La ginnasta bresciana ha finalmente coronato il sogno di una vita, conquistando una medaglia olimpica inseguita per quattro edizioni dei Giochi: ecco tutti gli accompagnamenti musicali scelti per i suoi esercizi
Vanessa Ferrari ce l'ha fatta (SPECIALE TOKYO 2020): a quasi 31 anni, un'età in cui nella ginnastica artistica si è “in pensione” da un pezzo a causa della straordinaria difficoltà nel mantenersi ad alti livelli al cospetto di uno stuolo di ragazzine adolescenti, la formidabile ginnasta bresciana ha coronato il sogno di una vita, centrando una magnifica medaglia d'argento al corpo libero, alle spalle solamente della statunitense Jade Carey. Un traguardo atteso da quindici anni, da quando Vanessa aveva incantato l'Italia laureandosi campionessa mondiale nel concorso individuale ad Aarhus 2006: l'inizio di una parabola conclusasi nel migliore dei modi questo pomeriggio a Tokyo.
Il corpo libero è l'esercizio più “teatrale” e spettacolare della ginnastica artistica e necessita un accompagnamento musicale. Vanessa Ferrari è sempre stata una delle migliori a coniugare il valore artistico e il valore tecnico dei propri esercizi, fin da quel giorno in Danimarca, quando conquistò il titolo mondiale saltando e danzando su quello che sarebbe diventato il suo storico cavallo di battaglia, il Nessun Dorma dalla Turandot di Giacomo Puccini, portato poi anche ai Giochi di Pechino 2008 e in tantissime altre manifestazioni internazionali.
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Facciamo un fast-forward di 15 anni per tornare al presente, o perlomeno al passato recente. Quest'anno Vanessa ha alternato ben tre musiche diverse per i propri esercizi al corpo libero: per esempio, agli Europei di Basilea ha vinto la medaglia di bronzo dietro all'inglese Jessica Gadirova e alla russa Melnikova (entrambe finite alle sue spalle a Tokyo). La finale si è disputata il 25 aprile, così Vanessa ha omaggiato la festa della Liberazione esibendosi sulle note di “Bella ciao”.
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Per l'argento di Tokyo Vanessa ha invece scelto una delle canzoni italiane più conosciute nel mondo: Con te partirò di Andrea Bocelli, che le ha mandato il suo incoraggiamento alla vigilia della gara. Su queste note ha gareggiato sia in finale sia nella qualificazione, dove aveva ottenuto il miglior punteggio davanti anche a un mostro sacro della specialità come Simone Biles (che, com'è noto, poi non ha preso parte alla finale).
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Lo scorso 26 giugno, invece, Vanessa aveva ottenuto la qualificazione a Tokyo esibendosi a Doha sulle note di Bambola, hit del 2017 dell'italo-canadese Betta Lemme. È una canzone molto importante per lei, che l'aveva portata in pedana anche a Melbourne nel 2019, aggiudicandosi la prima tappa di Coppa del Mondo dopo oltre 500 giorni di assenza per il drammatico infortunio al tendine d'Achille ai Mondiali di Montréal 2017.
Nella lunga carriera di Vanessa Ferrari, c'è spazio fatalmente anche per qualche momento buio. Il più doloroso, almeno sportivamente, risale ai Giochi di Londra 2012, quando Vanessa aveva finito in lacrime a causa del quarto posto per soli tre decimi alle spalle della russa Mustafina: le due avevano avevano ottenuto lo stesso punteggio, ma all'epoca non erano previsti piazzamenti ex-aequo, così Mustafina era stata privilegiata per una migliore esecuzione. Quella sera Vanessa si era esibita sulla colonna sonora de L'ultimo dei Mohicani di Trevor Jones.