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Buon compleanno Pirelli! Al Piccolo di Milano la celebrazione dei suoi primi 150 anni

Spettacolo

Nicoletta Di Feo

Pirelli festeggia un compleanno importante: 150 anni di storia. Al Piccolo Teatro di Milano un racconto tra industria, cultura, costume, tecnologia e passione. 

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Ferruccio De Bortoli, Stefano Domenicali, Paolo Mieli, Renzo Piano, Ferruccio Resta, Annamaria Testa, insieme al Vice Presidente Esecutivo e Ceo Marco Tronchetti Provera e ad Alberto Pirelli, testimone del legame fra la famiglia e l’azienda, per raccontare una storia industriale ed umana che ha attraversato tre secoli.

La storia

Una storia iniziata il 28 gennaio 1872 quando Giovanni Battista Pirelli, a soli 23 anni, scommette su qualcosa di assolutamente nuovo: la gomma. Si parte da un piccolo stabilimento in via Ponte Seveso a Milano, pochi operai e molta innovazione.

All’inizio l’azienda produce isolanti per telegrafi e cavi, ma presto inizia a produrre oggetti d’uso quotidiano (dalle cuffie ai giocattoli fino agli impermeabili) e coperture per carri e bici in risposta alle prime forme della nuova mobilità.

Pirelli cresce e supera le due guerre, nasce il ‘cinturato’, che segna il prima e il dopo della storia degli pneumatici. Una visione, straordinaria anticipazione dei tempi, perché arriva prima del boom economico, prima dell’autostrada del sole.

Crisi che diventano opportunità

Come ovvio per un’azienda che ha attraversato 150 anni di storia, anche Pirelli ha affrontato crisi che però si sono trasformate in opportunità. Per esempio le mancate fusioni negli anni ’90 con Dunlop e Continental o il progetto di integrare reti e contenuti nelle telecomunicazioni, perseguito all’inizio degli anni Duemila con Telecom Italia e naufragato per ingerenze esterne.

"Ma Pirelli ha superato due guerre e i terribili anni del terrorismo", ci racconta il Vice Presidente Esecutivo & CEO di Pirelli Marco Tronchetti Provera al termine delle celebrazioni al Teatro Piccolo "e questo grazie soprattutto alle persone."

Persone legate da un senso di comunità, dall’orgoglio di costruire qualcosa, che lavorano in stabilimenti luminosi, sicuri e sostenibili, come quello di Settimo Torinese progettato e realizzato a da Renzo Piano, esempio di funzionalità e bellezza, competitività e sostenibilità.

Rapporto fondamentale con il mondo culturale

Grazie al dialogo continuo con artisti e intellettuali, Pirelli sperimenta nuovi linguaggi interagendo con scrittori, filosofi, poeti, da Carrère a Kureishi, ieri da Elio Vittorini a Eugenio Montale e Salvatore Quasimodo. Ospita Luchino Visconti e John Cage e mette i tacchi a spillo a Carl Lewis, accompagnato dall’indimenticabile payoff “Power is nothing without control”. Trasforma la pubblicità in cultura e rinnova profondamente la comunicazione. Ne sono esempio la Rivista, l'HangarBicocca, le pubblicazioni e le mostre della Fondazione, i prodotti di Pirelli Design, il magazine World, i volumi dei suoi bilanci integrati con i contributi di artisti e scrittori e il celebre Calendario che negli anni ha ospitato gli scatti dei fotografi più importanti al mondo.

Perché un’azienda deve vivere in relazione con la società e le sue evoluzioni, è nel mondo che la circonda che costruisce la sua identità, il suo progetto per il presente e la sua visione per il futuro. Ed è questa sua capacità di relazionarsi con il ‘fuori’ che gli ha permesso di crescere e diventare un marchio forte e riconoscibile. Riconoscibile come il suo logo, storico, innovativo e pertinente al prodotto. Quella P allungata quasi fosse fatta di gomma. P come Pirelli, ma anche come potenza, che 'non è nulla senza il controllo'. P come progresso, perché sa sempre guardare al futuro. P come prestazione, come quella della Pechino-Parigi, del rally, della superbike, della formula 1, di Tazio Nuvolari, di Coppi, di Bartali. P come passione.

Il legame con lo sport

Un pneumatico che fa battere il cuore. Quelli di chi ha seguito la Pechino-Parigi del 1907, quando il principe Scipione Borghese, a bordo di una Itala gommata Pirelli, affronta 17mila chilometri vincendo con 20 giorni di anticipo sul secondo equipaggio. Un grande successo che trasforma la mobilità in innovazione e spettacolo. E le competizioni in un laboratorio a cielo aperto. Nel GT, nel rally, nella superbike e in Formula 1. Non solo motori però perché sport per Pirelli è anche calcio, ciclismo, sport invernali e vela, con Luna Rossa.

Internazionalità ma identità italiana

Nata a Milano, pur essendo indissolubilmente legata al capoluogo lombardo  Pirelli si è trasformata rapidamente in una multinazionale, al punto da essere considerata inglese nel Regno Unito, brasiliana in Brasile, americana negli Stati Uniti. 18 gli stabilimenti in 12 Paesi nel mondo, Paesi dove però tutti chiamano ‘cinturato’ il celebre pneumatico. Perché italiana è l’identità, italiano è lo statuto dell’azienda.

Innovazione e spirito visionario

Visione e innovazione. Fin dalla sua fondazione. Pirelli punta su prodotti che diventano simboli anche dello sviluppo del Paese. Così come uno dei simboli di Milano è il Pirellone, il moderno grattacielo che negli anni ’60 ospita l’azienda prima del trasferimento del suo Headquarters in Bicocca, oggi un vero e proprio campus aziendale.

 “Guardare dentro per capire”, per trovare nuove soluzioni, come diceva l’ingegner Emanueli, che in Pirelli ha firmato tanti dei 6.700 brevetti depositati in 150 anni. Una lezione, quella di Emanueli, che oggi viene interpretata dalle oltre 2mila persone che lavorano nella Ricerca & Sviluppo, settore fondamentale per l’azienda. Fondamentali sono anche le sue oltre cinquanta collaborazioni con le principali università nel mondo, come il Politecnico di Milano. Oggi l’innovazione è l’elettrico, dove Pirelli è già approdoto. Al centro però, da sempre, resta la gomma naturale con cui Pirelli ha prodotto anche il primo pneumatico al mondo certificato FSC (Forest Stewardship Council), a testimonianza di una catena di fornitura 100% sostenibile. Una tutela forte per l’ambiente come accade, ad esempio, con la partecipazione al progetto Birdlife per conservare le biodiversità in Indonesia.

Un’azienda, che come l’ha definita Marco Tronchetti Provera, "E' come una bella signora, che sta ringiovanendo."

 

“Oggi abbiamo voluto percorrere insieme un viaggio nella storia guardando al futuro. Anticipare il cambiamento è quello che Pirelli fa da 150 anni grazie alla solidità della sua cultura di impresa e al suo saper essere sempre protagonista del presente. Elementi che oggi ci consentono di arrivare a questo traguardo con un brand affermato in tutto il mondo. Ci è sembrato importante condividere questo racconto con la nostra città, il nostro Paese e con tutte le realtà e le comunità internazionali con le quali quotidianamente ci confrontiamo. Un grazie a tutte le 30mila persone che ogni giorno in Pirelli costruiscono la nostra storia”, ha affermato Marco Tronchetti Provera, Vice Presidente Esecutivo & CEO di Pirelli.