggio di pace ma anche di aiuto all’Ucraina. Non ci sono dubbi da che parte dobbiamo stare e lo stiamo dimostrando sia attraverso l’accoglienza sia attraverso gli aiuti umanitari che stiamo mandando o in Ucraina o in Polonia. I fondi raccolti stasera, quasi 400 mila euro, aiuteranno anche da questo punto di vista”, sottolinea il sindaco di Milano Beppe Sala ai nostri mifrofoni. Gli fa eco il governatore Attilio Fontana: "La pace parte anche dalla Scala e da tutto il popolo lombardo".

Sala: "Gergiev aveva appoggiato in una lettera l'invasione della Crimea"

 

Tornando sul caso Gergiev, il maestro russo a cui la Scala aveva chiesto una presa di posizione contro la guerra mai arrivata che aveva poi innescato una serie di sostituzioni, concerti annullati e licenziamenti nei confronti del direttore d'orchestra in tutto il mondo, ribadisce: "È stato giusto chiedere al maestro Valery Gergiev una presa di posizione a favore della pace in Ucraina. Non voglio giudicare gli altri, ma io non mi sono pentito" della richiesta fatta insieme al sovrintendente della Scala Dominique Meyer. E ancora: "Nessuna caccia alle streghe" ma "c'è una

nomenclatura che ha sostenuto e condiviso le scelte di Putin, Gergiev aveva appoggiato in una lettera l'invasione della Crimea, ma prima la Crimea, poi l'Ucraina dove andiamo a finire?". 

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L'Accademia della scala accoglie le ballerine delle scuole ucraine

In sala, insieme al Sindaco di Milano Giuseppe Sala, al Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, al console ucraino Andrii Kartysh, alcune ospiti speciali accolte nel Palco Centrale: Polina, Aleksa, Daria, Olha, Katerina, Sofia e Mia. Sono sette e hanno dagli otto ai 14 anni le ballerine in erba ucraine accolte dall'Accademia della Scala quando sono scappate dalla guerra. Sono state loro stesse, o meglio le loro famiglie, a contattare l'Accademia direttamente, la maggior parte via mail inviando curriculum e anche video, nei giorni in cui è scoppiato il conflitto. E l'Accademia si è subito mossa per loro e per le loro famiglie ma non solo. Una, la più piccola, ha cominciato a frequentare la propedeutica (riservata ai bimbi fino a dieci anni). Le altre, più grandi, il corso di ballo dell'Accademia. Tutte hanno iniziato a frequentare le scuole statali di Milano.

 

Per tutte e per le loro famiglie (sono tutte accompagnate), l'Accademia, con l'aiuto della comunità di Sant'Egidio e dell'Associazione di Comunità Spazio Aperto, ha trovato una sistemazione. I dipendenti hanno aperto una sottoscrizione interna, alcuni mecenati hanno contribuito. Sono stati organizzati per tutti i nuovi arrivati corsi di italiano nella sede dell'Accademia a cui stanno continuando ad arrivare altre richieste. Oltre a Polina, Aleksa, Daria, Olha, Katerina, Sofiia, Mia, che provengono da accademie come quella di Kiev e di Kharkiv, altre tre bambine sono state inviate in un'altra scuola di danza. Anche in orchestra siede un'ospite speciale: è la violinista Kateryna Poteriaieva, fuggita da Leopoli dove suonava nell'orchestra del locale Teatro, e accolta in Italia con la giovane figlia. 

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