La cantante siciliana crea insieme al brand NOVE25 una collezione di gioielli in argento ispirata al poema di Omero
Cantante, scrittrice e ora anche anche designer di gioielli. Levante crea insieme a NOVE25 una capsule in argento ispirata all’Odissea: 4 anelli e un orecchino in due varianti cromatiche. Il design ricalca l’iconografia classica riproposta però in chiave contemporanea. Gioielli che narrano alcuni tra i più importanti incontri dell’eroe epico Ulisse, come Chevalier Sirene, l’anello scrigno in madreperla; Penelope, una fedina torchon; Polifemo, graffito abbozzato di un occhio e una ferita; Chevalier Ulisse, ispirato all’incontro tra Ulisse e Penelope e l’orecchino Circe che simboleggia il bene e il male, la complice e l’amante.
Levante racconta le sue creazioni
E’ la stessa Levante a raccontare l’ispirazione della sua collezione, riprendendo frasi celebri della narrazione epica:
SIRENE
“Conosci te stesso”. Così le Sirene, attraverso il loro canto, sanno ammaliare gli uomini in modo diverso, ne conoscono i desideri più profondi per riuscire a catturarli. Non è dalla sirena che deve realmente difendersi Ulisse ma dalle proprie tentazioni.
ULISSE
“Ci sono doni più grandi. Nascere, morire e nell’intervallo vivere come un uomo”. L’eroe astuto, coraggioso e intelligente, adopera ogni mezzo possibile per ritornare nella sua Itaca. Rifiutare l’immortalità pur d’essere un uomo libero di riprendere il viaggio verso casa.
POLIFEMO
“Nessuno, amici, m’uccide d’inganno e non con la forza”. Polifemo simboleggia il grande ingegno di Ulisse contro un mostro terrificante e di scarso intelletto. Una vera guerra tra due mondi: civiltà e intelligenza contro mostruosità e forza”
CIRCE
“Rimani e questa notte l’Olimpo conoscerà un nuovo Dio”. Il doppio volto di una donna, maga e dea, libera e solitaria, indipendente e ricca di sentimenti comuni ai mortali tanto da finire per innamorarsi di Ulisse”.
PENELOPE
“Abbiamo per noi dei segni segreti, che noi sappiamo e non gli altri”. Simbolo di speranza e fedeltà, è senza tempo l’amore di Penelope, anche oltre l’attesa del ritorno di Ulisse. È un perenne presente, in una tela che si cuce e si scuce, in un focolare sempre acceso”