Nancy Brilli e Chiara Noschese insieme nella pièce teatrale “Manola”

Spettacolo

Valentina Clemente

Le due artiste saranno al Teatro Lirico Giorgio Gaber dall'11 al 13 marzo con "Manola", racconto tutto al femminile di Margaret Mazzantini. La regia è di Leo Muscato

Due attrici travolgenti per una racconto teatrale al femminile: "Manola", tratto dall'omonimo romanzo di Margaret Mazzantini e diretto da Leo Muscato, mette a confronto - e non solo - due gemelle molto diverse tra loro. 

Anemone e Ortensia

Anemone (interpretata da Nancy Brilli), sensuale e irriverente, aderisce ad ogni dettaglio della vita con vigoroso entusiasmo. Il suo opposto Ortensia (Chiara Noschese), uccello notturno, irsuta e rabbiosa creatura, invece, è alla perenne ricerca di una rivincita. Le due per un gioco scenico si rivolgono alla stessa terapeuta dell’occulto e svuotano il serbatoio di un amore solido come l’odio. Ed è come carburante che si incendia provocando fiamme teatrali ustionanti, sotto una grandinata di risate. In realtà la Manola del titolo, perennemente invocata dalle due sorelle, è la quarta parete teatrale sfondata dal fiume di parole che Anemone e Ortensia rivolgono alla loro coscienza attraverso un girotondo di specchi, evocazioni, malintesi, rivalse. 

"Manola" svela l'intimità femminile in tutte le sue sfumature

Una maratona commovente, che svela l’intimità femminile in tutte le sue sfumature. Come serpenti storditi le due finiranno per fare la muta e infilarsi nella pelle dell’altra, sbagliando -ancora - tutto. Perché un equivoco perenne le insegue nell’inadeguatezza dei loro ruoli esistenziali. Un testo sfrenato che che invoca l’umano in ogni sua singola cellula teatrale. 

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Note di regia

La regia ha messo i personaggi in una stanza d’albergo distrutta, opprimente, invasa da qualcosa, da un magma di detriti, un blob che è entrato da finestre e aperture, includendo i reperti di una vita precedente. Anemone e Ortensia, le due gemelle in contrasto fin da prima della nascita, una fiore sgargiante che sboccia in pieno sole, l’altra pianta senza petali favorita dall’ombra, si muovono nella catastrofe avvenuta come se fosse normale, ormai abituate ad arrampicarsi con disinvoltura sul caos, a sopravvivere. Si raccontano a Manola, terapeuta dell’occulto, che altro non è se non il pubblico, dal quale pretendono attenzione e comprensione. Il linguaggio comico, colto e gergale, alto e basso si alterna come nella realtà, per raccontare una tragedia contemporanea, in chiave di commedia esilarante. 

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